Home categorieComunicati Stampa Attivo Delegati CSU: “Si rispetti il ruolo negoziale del Sindacato”

Attivo Delegati CSU: “Si rispetti il ruolo negoziale del Sindacato”

da Redazione

SAN MARINO – Il paese si risolleva solo se si fanno ripartire il lavoro, gli investimenti nell’economia reale e lo sviluppo: lo ha affermato con forza l’Attivo Generale dei Delegati CSU svoltosi per l’intera giornata di oggi presso la sala Montelupo di Domagnano, facendo registrare un ricco dibattito da parte dei delegati.

Il Segretario Generale CSdL Giuliano Tamagnini, nella sua introduzione ha ripercorso i principali temi del momento, ad iniziare dall’accordo CSU-Governo del 20 luglio scorso, disatteso dal Congresso di Stato solo pochi giorni dopo. Un comportamento, quello del Congresso di Stato, che ha reso quell’accordo un documento praticamente privo di qualsiasi valore.

Rispetto alla situazione politica, abbiamo assistito nella seduta di ieri del Consiglio Grande e Generale ad una plateale riesplosione della conflittualità tra le forze politiche. Questo clima di scontro perenne è l’ultima cosa di cui ha bisogno il paese. In tal senso la CSU rivolge un appello alle forze politiche affinché, in una fase storica così difficile, compiano una inversione di tendenza e mettano da parte il proprio spirito di contrapposizione per favorire un clima di maggiore serenità, che permetta la ripresa del confronto democratico con tutti i soggetti rappresentativi della società, mettendo davanti a tutto il bene del paese, anziché gli interessi particolari.

La CSU, da parte, sua, in questi anni ha raggiunto diversi accordi con le proprie controparti – le associazioni di categoria – dimostrando che il confronto costruttivo e la concertazione tra parti diverse sono possibili e favoriscono la coesione del paese.

La legge recentemente approvata sullo sviluppo, contiene diverse criticità, ad iniziare dalla completa liberalizzazione delle assunzioni nominative, sia per i lavoratori sammarinesi e residenti che per i frontalieri. La CSU ritiene necessario per un paese piccolo come San Marino conservare un filtro in entrata che tuteli il diritto al lavoro dei cittadini residenti. L’aggravio del 4,5% per le imprese sulle nuove assunzione di frontalieri, è una misura che verosimilmente verrà fatto scontare agli stessi lavoratori.

Altri aspetti molto critici della legge sono gli incentivi alla contrattazione di secondo livello e la defiscalizzazione degli straordinari, che si configurano come dei veri e propri interventi a gamba tesa nella libera contrattazione tra lavoratori e imprese. La contrattazione di secondo livello, a San Marino, ha dimostrato di non funzionare, proprio per le piccole dimensioni della quasi totalità delle aziende sammarinesi, e rischia di indebolire la contrattazione collettiva, che è un valore che per la CSU va assolutamente consolidato e rafforzato, per il suo carattere di solidarietà e di tutela dei soggetti più deboli.

La stessa legge sullo sviluppo, invece, registra quale importante e storico risultato la stabilizzazione dei lavoratori frontalieri; in tal senso, nel sancire un diritto fondamentale, il Governo ha finalmente accolto una richiesta portata avanti caparbiamente dal sindacato da almeno un ventennio.

Rispetto ai temi dello sviluppo e dell’occupazione, nel ribadire la centralità dell’economia reale e produttiva, sono stati sottolineati i grandi problemi nella ricollocazione delle donne, che rappresentano la fetta più grande dei disoccupati. Sono urgenti politiche mirate ed efficaci per favorire l’occupazione delle lavoratrici, che devono essere messe nelle condizioni di trovare al più presto un lavoro dignitoso e tutelato.

Nei prossimi giorni partirà il confronto sul bilancio previsionale 2018; negli ultimi anni nelle leggi finanziarie i governi hanno inserito in maniera unilaterale e spesso con veri e propri blitz provvedimenti penalizzanti per i lavoratori, per i pensionati e per gli stessi fondi pensionistici. La CSU si accinge a questo confronto rivendicando il pieno rispetto del ruolo contrattuale del sindacato, mettendo in guardia l’Esecutivo dal compiere atti di forza o dall’adottare altre misure punitive verso i lavoratori e i pensionati.

È iniziato il confronto anche sul fisco; in questo senso, la riforma del 2013 ha portato ad un aumento della tassazione dei lavoratori dipendenti e dei pensionati ma – dati alla mano – non ha prodotto alcun incremento nella contribuzione fiscale dei lavoratori autonomi.

In molti casi, il datore di lavoro percepirebbe un reddito più basso di quello dei propri dipendenti! È ora di mettere fine senza indugio a questa scandalosa anomalia, attivando una seria azione di controllo e di accertamento, se necessario anche attraverso la istituzione di un corpo di “Polizia Tributaria”, e con verifiche accurate sulle transazioni tracciate attraverso la Smac.

Altro fronte importante è relativo al confronto sulla spending review, rispetto a cui è stato messo in piedi un apposito gruppo di lavoro, che si è incontrato per la prima volta nei giorni scorsi: per la CSU, per abbassare i costi della macchina statale prioritariamente occorre una attenta e rigorosa verifica degli appalti di opere pubbliche ai privati, che spesso registrano scostamenti elevatissimi tra i costi preventivati e quelli finali.

Quelle che sono considerate le tre principali aree di spesa – sanità, socio sanitario e scuola – non devono essere toccate dal punto di vista dell’efficienza dei servizi. Infatti, i servizi essenziali dello stato sociale sono elementi fondamentali con cui si sostanzia la democrazia. Si possono fare economie, ma questi servizi non vanno indeboliti o ridimensionati.

La riforma pensionistica per la CSU rappresenta una delle maggiori priorità per il paese: il Governo nell’estate scorsa ha presentato un documento elaborato da una Commissione istituita nel 2014 e confermata anche dall’attuale Esecutivo, che compie un’analisi della situazione e traccia alcuni scenari futuri, ma non contiene vere e proprie proposte. La CSU chiede che si entri al più presto nel vivo del confronto, con la presentazione da parte del Governo di proposte progettuali.

Rispetto alla complessa crisi delle banche, da tempo al centro del dibattito nelle iniziative sindacali, una delle priorità della CSU è la difesa dei fondi pensione, come noto investiti nelle banche sammarinesi, e rispetto a cui si continuano a rivendicare le massime garanzie di solvibilità. In tal senso, per la CSU le risorse del fondo pensioni potranno essere in parte, eventualmente, utilizzate per dare sostegno al sistema bancario solo in maniera concertata con le organizzazioni sindacali e mai in modo unilaterale, confermando l’impegno, in ogni caso, di sottoporre a referendum tra i lavoratori qualunque scelta.

È necessario definire e completare al più presto il percorso di sblocco dei conti correnti di Asset Banca, e assicurare la massima tutela dei risparmi depositati da tanti cittadini in questo Istituto di Credito. La CSU ribadisce ancora una volta che se ci sono state responsabilità penali nella cattiva gestione delle banche e nella formazione di un ammontare così alto di NPL (2 miliardi di euro), queste responsabilità devono essere accertate e punite adeguatamente dalla Magistratura.

La CSU rivendica, all’interno degli organismi di gestione dei fondi pensione – Comitato Gestore di Fondiss e Consiglio per la Previdenza – una maggiore incidenza dei rappresentanti dei lavoratori e dei datori di lavoro, rispetto ai rappresentanti della politica. Viste le notizie di stampa lette sui giornali odierni riguardanti i fondi del secondo pilastro previdenziale (Fondiss), allocati presso Banca Centrale, la CSU invierà rapidamente una richiesta di incontro urgente ai Segretari di Stato per le Finanze e per la Sanità, per verificare come sono stati utilizzati tali fondi da Banca Centrale.

L’Attivo ha deciso di riconvocarsi nelle prossime settimane, e comunque entro il mese di novembre, per prendere in esame l’evolversi della situazione, ad iniziare dal confronto che si svilupperà sul bilancio previsionale 2018.

CSU

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento