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L’onda verde, rossa di sangue almeno 3 le persone morte

da Redazione

L’onda verde s’infrange sullo scoglio della repressione governativa. In occasione del trentunesimo anniversario della rivoluzione islamica, il governo di Teheran ha indotto una grande celebrazione ufficiale, a cui è seguita la contro manifestazione dell’opposizione. Ne sono nati duri scontri in cui, secondo fonti non ufficiali, hanno perso la vita almeno tre persone.

Scorre nuovamente sangue per le strade di Teheran. Durante le celebrazioni per il trentunesimo anniversario della rivoluzione islamica, sono avvenuti violenti scontri nella capitale iraniana tra la polizia, le milizie Basiji e il movimento di opposizione al regime di Ahmadinejad. La cosiddetta “onda verde” piange la morte di tre compatrioti, una ragazza ventisettenne di nome Leyla Zarei e di due persone di cui ancora non si conoscono le generalità. Le autorità di Teheran tuttavia, non hanno confermato la notizia. Oltre ai semplici manifestanti, la repressione statale ha colpito anche il leader riformista Mehdi Karrubi e l’ex presidente Mohammad Khatami. Secondo il sito Parleman News, Karrubi sarebbe stato addirittura ferito al capo dai miliziani filo-governativi. Khatami, presente in piazza insieme agli oppositori, pare sia stato costretto a lasciare la manifestazione. Il governo iraniano, oltre a mettere in moto una dura macchina di repressione fisica, si è preoccupato anche di oscurare Internet, Gmail, di requisire parabole satellitari e cellulari, per impedire che filtrino all’estero notizie sui movimenti di piazza. Duro monito da Washington. Gli Usa sono scesi in campo per sostenere la libertà e i diritti civili del popolo iraniano. Secondo la Casa Bianca a tutti i cittadini dello Stato islamico va riconosciuto “il diritto universale di esprimersi liberamente in modo pacifico e senza dover subire intimidazioni e violenze”.
 

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