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IAM: pulizie, come fare matching tra imprese e “strutture”

da Mirkare Manzi

Visto il periodo, e quindi mi riferisco all’arrivo della bella stagione e alle imminenti festività di Pasqua, molte famiglie e molte aziende stanno provvedendo (o lo faranno a breve, visto anche il caldo e il sole) alle “celebri” pulizie: via le “cose” invernali e spazio a qualcosa di più leggero, con quel che ne consegue, cioè nuovi rifiuti.

Ma se una volta questa operazione si faceva in maniera snella – bastava cioè portare quello che non si adopera più nei centri preposti – da qualche tempo, e in maniera più stringente dal 2022, le carte sono un po’ cambiate.

Nessun allarmismo, sia chiaro: il fatto è che le normative, le direttive e i Decreti hanno stretto le “maglie” e sono diventati più precisi.

Se sino a qualche anno fa bastava fare una telefonata per accordarsi sulle modalità e i tempi di ritiro, adesso occorre muoversi con un po’ di anticipo.

Il mega settore “dell’ambiente, dei rifiuti e dell’ecologia” richiede può “professionalità”.

Ed è quello che noi di IAM cerchiamo di spiegare ai clienti quando, davanti a una nostra disponibilità ad accogliere i rifiuti non nell’arco di poche ore ma magari di qualche giorno, riceviamo come risposta uno “sbuffo” o qualche lamentela.

Come dicevo poco sopra, il mega settore – che sta facendo passi da gigante – oggi “segue” le Leggi sammarinesi, italiane ed europee e quindi si è indubbiamente “sofisticato”. Come snellire, nei limiti del possibile, il matching tra le richieste delle imprese e le strutture che accolgono i rifiuti?

In prima battuta direi che è necessario procedere a una cernita e a una selezione accurata del materiale “scartato”. È importante sapere cose si ha in azienda o in casa perché, e chi segue la nostra rubrica ne è già a conoscenza, sotto la parola “rifiuto” si celano tantissime sottocategorie che vanno dai RSU (Rifiuti Solidi Urbani) agli speciali pericolosi e quelli non pericolosi.

Chiarisco: la gestione della carta è diversa da quella della plastica o del vetro o del legno o di parti di macchinari utilizzati nelle imprese.

Il “problema”, che ritengo assolutamente risolvibile, è che sia i privati che le imprese non sono ancora pronti a “gestire” i rifiuti secondo le nuove indicazioni e quindi si ritrovano a una “gestione” e a modalità differenti rispetto a quelle a cui erano abituati.

Il settore dei rifiuti è diventato – e perdonate il “francesismo” ma preferisco essere chiaro e non fare giri di parole – da “immondezzaio” a “farmacista” lì dove per “farmacista” mi riferisco all’attenzione certosina che hanno i farmacisti a “pesare” gli elementi chimici e a dosare con precisione ogni singolo componente.

Andando verso la conclusione, il mio invito è quello di programmare in tempo – se non proprio con “largo anticipo” perlomeno di qualche giorno o qualche settimana – la “consegna” dei rifiuti e “sapere” soprattutto cosa si consegna.

Noi di IAM siamo consapevoli che non tutte le persone sono dei “chimici” e che non hanno le conoscenze per fare una “carta di identità” degli scarti. Per questo “supporto” IAM è sempre disponibile a intervenire e a fare consulenza.   

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