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Ricavi e investimenti: sul 2024 spingono Chimico e Bio-Farma

da Daniele Bartolucci

L’analisi dell’Osservatorio ANIS presentata in Assemblea Generale ha messo in evidenza le difficoltà delle imprese nell’affrontare la fase di incertezza sui mercati che si sta manifestando da diversi mesi e per fattori differenti ma che uniti amplificano le problematiche: su tutti il raffreddamento della domanda dovuta alla crisi dei consumi e le questioni geopolitiche (che si traducono anche difficoltà nella catena delle forniture) dovute ai conflitti in corso in Europa e purtroppo di nuovo nell’area medio-orientale. Se emerge, quindi, che si prospetta in base alle risposte degli imprenditori, un rallentamento generale dell’economia sammarinese (dove le aziende associate ANIS rappresentano una parte consistente e maggioritaria per numero di addetti e fatturati nel settore privato), è anche vero che non tutti i settori stanno vivendo la stessa situazione e la stessa prospettiva.

RICAVI: CRESCITA BASSA MA NON PER TUTTI

In base alle simulazioni effettuate sul 2023 (di cui ancora non sono disponibili i bilanci puntuali ma le rilevazioni sono state effettuate a fine anno, quindi comunque molto indicative) si è visto come, in generale, tutti i trimestri sono stati più deboli di quelli del 2022 per quanto riguarda i ricavi delle aziende: il totale dei ricavi nel 2022 (dato ricavato dai bilanci depositati) era stato di 1.509.189.324 €, mentre per il 2023 si stima una diminuzione a 1.480.905.876,71 €.

La tendenza pare stia proseguendo anche nel 2024, ma con un dato finale generale di +1,14% (per un totale stimabile in 1,497 miliardi di euro). Si crescerà meno, ma si crescerà.

Detto questo, come già avvenuto nel 2023, non tutti i settori imprenditoriali hanno vissuto e vivranno le stesse dinamiche: il settore abbigliamento, ad esempio, che aveva visto diminuire i propri ricavi l’anno scorso, si ipotizza che continuerà in questa fase negativa anche per il 2024.

Allo stesso modo, il Meccanico, che è il settore più “pesante” del campione di aziende analizzato, potrebbe vedersi ridurre il valore dei ricavi dal record del 2022 di 569 milioni di euro ai 512 del 2023 per arrivare ai 480,8 stimati per il 2024.

Al contrario il settore Chimico dovrebbe essere quello con le migliori performance economiche, tanto che per il 2024 si stima un +22% dei ricavi (che passerebbero da 150,7 a 183,9 milioni di euro).

Lo stesso dicasi per il Bio-Farma, che dovrebbe guadagnare un +7,7% portando il totale dei ricavi da 140 a 150,9 milioni di euro.

INVESTIMENTI IN CALO, MA NON SUL CAPITALE UMANO

Con uno scenario di incertezza su diversi fronti e prospettive di crescita basse (se non, in diversi casi, anche negative), anche le scelte riguardanti gli investimenti saranno più prudenti possibili. In generale, come spiegato dal Dott. Simone Selva nella presentazione delle analisi dell’Osservatorio, “l’80,22% dei rispondenti prevede di non effettuare investimenti nel 2024 o di effettuare investimenti inferiori o simili al 2023”. Si tratta sia di investimenti materiali e tecnologici, ma anche in capitale umano, dove però – dato molto importante a livello di sistema e anche a livello sociale – “la quasi totalità del campione prevede di non fare riduzioni di personale a conferma delle considerazioni maturate con riferimento al 2023”, tanto che “il 62,22% del campione prevede una stabilità o assunzioni in sostituzione”. Positivo, anche se in calo rispetto al 2023 e soprattutto al 2022, “il 30% del campione prevede una crescita di organico con punte significative in alcuni settori”. Alcuni di questi sono gli stessi in cui si prevede anche una crescita dei ricavi, ovvero Chimico e Bio-Farma (che si conferma anche il settore più predisposto a fare investimenti quest’anno), ma sono in buona compagnia, perché anche Meccanico, Edilizia e Informatica prevedono di aumentare il proprio organico.

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