Home Dal giornale Speciale cultura: la storia più antica del Fondatore

Speciale cultura: la storia più antica del Fondatore

da Alessandro Carli

“Oggi (6 dicembre 2023, ndr) ho avuto modo di ammirare lo splendido manoscritto ‘Vita Sanctorum Marini et Leonis’: un esempio straordinario di come il nostro passato possa essere il trampolino di lancio anche di un futuro comune. Il manoscritto ci offre una narrazione dell’itinerario che ha condotto alla fondazione di San Marino e ci ricorda le radici e i valori comuni, non solo dei nostri due Paesi, ma di tutta la regione adriatica, segnata dai flussi di popolazioni sviluppatisi nei secoli”. Così il Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella al termine della visita a San Marino. A illustrare il prezioso volume al Capo di Stato – volume che rimarrà esposto sino a fine gennaio a Palazzo Pubblico (l’iniziativa è curata dall’Ambasciata in collaborazione con la Commissione Nazionale UNESCO di San Marino e gli Istituti Culturali) – è stata la professoressa Maria Giovanna Fadiga, filologa e ambasciatrice italiana a San Marino, unitamente alla professoressa Meris Monti.

Il manoscritto altomedievale F III 16, scritto nel monastero di Bobbio e conservato a Torino nella Biblioteca Nazionale Universitaria, è il più antico testimone – risale a oltre mille anni fa – della vita del Santo Marino e di San Leo: la storia quindi del fondatore dell’antica Repubblica di San Marino.

Il testo agiografico, che utilizza la scrittura “minuscola carolina” (la base di una lingua comune nell’Europa a scrittura latina), è datato come testo medievale e dovrebbe risalire attorno al X secolo. “La parte dedicata al Santo Marino è relativamente contenuta – esordisce l’Ambasciatrice -. Sulla base di elementi testuali che ho riscontrato – è scritto in un latino piuttosto elegante – secondo me il contenuto è più antico: si può retrocedere di qualche secolo. A partire dal VII secolo, l’uso della ‘minuscola carolina’ è alla base dell’elaborazione di una lingua comune per l’Europa che utilizza la scrittura latina, superando la fase di particolarismo grafico caratteristica del secolo precedente. Nel contesto delle opere agiografiche inerenti la narrazione altomedioevale, la ‘Vita Sanctorum Marini et Leonis’ si distingue da un lato per l’articolazione dell’itinerario fisico dei santi su territori diversi, all’epoca ricadenti nella sfera dell’impero romano, dall’altro, per i contenuti che, al di là del valore religioso, prospettano scelte e principi di convivenza civile assai avanzati per l’epoca in cui vengono pronunciati e, allo stesso tempo, sono conformi a modelli sociali e politici codificati in epoche solo successive. L’opera si dispiega oltre i pur circostanziati riferimenti materiali, di viaggio e geografici, per narrare la scelta, individuale e di fede, di Marino di abbracciare e promuovere principi di laboriosità, solidarietà, indipendenza e libertà, attraverso i quali dare quindi origine a una Comunità basata sulle stesse fondamenta ideali. Ancora oggi la ‘Vita’ costituisce un primo ed essenziale riferimento per l’esistenza stessa della Repubblica di San Marino, che tuttora conta gli anni nel proprio calendario a partire dalla Fondazione ad opera del Santo stesso (301 d.C.). Nel testo le vite di Marino e Leo si intrecciano, forse quella di Marino è più interessante e più creativa. Le differenze tra i due non si limitano a questo: Leo era un ecclesiale, Marino invece diacono. Un aspetto ‘voluto’ per garantire la forma statuale della Repubblica di San Marino”.

La “Vita Sanctorum Marini et Leonis” trasmette un significato sociale poliedrico, che si esprime, evidenzia l’Ambasciatrice, “prima di tutto attraverso una relazione significativa tra comunità, aree geografiche e luoghi storici diversi, ma anche attraverso l’attaccamento di queste comunità a elementi del patrimonio sia tangibili che intangibili. Il viaggio dei due Santi attraverso tre paesi, la Croazia, l’Italia e la Repubblica di San Marino ha generato un ecosistema di valori sociali incarnati in testimonianze materiali, pratiche culturali correnti e processi di costruzione dell’identità”.

Valori che hanno fatto avviare l’iter per un importante riconoscimento: la candidatura al programma “Documenti Memoria del Mondo” (“Memory of the World Document”) dell’Unesco.

“Quando ho trovato il manoscritto ho immaginato un percorso internazionale che univa l’anima filologica a quella diplomatica. Ho contattato la professoressa Maris Monti, Presidente della Commissione Nazionale Unesco di San Marino, per preparare la documentazione: siamo in attesa dell’approvazione”.

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