Home Dal giornale Si apre il “cantiere” dell’IVA (ma la legge arriverà solo dopo)

Si apre il “cantiere” dell’IVA (ma la legge arriverà solo dopo)

da Daniele Bartolucci

Non sarà un percorso breve, ma le imprese sammarinesi potranno avere finalmente l’IVA per dialogare con tutto il resto del mondo. Con la Delibera n.17 della seduta del 3 luglio 2023, il Congresso di Stato ha infatti formalmente avviato il “cantiere” dell’IVA sammarinese, concretizzando quello che era un impegno programmatico dell’attuale Governo, ma anche di quelli precedenti (e che avevano aperto e sospeso diversi cantieri anche loro, visto che la riforma delle imposte indirette, di questo si tratta tecnicamente, è prevista come completamento di quella delle imposte dirette/IGR del 2013).

LE MOTIVAZIONI: SVILUPPO E INTERSCAMBIO

“Sentito il riferimento del Segretario di Stato per le Finanze e il Bilancio” e “vista la gestione dell’imposizione in materia di imposte indirette nell’ambito unionale osservata da tutti gli Stati membri”, scrive il Congresso di Stato nella delibera, si è “preso atto della necessità, a livello macroeconomico e per favorire gli investimenti, di adeguare ed armonizzare la normativa interna con gli standard europei ed internazionali per un più agevole dialogo economico e commerciale”. Motivazioni che, di fatto, rispecchiano quelle del FMI e soprattutto di ANIS, che da anni porta avanti questa istanza proprio in funzione di una migliore integrazione nei mercati internazionali e soprattutto quello unico europeo, dove “si parla” tutti la lingua dell’IVA (e dell’Intrastat, che è poi il sistema che permette agli stati europei di evitare le procedure T2). Con dei distinguo, però, perché se è vero che “è intenzione del Governo avviare il progetto per l’introduzione nell’ordinamento fiscale sammarinese dell’Imposta sul Valore Aggiunto”, viene anche specificato: “Tenendo in considerazione, al contempo, le peculiarità e le caratteristiche, anche dimensionali, del sistema commerciale ed artigianale sammarinese”.

UN CANTIERE A DUE FASI

“Considerato che tale progetto comprende e comporta un ampio spettro di aspetti sistemici, economici, contabili, informatici e procedurali, e che per ragione di ampliezza ed implicazioni il medesimo deve esplicarsi ed articolarsi in più fasi ed in un periodo di tempo adeguato, non limitato ad un solo esercizio (si può ipotizzare che a concludere il progetto sarà quindi il prossimo Governo, ndr), che si deve sviluppare sostanzialmente e in linea di principio nelle seguenti fasi”, si legge nella delibera. La prima fase consiste nella “costituzione di apposito gruppo di lavoro, composto dai soggetti principali coinvolti, quali Dipartimento Finanze e Bilancio, Ufficio Tributario, Ufficio Informatica, Tecnologia, Dati e Statistica e soggetti coinvolti a seconda delle necessità ed esigenze nelle varie fasi, per l’esecuzione del preliminare lavoro di analisi articolato come segue: individuazione delle principali caratteristiche della nuova imposta, disamina ed analisi testi normativi disponibili precedentemente elaborati; delimitazione dell’ambito operatività dell’ imposta sul valore aggiunto tenendo conto della peculiarità della Repubblica di San Marino, e parallelamente concentrare il lavoro per implementare, quale strumento prodromico all’IVA l’impiego nel sistema sammarinese della fattura elettronica già utilizzata nell’interscambio con l’Italia”. Per questa fase, l’incarico professionale tecnico è stato predisposto in favore del Dott. Giampaolo Giuliani, esperto in materia e già consulente incaricato dai Governi sammarinesi in passato (l’ultimo incarico, riguardava come noto la fatturazione elettronica, ndr), per una spesa complessiva di 25mila euro “con scadenza indicativamente al 31 dicembre 2023 e comunque al termine della Fase I sopra indicata”.

La seconda fase, invece, riguarda espressamente la “predisposizione del progetto di riforma costituito da: testo normativo, accompagnato da relazione del provvedimento, predisposizione delle relative procedure informatiche, e gestione del periodo transitorio”. In questo caso non c’è ancora un incaricato e il Congresso di Stato – si legge – “si riserva con propria successiva delibera di autorizzare la realizzazione della eventuale Fase II”.

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