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Editoriale: l’ora delle riforme istituzionali

da Daniele Bartolucci

Con la nuova convocazione del Consiglio Grande e Generale torna in agenda il “Dibattito per l’istituzione di una Commissione Speciale sulle Riforme Istituzionali”, che era stato fissato e poi rinviato sia nelle sessioni consiliari di novembre e dicembre 2023 e, ancora, in quella di gennaio 2024.
Non trattandosi di un progetto di legge già definito, appare strano questo “prendere tempo” su un tema che, da qualunque parte lo si guardi, ha tutte le caratteristiche dell’urgenza. Non è sicuramente la priorità per quanto riguarda l’economia o le famiglie, ma attivare un percorso di riforme istituzionali, per un Paese come San Marino che si appresta a firmare il tanto atteso Accordo di Associazione all’Unione Europea, è un’operazione da fare prima possibile. E andrebbe fatta anche se non si vedesse all’orizzonte lo stesso Accordo di Associazione.

L’auspicio è che finalmente si apra il dibattito in questa sessione e che, ovviamente, non si finisca nel pantano come fece a suo tempo l’Italia con istituzione di una elefantiaca Commissione bicamerale per le riforme (L. Cost. 24-1-1997, n. 1), da cui effettivamente non si partorì nemmeno un topolino. Anche se, va dato atto, senza quella Commissione non si sarebbe mai addivenuti alla legge per l’autonomia statutaria delle Regioni e alla riforma del Titolo V della parte seconda della Costituzione.

A San Marino forse non servono nemmeno stravolgimenti enormi, ma sicuramente un assetto parlamentare e un modello di Governo più efficaci, soprattutto di fronte alle sfide – quelle sì enormi – del prossimo futuro in Europa e non solo in Europa.

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