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I frutti meravigliosi di un’estate imperfetta

da Simona Bisacchi

Siamo i frutti di un’estate imperfetta. Il caldo, i problemi, i dubbi ci hanno reso duri e poco disponibili alla dolcezza.

Non pendiamo maturi dall’albero della vita. Ma cadiamo aspri sotto il peso delle incomprensioni. Eppure anche un’estate imperfetta ha tanto da insegnare. Tenendo conto, naturalmente, che prima di imparare è necessario capire, altrimenti si rischia di ripetere insistentemente una formula sbagliata. Innanzitutto sforziamoci di capire che bisogna cercare una sintonia, una traccia di pace. Di continuo. Per farlo è importante conoscere chi hai di fronte – che sia una persona o una situazione – senza trascurare i difetti e senza dimenticarne i pregi. Ma soprattutto è fondamentale conoscere se stessi: ci sono situazioni in cui possiamo resistere, difendendoci con un sorriso forzato, e altre in cui è più dignitoso alzare bandiera bianca e ritirarsi, perché la nostra corazza è potente come una zanzariera mentre ci corre incontro un leone. “Che differenza c’è tra ostinazione e dedizione? – si chiedono i furetti di Richard Bach nella fiaba “Alla ricerca dell’ispirazione” – Chi è dedito è in sintonia con la vita, mentre chi è ostinato no”.

Cerchiamo poi di capire che quando vediamo un meccanismo ripetersi ed è un meccanismo che non ci piace, è meglio togliersi prima che arrivi a stritolarci. Una tecnica per spostarsi un po’ più in là esiste e cercando bene la si trova. Costa – fatica e orgoglio – ma sono spiccioli spesi bene.

Passiamo poi a capire che se le idee e le speranze sono valide, un modo per portarle avanti c’è. Anche se non sembra, anche se tutti gli ostacoli ti fanno cadere le braccia e l’entusiasmo, non c’è motivo per mollare. Invece di sottolineare tutto ciò che impedisce il tal progetto e tutti gli strumenti che servirebbero per realizzarlo, è meglio ingegnarsi e appoggiarsi su ciò che si ha a disposizione. È un inizio. Anche fragile. Ma finché non si inizia, non si può sapere come andrà. “È il lavoro che non inizia mai quello che richiede più tempo per essere terminato” suggerisce Samwise Gamgee ne “Il signore degli anelli” di Tolkien.

Infine, capiamo che tanti stati d’animo racchiudono in sé una contraddizione. “Spaventata ma felice”. A chi non è mai capitato? “Perplesso ma contento”. Succede. Quando sei dentro una situazione l’importante è viverla. Con impegno, imprescindibile. Con allegria, per quanta ce n’è in circolo. E magari ricordandosi che “Þetta reddast”, tutto si aggiusta, come ripetono gli islandesi, nonostante siano circondati da vulcani in attività, passino l’inverno nel buio, nel freddo e nel ghiaccio, e si debbano abituare a turisti che riducono ad una accozzaglia di consonanti i nomi dei loro luoghi più belli e sacri. “Þetta reddast” anche quando non sembra.

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