Home NotizieSan Marino Imprese, per cedere aree statali via l’obbligo di maggioranza qualificata

Imprese, per cedere aree statali via l’obbligo di maggioranza qualificata

da Redazione

È stata una riunione burrascosa quella di martedì sera per la Commissione Territorio. Che ha dato il via libera alla modifica della legge del 2004 che prevedeva l’obbligo di maggioranza qualificata (i due terzi dei voti del Consiglio Grande e Generale) per la cessione di aree di proprietà pubblica ad uso industriale.

In una burrascosa riunione, la Commissione Territorio martedì sera ha dato il via alla modifica della legge del 2004 che prevedeva l’obbligo dei due terzi dei voti favorevoli del Consiglio Grande e Generale per vendere aree di proprietà pubblica ad uso industriale, abitativo, artigianale e i frustoli.
La modifica è stata accolta di stretta misura, con 8 voti favorevoli, 7 contrari e un astenuto. Tra mille polemiche. Con questa modifica si cancella l’obbligo della maggioranza qualificata, i due terzi dei voti dei consiglieri, per vendere aree industriali e artigianali di proprietà dello Stato. Obbligo che invece rimane per i terreni a uso abitativo e per i cosiddetti frustoli.
L’intento della segreteria di Stato per il Territorio era quello di eliminare completamente l’obbligo della maggioranza qualificata, ma su spinta di Alleanza popolare in commissione è stato presentato un emendamento che lo preserva, appunto, per i territori a uso abitativo e per i frustoli.
"Abbiamo ritenuto – spiega il consigliere di Ap Andrea Zafferani – che il Governo potesse avere la possibilità di fare una politica economica in autonomia e di rendere anche più snelle le procedure". Si tratta comunque, sottolinea, della maggioranza assoluta e non di quella semplice. Serviranno dunque sempre almeno 30 voti.
L’opposizione storce però decisamente il naso, anche perché il Patto per San Marino perde un voto durante la votazione. E parla di "deciso dietrofront" da parte della maggioranza. La modifica al progetto di legge si era infatti già bloccata in commissione lo scorso luglio e alcuni esponenti dell’attuale maggioranza hanno fatto fuoco e fiamme negli anni passati, con tanto di referendum, per il vincolo dei due terzi. "L’approvazione del progetto di legge – stigmatizzano in una nota i Democratici di centro – rappresenta un ulteriore capitolo della strabiliante storia del Patto per San Marino". Infatti, "la votazione finale, con una sola astensione tra le fila della maggioranza, rappresenta chiaramente gli equilibri in campo".
"Dure critiche e forti perplessità" anche da parte del capogruppo dei Socialisti riformisti, Paolo Crescentini, che in una nota stigmatizza il comportamento di "quelle forze politiche che in passato avevano sostenuto a gran voce, anche attraverso un referendum, che non si dovesse togliere lo sbarramento dei 40 voti in Consiglio per alienare i terreni dello Stato".
Evidentemente hanno cambiato idea, "piegandosi alle volontà del governo che invece vuole disporre a proprio piacimento di terreni che non sono né della maggioranza né dell’opposizione, ma di tutti i sammarinesi". L’opposizione dunque annuncia battaglia, nell’auspicio che qualcosa possa cambiare durante la seconda lettura in Consiglio. E promette di vigilare affinché non sia fatto un cattivo uso della norma.

 

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