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Resistere, resistere, resistere: gli eroi di Mourinho sono in finale

da Redazione

Non saranno santi (ancora per il momento, Sant’Ambrogio e San Siro permettendo…) ma sono sicuramente eroi. Lo ha detto Mourinho con un filo di voce, privatissimo, dopo l’impresa compiuta dalla sua Inter a Barcellona. Resistere in 10 contro 11 per un tempo e mezzo e conquistare la finale di Champions Legague dopo 38 anni effettivamente è un’impresa grandiosa. Già vale mezza coppa. E adesso a Madrid sotto col Bayern Monaco…

Quando l’Inter centrò per l’ultima volta la finale di Coppa Campioni era il 1971-72, l’austerity doveva ancora arrivare (un dato significativo, per i petrolieri della famiglia Moratti), in campo c’erano Burgnich e Facchetti, Boninsegna e Mazzola, dall’altra parte l’Aiax che alzò la Coppa con Krol e l’immenso Cruyff. Ma questa volta è diverso. Perché è un’altra generazione di calciatori “eroi”, che oggettivamente hanno già compiuto un’impresa.
L’impresa di difendere con i denti il 3-1 dell’andata, di trovarsi all’ultimo momento senza Pandev e quindi con la necessità di ridisegnare l’assetto tattico all’ultimo secondo. Di restare con un uomo in meno al 29’ del primo tempo (che ingenuo Thiago Motta, che furbo Busquets, che frettoloso l’arbitro a estrarre il rosso diretto, ma non sarebbe cambiato niente perché era comunque una manata da doppia ammonizione). Il Barcellona, oggettivamente il più brutto Barcellona degli ultimi anni, tra andata e ritorno, ma il merito è anche dell’Inter, sicuramente, ha giocato 95 minuti nella trequarti dell’Inter. Eto’o e Milito hanno fatto tante volte i difensori aggiunti. E il gol di Piqué arriva troppo tardi per completare la remuntada: all’Inter e ai suoi tifosi a quel punto non restava che una manciata di minuti da soffrire col cuore in gola prima di esplodere in una grande festa. E se non si può parlare propriamente di un trionfo del calcio italiano (in campo non ce n’era nemmeno uno, sono rimasti seduti in panchina Toldo, Materazzi e Balotelli…) sicuramente è stata una vittoria del calcio all’italiana: il "catenaccio" come l’hanno rispolverato gli iberici, ma soprattutto un calcio tattico e accorto, dove ogni azione e ogni movimento era dettato dall’attenzione a non scoprirsi. Che dire, complimenti. E se può essere vero ciò che ha detto Guardiola a fine partita, e cioé che non si sa se la squadra che ha passato il turno è davvero la più forte, di sicuro c’è che è in finale chi l’ha meritato di più. E non solo nella partita di ieri, ma in tutta la Champions.

MOURINHO: “UNA SQUADRA DI EROI”
“Una squadra di eroi, una squadra dove tutti hanno lasciato il sangue. Gli altri parlavano di lasciare la pelle, noi abbiamo lasciato il sangue".
Lo ha detto Josè Mourinho, ai microfoni di Rai Sport, al termine della sfida contro il Barcellona che ha regalato all’Inter la finale di Champions League. "E’ stata la vittoria di tutti, di chi ha giocato e non ha giocato, dei tifosi che hanno sofferto con noi – continua Josè Mourinho – loro hanno creato un’atmosfera con qualche storia che sarà una storia da raccontare ai nipoti, sono successe cose assolutamente incredibili. Non hanno giocato con la loro forza, con il loro calcio, con la qualità del loro gioco, non c’è stato fair-play né dentro il campo, né fuori il campo, fino alle 4 del mattino c’erano fuochi d’artificio davanti al nostro albergo, abbiamo chiamato la polizia alle 23.30 ed è arrivata alle 3.30 del mattino, a Eto’o hanno chiesto di pagare le tasse del 2005…". Mourinho però vuole godersi il momento. La sua Inter è in finale di Champions League dopo 38 anni. Da Angelo Moratti e Massimo Moratti. Una generazione che corona il suo sogno. “Questa di Barcellona è la vittoria, anzi la sconfitta più bella della mia vita. Questa squadra meritava di pareggiare 0-0. E’ stata una gara straordinaria. Loro hanno lasciato la pelle, noi il sangue… e il sangue conta più della pelle”. E ancora: “Ho già vinto la Champions – ha concluso -, oggi è stato più bello di quando ho vinto io. Purtroppo non potevo giocare, sennò entravo e lasciavo anche io il sangue”. E il futuro? “Non prendo questa strada, il mio futuro ora sono queste 5 finali che mi rimangono”.

MORATTI: “GRANDE INTER, MOURINHO FENOMENO”
“Ho visto una grande Inter, i complimenti vanno a tutti, e a Mourinho che è stato un vero fenomeno”. Massimo Moratti prova a contenere la gioia dopo la qualificazione alla finale di Champions, al termine di 95′ terribili, buona parte giocati dieci contro undici in casa del Barcellona. “Paragoni con l’Inter degli anni Sessanta? No, pensiamo a questa – ha aggiunto, a Sky, Moratti – E’ la vittoria dell’umiltà e del sacrificio, tutti bravissimi a reggere l’urto del Barcellona. Mourinho è stato fenomenale, i giocatori sapevano perfettamente cosa fare anche in inferiorità numerica”.
E’ stata anche la notte dell’incoronazione definitiva di Josè Mourinho nella storia della società nerazzurra, perché mai un allenatore era riuscito a dargli emozioni simili. “Tra Herrera e Mourinho, ci sono 40 anni di distanza, ma hanno delle similitudini nelle qualità”, dice un “felicissimo” Moratti. Mourinho alla fine ha corso come un pazzo per tutto il Camp Nou perché è lui il primo a sapere di aver compiuto “un’impresa storica”.

 

QUINTA FINALE PER L’INTER, L’ULTIMA 38 ANNI FA. ULTIMA VITTORIA NEL 65
Trentotto anni dopo, l’Inter ritrova una finale di Champions League o Coppa Campioni che dir si voglia. La squadra nerazzurra entra per la quinta volta nella sua storia finale della coppa dalle grandi orecchie, esattamente 38 anni dopo l’ultima volta, quando ancora non si chiamava Champions ma semplicemente Coppa Campioni. Le 4 finali precedenti disputate dall’Inter si riferiscono alle 2 vinte nelle edizioni 1963/64 (3-1, a Vienna contro il Real Madrid) e 1964/65 (1-0, a Milano contro il Benfica) ed alle 2 perdute nelle edizioni 1966/67 (1-2, a Lisbona contro il Celtic Glasgow) e 1971/72 (0-2, a Rotterdam contro l’Ajax): era stata quella l’ultima volta.
In senso assoluto altre 5 formazioni italiane che non siano l’Inter hanno centrato questo traguardo complessivamente 21 volte, di cui 11 il Milan, 7 la Juventus, 1 a testa Fiorentina, Roma e Sampdoria. Le vittorie italiane, accanto alle 2 dell’Inter, sono state altre 9 (7 per il Milan, 2 per la Juventus), mentre le finali perse, oltre alle 2 nerazzurre, sono state ulteriori 12 (5 la Juventus, 4 il Milan, 1 a testa Fiorentina, Roma e Sampdoria).

RESSA IN AEROPORTO PER L’ARRIVO DELL’INTER, FISCHI PER BALOTELLI
Come richiesto da Mourinho, circa cinquemila tifosi nerazzurri hanno accolto l’Inter di ritorno da Barcellona all’aeroporto di Malpensa, dove l’aereo con a bordo la squadra finalista di Champions League è sbarcato alle 2:28. I tifosi hanno invaso l’area arrivi dello scalo rendendo piuttosto complicata l’uscita dei calciatori, dello staff e anche di Mourinho, assalito dai tifosi in festa. Cori e applausi per tutti, ma si è sentito qualche fischio e qualche insulto nei confronti di Mario Balotelli, scortato all’uscita da un paio di addetti alla sicurezza.

I GIORNALI IN SPAGNA CONTRO ESULTANZA MOURINHO: GESTO DI SFIDA
“Adios Bernabeu, Adios”. Così i media spagnoli, in particolare l’edizione on line di AS, saluta la finale della Champions League 2010, dopo l’eliminazione del Barcellona a opera dell’Inter. “Il Barcellona – scrive il catalano AS – ha vinto 1-0 contro un’Inter ultradifensiva, ma non è stata capace di rimontare”. Il giornale spagnolo ricorda l’espulsione di Thiago Motta come episodio cruciale della partita, e sottolinea come a fine partita “Mourinho si sia catapultato in campo, per esser poi rimproverato” da giocatori e dirigenti del club catalano. “Ha vinto la sua massima machiavellica: il fine giustifica i mezzi”, scrive AS, notando come l’Inter “ha rinunciato al calcio, giocando solo una partita di difesa”. Marca invece accusa Mourinho per l’esultanza finale, quel dito alzato all’indirizzo dei tifosi interisti. “E’ un gesto di sfida alle tribune”, scrive il giornale di Madrid. Ma non può fare a meno di notare che il Barcellona “si e’ infranto sul muro difensivo dell’Inter”.
Ancora più duro, sempre nell’edizione on line, il catalano “La Vanguardia”: “Il catenaccio dell’Inter distrugge il sogno Bernabeu”, parlando un Barcellona “sempre superiore” all’avversario, ma recriminando sul gol annullato a Bojabn che impedisce la qualificazione alla finale.

 

IL TABELLINO

BARCELLONA-INTER 1-0 (p.t. 0-0)

RETE: Piqué al 39’ s.t.

BARCELLONA (4-3-3): Valdes; Dani Alves, Touré, Piqué, G. Milito (dal 1’ s.t. Maxwell); Keita; Xavi, Busquets (dal 18′ s.t. Jeffren), Keita; Messi, Ibrahimovic (dal 16’ s.t. Bojan), Pedro (Pinto, Marquez, Thiago, Henry). All. Guardiola.

INTER (4-2-3-1): Julio Cesar; Maicon, Lucio, Samuel, Zanetti; Cambiasso, Thiago Motta; Eto’o (dal 41’ Mariga), Sneijder (dal 20’ s.t. Muntari), Chivu; D. Milito (dal 36’ s.t. Cordoba). (Toldo, Materazzi, Balotelli). All. Mourinho.

ARBITRO: De Bleeckere (Bel).

NOTE: spettatori 95mila circa. Espulso Motta al 28’ p.t. per c.n.r. Ammoniti: Pedro, Chivu e Muntari per gioco scorretto, Julio Cesar per c.n.r..Recuperi: 2’ p.t., 4’ s.t.

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