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Radicor, Condotte: no delle banche al prestito ponte, i cantieri non ripartono

da Redazione

No delle banche, guidate da Unicredit, al prestito ponte da 40/50 milioni di euro che doveva servire a Condotte d’Acqua (in amministrazione straordinaria dal 6 agosto) ad avviare vecchi o nuovi cantieri per quasi due miliardi di euro. Tutto da rifare: le banche, come risulta a Radiocor, continuano a non fidarsi di Condotte, a non ritenere presenti le minime garanzie per poter concedere altri prestiti (il debito pregresso con le banche ammonta a circa un miliardo, più un altro miliardo con i fornitori), anche se a guidare il gruppo ora non ci sono più Duccio Astaldi e Isabella Bruno Tolomei Frigerio, né il fondo Attestor Capital, ma professionisti esterni appoggiati dal Ministero dello Sviluppo. Per due volte nelle settimane scorse erano stati fissati appuntamenti – dati per decisivi – tra i tre amministratori (Giovanni Bruno, Alberto Dello Strologo e Matteo Uggetti) e una delegazione delle 32 banche creditrici, e per due volte dagli incontri è uscita fumata nera. A questo punto le trattative sono chiuse, e i tre commissari puntano ad accelerare la richiesta del prestito statale, dal fondo per le imprese in amministrazione straordinaria. Serve prima l’ok della Commissione europea, si puntava a chiudere il tutto entro gennaio, ora insieme al Mise i tre commissari puntano a incassare il prestito prima di Natale. Ma il tempo stringe, anche perché la pazienza delle stazioni appaltanti sta finendo – dopo mesi di cantieri Condotte fermi o di gare aggiudicate e contratti che non si possono firmare per assenza di garanzie – e lo stesso Ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli ha invitato Anas e Rfi a rescindere i contratti alle imprese che non sono in grado di portare avanti i cantieri. Il prestito dal fondo statale, una volta autorizzato dalla Commissione (una verifica che non si tratti di aiuto di Stato), dovrebbe risolvere tutti i problemi di liquidità: la cifra dovrebbe essere pari a 190/200 milioni di euro. Ma i tempi di effettiva concessione hanno un margine di incertezza, per questo si puntava al prestito bancario ponte di 40-50 milioni. Il progetto dei commissari era poi di presentare il piano di ristrutturazione entro marzo prossimo, e quindi far partire gli avvisi per le cessioni, parziali o totali, del gruppo e dei suoi asset (una volta riavviati i motori, però, dunque valorizzandolo). Ora torna a pendere su Condotte il rischio di una liquidazione, con contratti rescissi o non firmati e pochi asset sani rimasti da vendere. Eppure i commissari ce l’hanno messa tutta nei tre mesi passati per riattivare l’azienda. Sono stati ricuciti i rapporti con il governo algerino, e sono così pronti a ripartire i contratti stradali e ferroviari per un valore residuo per circa 470 milioni di euro: l’Algeria è anche pronta ad anticipare qualche decina di milioni di euro, ma servono garanzie. Il personale di Condotte è già pronto a partire per l’Algeria, ma i biglietti aerei sono in stand by. Ricuciti i rapporti anche con la Regione Lombardia per la Città della Salute, una commessa che vale 140 milioni per Condotte, su cui è stato anche vinto il ricorso di Salini Impregilo: un contratto pronto alla firma che però senza liquidità rischia di saltare per sempre. Riattivati anche i rapporti con Bolzano per il nuovo carcere e la biblioteca (62 milioni), ma anche qui per la firma e l’avvio dei cantieri servono soldi. Sul nodo di Firenze dell’alta velocità, anche questo un cantiere fermo dall’inizio dell’anno, i commissari hanno in corso una trattativa per cedere a Rfi la società Ergon (al 70% di Condotte, anch’essa in amministrazione Marzano dal 31 ottobre, affidata agli stessi tre commissari), società a che a sua volta controlla al 99% Nodavia, società di scopo titolare del contratto per il nodo di Firenze (in amministrazione dal 9 ottobre). In pratica il costruttore dell’opera diventerebbe una controllata della committente, il lavoro diventerebbe in house. La cessione di Ergon a Rfi dovrebbe portare qualche decina di milioni di euro a Condotte.

 

Il Sole 24 Ore Radiocor Plus

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