Home NotizieSan Marino Umberto Eco a San Marino Tra memoria e democrazia autoritaria

Umberto Eco a San Marino Tra memoria e democrazia autoritaria

da Redazione

Con una lezione magistrale sul tema della memoria si è chiusa la due giorni di Umberto Eco sul Titano. Il Professore, che è stato anche ricevuto dai Capitani Reggenti, difende San Marino. E per altre cose accusa l’Italia, per i mali dell’università, ma soprattutto per il potere strisciante che ha portato nel giro di pochi anni ad una “democrazia autoritaria”.

Con una lezione magistrale sul tema della memoria si è conclusa la due giorni di Umberto Eco a San Marino. Eco è stato ricevuto dai Capitani Reggenti, e molti sammarinesi hanno seguito le sue lezioni. Prima, al Teatro Titano, si è svolta quella sul tema degli indici. Per il Professore, che ha co-fondato nel 1988 l’Università di San Marino e che da queste parti è di casa, “gli elenchi in epoca contemporanea hanno un ruolo diverso rispetto al passato. I classici elencavano gli oggetti o le cose perché non avevano le parole. I moderni, da Joyce a Borges, lo fanno per rimescolare le carte della vita”. Parla spesso di ”vertigine” della conoscenza e dell’anima Umberto Eco nei suoi interventi. Per lui ”San Marino è un luogo nel quale ogni tanto vengo. Ho la casa di campagna a pochi chilometri da qui, nelle Marche e come tutti salgo sulla Rupe per comprare le ultime novità tecnologiche”.
Non è spaventato della situazione economica e sociale attuale il professore, però è molto critico. Per lui “l’Italia in questo momento è uno struscio di Stato, il potere non si occupa in una notte, ma con piccoli accorgimenti si possono modificare tante cose. La gente non se ne accorge e siamo finiti nel giro di pochi anni in una democrazia autoritaria”.
La cosa – prosegue Eco, intervistato da Adnkronos – non mi preoccupa più della mancanza d’acqua nel sud del pianeta per la stragrande maggioranza delle persone. Cioé, certo mi preoccupa, ma io posso bene poco, come ogni singolo”. A decadere è anche il ruolo dell’intellettuale, a quanto pare. A dispetto delle belle parole su elenchi e memoria, infatti, il giudizio sul contemporaneo di Eco è drammatico. ”Sulla riforma universitaria si potrebbero dire molte cose – prosegue il Professore – certo è che in Italia il tre più due non ha funzionato. Colpa della struttura? Degli insegnanti? Di qualcuno di certo e ora abbiamo studenti meno preparati”.
Eco insomma non salva molte cose, se non il suo bocchino da sigaro ”da quando ho smesso di fumare tengo solo il bocchino in bocca. Non riesco nemmeno a sedermi al computer per lavorare se non ce l’ho” e il whisky doppio malto. E se dovesse riscrivere oggi il ”Diario minino” Eco non saprebbe più chi infilarci dentro. Anche i grandi miti dell’età d’oro dei mass media sono scomparsi e quindi ”non ci sono piu’ molte certezze”. Lo sguardo di Eco non è però pessimista, ma solo ”critico nei confronti di cambiamenti striscianti che minano la democrazia senza che ce ne accorgiamo veramente”.

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