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L’archivio Ezio Balducci è andato in “Rete”

da Alessandro Carli

Protagonista della vita politica della Repubblica di San Marino – di cui è stato anche Reggente – e rilevante figura del fascismo italiano, Ezio Balducci “va in Rete”.

L’ARCHIVIO DIGITALE

L’Archivio del dottor Ezio Balducci (1904-1957), depositato presso l’Archivio di Stato nel 1990 ma prima ancora, alcuni documenti erano stati messi a disposizione già nel 1978, dal dottor Alessandro Balducci, figlio di Ezio, e definitivamente donato alla Repubblica nel 2020, conserva importante documentazione privata e politica dal 1906 al 1957, in gran parte composta da corrispondenza ma anche da fotografie, giornali, cartoline, opuscoli, stampe. Di particolare rilevanza i fascicoli relativi al ruolo di Balducci in quanto Inviato plenipotenziario per la Repubblica presso gli stati belligeranti, tra l’ottobre 1943 e il novembre 1944, quelli relativi alle due guerre in Africa e alla prigionia in Palestina, o ancora la documentazione attinente all’attività di Balducci per il fascismo romagnolo o bolognese alla direzione de “L’Assalto” o all’interno del Gruppo Universitario Fascista di Bologna, senza dimenticare comunque l’attività professionale di Ezio Balducci, medico e funzionario dell’INPS.  Nel corso degli anni il fondo Ezio Balducci è stato oggetto di numerosi studi, approfondimenti e di una inventariazione e regestazione minuziose, che hanno permesso il concretizzarsi dell’ambizioso progetto che oggi vede finalmente la sua conclusione: la realizzazione di un sito web dedicato al fondo. Il sito permette in modo agevole agli utenti di esplorare i contenuti tramite strumenti di ricerca, indici ed appositi link, oltre a dare accesso a una selezione di riproduzioni in digitale dei documenti più suggestivi. Un’opportunità preziosa per studiosi, ricercatori, amanti della storia, appassionati del periodo in questione o semplici curiosi, sammarinesi e non.

All’interno del sito i contenuti sono stati organizzati nelle seguenti partizioni:

1- Balducci Ezio: contiene l’inventario sommario dell’Archivio realizzato in conformità con quanto previsto dallo standard di descrizione archivistica ISAD (G). Per ogni unità archivistica sono valorizzate le seguenti informazioni: Segnatura, Titolo, Data, Livello di descrizione, Consistenza, Documentazione collegata (link ai regesti realizzati da Giuseppina Cervellini pubblicati in corrispondenza della partizione 2 di seguito descritta), eventuali note.

2- Regesti di documenti dell’Archivio Balducci Ezio: contiene i regesti dei documenti realizzati da Giuseppina Cervellini, che la stessa ha riportato all’interno di schede descrittive codificate secondo gli elementi previsti da ISAD (G), valorizzando le seguenti informazioni: Segnatura, Titolo, Data, Livello di descrizione, Consistenza, link alle descrizioni delle unità archivistiche prodotte dal personale dell’Archivio di Stato (pubblicate in corrispondenza della partizione), eventuali note.

Il corpus di regesti di gran parte dei documenti conservati nel fondo prodotto da Ezio Balducci, costituito da 5643 schede (nella foto, la lettera di Gino Gozi), è organizzato in sezioni annuali, entro cui i regesti sono ordinati seguendo l’ordine cronologico dei documenti cui si riferiscono.

I regesti, relativi a documenti degli anni 1906, 1913-1915 e 1919-1957, contengono i riassunti dei documenti ma anche informazioni di contesto e notizie storiche riguardanti fatti e persone citati nella documentazione.

LA STORIA DI BALDUCCI

Ezio Balducci nacque a Serravalle il 23 agosto 1904, da Nullo Balducci, e Giovanna Marcucci. La madre Giovanna era figlia di Francesco Marcucci, possidente, eletto più volte Capitano Reggente. Il padre Nullo, possidente, fu membro del Consiglio Grande e Generale della Repubblica di San Marino, Capitano Reggente nel semestre Aprile – Ottobre 1903, e coprì altre cariche pubbliche. Anche lo zio Giuseppe Balducci fu Consigliere e due volte Capitano Reggente. Dopo gli studi liceali, svolti a San Marino, si iscrisse alla Facoltà di Medicina dell’Università di Bologna, dove si laureò nel luglio 1928. Fin da giovanissimo manifestò interesse per la politica, e nel 1921 si iscrisse al Partito Fascista. Benché la famiglia risiedesse a Rimini fin dal 1919, il rapporto con San Marino restò sempre intenso, e si impegnò negli scontri politici e campanilistici locali quale rappresentante della borghesia terriera, opponendosi all’oligarchia cittadina sammarinese.

Eletto nel Consiglio Grande e Generale, fu designato Capitano Reggente per il semestre 1° Ottobre 1929 – 31 Marzo 1930; in questo periodo si acuì il dissenso con l’oligarchia sammarinese in generale, e con la famiglia Gozi in particolar modo. Parallelamente alle vicende locali, Balducci si inserì nella vita fascista emiliano romagnola: membro del direttorio del fascio di Rimini, componente del direttorio del G.U.F. di Bologna – di cui fu anche segretario – direttore del settimanale dei fasci di combattimento bolognesi “L’Assalto”. L’attività giornalistica si intrecciò profondamente a quella di Gianni Granzotto, Raimondo Manzini, Calimero Barilli, Giorgio Vecchietti, Giambattista Vicari, per citarne alcuni. Sottoposto a Sindacato della Reggenza, l’8 Gennaio 1932, fu condannato per varie accuse – tra cui violazione degli statuti – alla inabilitazione perpetua a coprire la carica di Membro del Principe e Sovrano Consiglio dei LX, e alla interdizione per anni 15 da qualsiasi altro diritto politico. Balducci, stabilitosi a Bologna, nel giugno 1933 fu accusato di avere organizzato un tentato colpo di Stato, ai danni di San Marino, assieme ai fratelli siciliani Canepa. Questo secondo processo si concluse con una condanna – in contumacia – a 20 anni di lavori forzati. Partì volontario per l’Africa, inquadrato nei ranghi della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale, nel 1936, 1939, e nel 1940. Nei primi giorni di gennaio 1941, cadde prigioniero (Battaglia di Bardia) e portato in Palestina, nel Campo di prigionia di Beer Yacov, dove organizzò e diresse un ospedale per feriti e mutilati italiani, e da cui tornò nell’aprile 1942 a seguito di uno scambio di prigionieri. Tornato in Italia, riprese l’attività professionale alla G.I.L., di cui fu nominato Ispettore Generale.

Pur perseguendo un’ininterrotta opera diplomatica, il 26 giugno 1944 San Marino subì un bombardamento alleato che causò innumerevoli morti, anche tra i rifugiati.

Grazie alla fondamentale conoscenza acquisita con molti gerarchi ed esponenti di spicco di varie istituzioni, Balducci si adoperò instancabilmente per mantenere la neutralità sammarinese, salvaguardare così anche le decine di migliaia di sfollati che in Repubblica si rifugiarono, e procurare gli indispensabili approvvigionamenti.

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