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Masi: San Marino chieda di entrare nell’UE

da Redazione

Governare il cambiamento in atto. Non deve essere solo un’intenzione, ma una volontà concreta per San Marino. Il sistema finanziario si trova di fronte ad una svolta epocale e San Marino Fixing vuole offrire lo spunto per ragionare su questo cambiamento. Sul numero in distribuzione oggi, in una lunga intervista, il Presidente della Fondazione San Marino Cassa di Risparmio, Tito Masi, affronta temi delicati. La dismissione del Gruppo Delta, lo scambio automatico di informazioni con l’Italia, il futuro del sistema finanziario, l’azzeramento di Banca Centrale e, non certo per ultima come importanza, la proposta che il Titano entri in Europa.

Di Loris Pironi

 

Sono gli ultimi giorni dello scudo fiscale, il sistema finanziario sammarinese è alle prese con una fase estremamente delicata. L’addio al segreto bancario e la notevole riduzione del patrimonio nelle casse degli istituti di credito del Titano rappresentano indubbiamente un punto di svolta, anzi una svolta epocale. Che non va soltanto subita ma indirizzata in qualche modo, perché alcuni margini di manovra ci sono. Le banche sammarinesi hanno dimostrato di aver agito con prudenza nei mesi passati, in modo da parare il duro colpo del provvedimento italiano per il rientro dei capitali dall’estero, ma la partita è ancora lunga e anzi si giocherà nei prossimi mesi.
San Marino Fixing vuole offrire lo spunto per ragionare su questo cambiamento, perché un confronto è indispensabile come non mai. Ecco perché abbiamo sentito il parere di Tito Masi, Presidente della Fondazione San Marino, che controlla la Cassa di Risparmio, il principale istituto di credito della Repubblica.

Prima di entrare nel dettaglio dei ragionamenti su questa delicata materia non possiamo esimerci dal domandare lumi sulla situazione del Gruppo Delta, che ricordiamo è in fase di dismissione. La trattativa con Intesa Sanpaolo è in corso, ma ci sono sviluppi proprio in questi giorni per quello che riguarda il piano di ristrutturazione dei debiti.

“Per Delta – afferma il Presidente Tito Masi – si sta avvicinando il momento più importante. Siamo alle prese con quei passaggi che ci permetteranno di guardare con maggiore serenità al futuro della Cassa di Risparmio. L’elemento di svolta è rappresentato dal fatto che siamo alle battute finali nella raccolta dell’adesione di tutte le banche all’accordo per la ristrutturazione dei debiti del Gruppo Delta. L’approvazione del Bilancio dell’esercizio 2009 della Cassa, poi, sarà il passaggio successivo. Questi due elementi insieme ci consentiranno di dare concreta attuazione all’aumento di capitale sociale della Cassa di Risparmio”.

Proviamo a ragionare concretamente sul futuro del sistema finanziario di San Marino.

“Personalmente sono sempre stato critico sul modo di fornire autorizzazioni alla costituzione di nuove banche e finanziarie: il sistema è cresciuto troppo in fretta e senza sviluppare un’adeguata vigilanza. Non voglio generalizzare, per carità, ma in alcuni casi in passato non sono stati verificati i necessari requisiti di solidità, affidabilità e competenza dei promotori. E questa è la fotografia della situazione. In questo contesto ci sono due elementi di novità: il risultato dello scudo fiscale, che di fatto ha comportato la riduzione di un terzo delle risorse da gestire da parte dell’intero sistema, e il venir meno di quello strumento di appeal che è rappresentato dal segreto bancario. Da un lato dunque si riducono gli spazi operativi e le risorse da gestire, dall’altro aumenta l’impegno delle banche per fare fronte alle nuove normative che San Marino ha recepito dagli organismi internazionali. Tutto questo mi fa pensare che sia inevitabile una ristrutturazione del sistema, con fusioni e forse la chiusura di alcune realtà. Nel prossimo futuro bisognerà dunque concentrarsi sulla qualità dei servizi e dei prodotti. Ed è indispensabile che, nei rapporti italo-sammarinesi, venga definita per gli operatori del Titano la possibilità di operare sui mercati internazionali. In questo processo di ristrutturazione ritengo che la Cassa di Risparmio, controllata dalla Fondazione, possa e debba avere un ruolo di primo piano”.

La possibilità di andare ad operare in Italia è vista come condizione fondamentale da molti operatori del settore.

“Sì, nel contesto di un complessivo processo di trasformazione va inserita anche l’opportunità di offrire alle banche la possibilità di operare sui mercati esterni, anche per evitare ulteriori ripercussioni troppo pesanti per il sistema”.

Altro nodo cruciale per San Marino: le dimissioni del Presidente di Banca Centrale Ezio Paolo Reggia.

“Ho già avuto modo di esprimere la mia opinione su Banca Centrale, ponendo sul tavolo rilievi critici circa l’azzeramento dei vertici dell’Istituto. Ritengo che anche nei rapporti esterni la brevità dell’incarico del Presidente Reggia, sul cui operato non entro nel merito, non abbia certo contribuito a rafforzare l’immagine di BCSM. Si è trattato di una nuova pessima figura. Ora è necessario provvedere al più presto alla nomina del nuovo Presidente, e a questo punto ritengo che dovrà essere un cittadino sammarinese”.

Argomento di scottante attualità, lo scambio d’informazioni automatico, che l’Italia richiede con forza.

“Le richieste dell’Italia da un anno a questa parte sono cambiate notevolmente. Partivamo dalla convenzione contro le doppie imposizioni del 2002 che l’Italia non ha mai voluto ratificare, nel giugno del 2009 era stata raggiunta l’intesa sul nuovo scambio d’informazioni modello Ocse 2005, con piena soddisfazione dell’Italia che poi inspiegabilmente non ha formalizzato la sottoscrizione, e ora ci viene chiesto di modificare ulteriormente gli accordi, in maniera peggiorativa rispetto agli standard europei. Sicuramente queste continue richieste provocano un certo stupore. Personalmente credo si possa prendere in considerazione anche l’idea di uno scambio automatico d’informazioni, solo però se viene inserito nell’ambito di una trattativa e per raggiungere un accordo che rappresenti una soluzione definitiva nel contenzioso tra Italia e San Marino, fino ad arrivare alla definitiva normalizzazione dei rapporti tra i due Stati. Ritengo sufficiente il pacchetto trasparenza predisposto dal governo sammarinese, ma ora non si può continuare a sfogliare la margherita, si deve arrivare ad un accordo, che tenga conto anche delle esigenze del nostro Paese. Senza contare che, per quello che riguarda lo scambio d’informazioni, finora non si conoscono i contenuti precisi, le modalità e i tempi che l’Italia vorrebbe”.

San Marino si trova di fronte ad una svolta epocale che comporta grandi difficoltà.

“Oggi è necessaria una coscienza collettiva a favore del cambiamento. E si deve guardare con occhi diversi anche la possibilità di adesione all’Unione Europea. Del resto la scelta di trasparenza e di allineamenti agli standard europei è inevitabile, e allora se non vogliamo solo subire questo cambiamento dobbiamo muoverci per vedere se è possibile utilizzare le opportunità che l’adesione all’UE potrebbe offrirci. In tempi non sospetti, nel lontano 1993, con Alleanza Popolare lanciammo per primi la richiesta di mettere in discussione la scelta di rimanere paese terzo nell’allora Comunità Europea, avanzando l’ipotesi di aderire a pieno titolo. Le condizioni oggi sono magari diverse, e poi mettiamo in conto il fatto che ci possano essere grosse difficoltà in un cammino di questo genere. Ma ritengo che questo sia un passaggio indispensabile. Senza contare il fatto che la scelta potrebbe avvenire anche in maniera graduale, e che un primo step possa essere rappresentato dall’ingresso nello Spazio Economico Europeo. Compiere oggi una scelta che vada in questa direzione presentando subito un’istanza di adesione rappresenterebbe la chiara manifestazione di una volontà politica tale da rendere irreversibile la scelta del cambiamento”.

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