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Vancouver in pillole la fine delle Olimpiadi

da Redazione

Le Olimpiadi di Vancouver resteranno nella mente per alcune cose. Per la morte dello slittinista georgiano Kumaritashvili innanzitutto. Ma anche per il clima troppo mite che ha fatto penare gli organizzatori. Per le emozioni della finale di hockey tra il Canada e gli Usa, e per il programma "’Own the Podium’ (possiedi il podio) che ha portato i padroni di casa a un bilancio da record, con addirittura 14 ori. Mai nessuno aveva fatto tanto, prima.

Una pioggia d’oro seppellisce in Canada il ricordo di un ragazzo che, per andare a fare le Olimpiadi della neve, in Canada è morto. Quando si sarà placata l’euforia per il record di 14 medaglie d’oro conquistate in una sola Olimpiade invernale, ora che su Vancouver 2010 si sono spenti definitivamente i riflettori, ”sarà il ricordo di Nodar Kumaritashvili quello che resterà nel tempo”, come ha giustamente detto il presidente del Cio, Jacques Rogge, ricordando il giovane slittinista georgiano morto in prova proprio a poche ore dal via della kermesse a cinque cercih.


CANADA RECORD –
Con la vittoria nel torneo di hockey il Canada ha stabilito un record. Nessun Paese nella storia dei Giochi d’inverno aveva vinto tanto: 14 medaglie d’oro. Norvegia e Russia in altre edizioni si erano fermate a 13. E’ anche vero che molti degli ori sono stati vinti in discipline come il ‘mogul’ (lo sci sulle ‘gobbette’), il curling o il freestyle di sci. Tuttavia sembra abbia dato i risultati attesi il programma ‘Own the Podium’ (possiedi il podio) per il quale il Canada aveva investito 110 milioni di dollari per preparare i propri atleti. A Vancouver 2010 il Canada ha conquistato 14 ori, 10 la Germania, 9 Stati Uniti e Norvegia.

HOCKEY, SIDNEY CROSBY E ROBERTO LUONGO – La finale Canada- Stati Uniti a detta degli osservatori sarà ricordata come la più bella partita olimpica di hockey di tutti i tempi. Non tanto per l’abilità dei giocatori in campo, quanto per la tensione sportiva del match, vinto dal Canada per 3-2 solo ai supplementari dopo che gli Usa avevano pareggiato 2-2 a 24 secondi dalla fine dei tempi regolamentari. Protagonisti l’attaccante Sidney Crosby, star del Canada, e il portiere italo-canadese Roberto Luongo, idolo dei tifosi di Vancouver.


GIOIA CANADESE PER L’ITALIA –
Tutto il Canada ha salutato con gioia la vittoria dell’Italia nello slalom speciale. Da Whistler a Vancouver, dai tifosi che hanno seguito la gara in strada davanti ai maxischermi, agli addetti dell’organizzazione al lavoro nei centri stampa, quando Giuliano Razzoli ha tagliato il traguardo vi è stato uno spontaneo e molto canadese ”Italia, Italia” a salutare la sua vittoria.


PIU’ PIOGGIA CHE NEVE, PIU’ CALDO CHE FREDDO –
Se Vancouver può insegnare qualcosa dal punto di vista organizzativo, l’insegnamento riguarda in primo luogo il Cio: organizzare le Olimpiadi a livello del mare è un rischio. E’ vero che a Vancouver non si era mai visto un inverno così mite. Ma gli organizzatori sono diventati matti per garantire la neve là dove non c’era. Alla fine ce l’hanno fatta, ma ciò ha comportato uno sforzo aggiuntivo ”notevole”, ha ammesso John Furlong. Sochi 2014, che in Russia si trova sul livello del Mar Nero, è avvertita.


SICUREZZA –
Dal punto di vista della sicurezza Vancouver 2010 si è svolta in modo assolutamente regolare. Erano stati schierati qualcosa come 15mila uomini e 18.500 volontari per garantire che tutto si svolgesse senza sorprese. Così è stato. Gli organizzatori non hanno segnalato episodi di rilievo. Il più grave è stata la manifestazione anti-giochi organizzata dai ‘black bloc’ a inizio Olimpiade. Poi per le strade di Vancouver ha preso spontaneamente il sopravvento la festa della gente.
 

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