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Chiuso lo scudo fiscale stop a pressing sul Titano?

da Redazione

Lo scudo fiscale è finito, mentre i conti finali si devono ancora fare (in Italia dovrebbero essere rientrati altri 15-20 miliardi da aggiungere ai 95 dello scudo ter), San Marino spera che con la chiusura del provvedimento termini anche il pressing mediatico e trasversale che la piccola Repubblica è stata costretta a subire in questi mesi. Si attendono anche i dati ufficiali del Titano riguardo allo scudo e alle sue proroghe: ipotizzabile il rientro di una cifra vicina ai 4 miliardi.

Venerdì 30 aprile è scaduto ufficialmente il termine dello scudo fiscale, o meglio della proroga – lo “scudo quater” voluto dal Ministro Giulio Tremonti. Si attendono i dati relativi alla Repubblica di San Marino, mentre in Svizzera brindano al pericolo scampato perché, dati alla mano, i banchieri elvetici temevano un’emorragia ben più consistente per opera del provvedimento del MIF.
Il termine ultimo per coloro che volevano "regolarizzare" denaro e beni illegalmente detenuti all’estero potendo contare, in cambio del versamento di un’aliquota, sull’impunità dei reati tributari e anonimato è dunque finito, e nella Repubblica di San Marino l’auspicio è che finisca anche tutta quella pressione, mediatica e “trasversale” (il pressing della Guardia di Finanza, ad esempio) compiuta dall’Italia sul Monte Titano. Che, messo alle strette, dopo essersi adeguato alle richieste degli organismi internazionali (Ocse, Moneyval) uscendo da back list e procedura rafforzata, si è trovato a fare i conti con le continue e sempre maggiori richieste da Roma, l’ultima delle quali, su cui ancora la piccola Repubblica tentenna, prevede lo scambio automatico di informazioni. Il tutto con la minaccia di lasciare San Marino nella nuova lista nera dei paesi non collaborativi (paradisi fiscali) legata al Decreto Incentivi, che prevede che i soggetti passivi all’Iva debbano comunicare telematicamente all’Agenzia delle Entrate, secondo modalità e termini definiti con decreto, tutte le cessioni di beni e le prestazioni di servizi effettuate e ricevute, registrate o soggette a registrazione nei confronti di operatori economici aventi sede, residenza o domicilio in Paesi cosiddetti black list.
La speranza, dicevamo, è legata al fatto che rientrato più denaro possibile nelle povere casse dello Stato italiano, Tremonti smetta di fare il duro con i più piccoli e si arrivi alla normalizzazione dei rapporti tra le due Nazioni, che passa dalla firma dell’accordo contro le doppie imposizioni fiscali. Staremo a vedere gli sviluppi della situazione nei prossimi giorni.
Intanto si attendono anche dall’Italia i dati relativi alla seconda fase di quello che dovrebbe essere l’ultimo scudo fiscale della storia. Se la prima fase aveva riportato in Italia 95 miliardi di euro – fonte Ministero delle Finanze – si ipotizza un ulteriore rientro di circa 15-20 miliardi.
Dal Titano, seguendo l’andamento dei flussi quando erano comunicati ufficialmente (sotto la Presidenza del dimissionario Biagio Bossone in Banca Centrale), è ipotizzabile un’uscita di denaro, dai forzieri delle banche sammarinesi, inferiore, o comunque vicina, ai 4 miliardi di euro. Sino al termine della prima tranche dello scudo, a metà dicembre, era stata comunicata un’uscita di 3 miliardi e 200 milioni, che per il sistema finanziario sammarinese equivale comunque ad un duro colpo.
Secondo Attilio Befera, direttore dell’Agenzia delle entrate, gli ultimi giorni della maxi sanatoria avrebbe interessato in particolare il rimpatrio giuridico degli immobili, lasciati alla fine perché i più difficili da fare". E poi ci sono sempre indecisi e ritardatari.
Di una cosa siamo però ormai certi: Giulio Tremonti ha ragione quando dice che il tempo dei paradisi fiscali è ormai finito.
 

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