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Interinale, tempo determinato e distacchi

da Daniele Bartolucci

Interinale, lavoro a tempo determinato e distacchi: sono questi gli interventi “sospesi” a dicembre nell’ambito della riforma del mercato del lavoro e che, come previsto dalla legge approvata, dovranno essere attivati entro il 30 giugno. Previo confronto le parti sociali, che riparte proprio in questi giorni. Temi non più rinviabili, al di là della scadenza normativa, perché strumenti di flessibilità che il sistema economico necessita da tempo per restare competitivo sui mercati. Competitività che deve tenere conto anche degli ultimi interventi sul lavoro apportati dal Governo Meloni, l’ultimo nella data simbolo del 1° Maggio, caratterizzato dall’ulteriore taglio al cuneo fiscale, ma anche da incentivi alle assunzioni e aumento della soglia di fringe benefit a 3mila euro nell’ambito del welfare aziendale.

RIPARTE IL CONFRONTO “TRIPARTITO”

La riforma del mercato del lavoro ha già superato diverse “tappe” del percorso programmato, ma l’ultima, quella di dicembre, è stata completata solo in parte. Diversi interventi – anche per non alimentare il clima di protesta che ha portato a novembre allo sciopero generale – sono stati posticipati al 30 giugno. “Mi aspetto un contributo costruttivo, che consenta di raggiungere quella condivisione globale oggi sospesa, ma solo rinviata nel tempo”, aveva annunciato il Segretario Teodoro Lonfernini. Interventi a cui si dovranno aggiungere anche due ulteriori tappe della riforma: un nuovo Ufficio del Lavoro e delle Politiche Attive e una nuova struttura del Centro di Formazione Professionale.

CONTRATTO A TEMPO DETERMINATO

L’art. 17 della Legge 9 dicembre 2022 n.164 che avrebbe dovuto disciplinare il “Contratto di lavoro a tempo determinato” è uno dei temi sospesi. “Le modalità e i limiti del contratto a tempo determinato, il diritto di precedenza e le condizioni ostative per l’avvio di nuovi lavoratori subordinati sono definite da apposito decreto delegato da emettersi entro il 30 giugno 2023”, si legge nel testo. “Il contenuto del decreto delegato […] sarà definito previo confronto con le organizzazioni datoriali e sindacali […] avente l’obiettivo di trovare un accordo sociale tripartito in considerazione della materia. L’accordo dovrà prevedere la volontà di contenere, ove possibile, l’utilizzo di tale tipologia di rapporto di lavoro, favorendo la stabilizzazione dello stesso”.

INTERINALE: UNO DEI “TABÙ” DEL PASSATO

La “Prestazione di lavoro temporaneo”, conosciuta come interinale, è invece uno dei tabù del sistema sammarinese, radicato nel passato insieme ad altre norme forse inizialmente protezionistiche, ma poi rivelatesi più ideologiche che altro, visto che in tutti i Paesi in cui è stato adottato tale strumento non si sono verificati gli effetti negativi di cui si parla – sempre meno, con una disoccupazione azzerata – ancora a San Marino.

Di contro, è uno strumento di flessibilità importante in molti settori, di cui le imprese sammarinesi avrebbero bisogno, al di là del fatto che per competere sui mercati devono avere almeno gli stessi strumenti dei loro competitor. Anche in questo caso sarà un decreto delegato concordato con le parti datoriali e sindacali da emettersi entro il 30 giugno a definire “le misure per le imprese di somministrazione, le modalità e i limiti del rapporto di lavoro temporaneo e le condizioni ostative per l’utilizzo di tale strumento”.

Ma più che in altri casi, tale “accordo dovrà prevedere la volontà di armonizzare tale strumento con le norme generali del mercato del lavoro, rafforzando però le limitazioni, al fine di renderlo uno strumento di flessibilità da utilizzare esclusivamente per reali picchi di lavoro e favorendo la stabilizzazione dei lavoratori”.

DISTACCHI “ARMONIZZATI” CON LE NORME EUROPEE

L’altro grande tema sospeso è quello dei distacchi. Anche questo tema (art. 24) è rimandato a un decreto delegato entro il 30 giugno con le stesse modalità operative, ma con una differenza sostanziale: “L’accordo dovrà prevedere la volontà di armonizzare tale strumento con le norme europee e con le norme generali del mercato del lavoro”.

MELONI SU CUNEO FISCALE E FRINGE BENEFIT

Mentre a San Marino riparte in confronto sull’introduzione e la revisione di strumenti che altri Paesi hanno acquisito da anni, il “pacchetto lavoro” approvato dal Consiglio dei Ministri nella data simbolica del 1° Maggio riporta in auge il confronto tra ciò che avviene dentro o fuori dai confini dell’antica Repubblica. Il primo punto del pacchetto è un robusto taglio del cuneo fiscale-contributivo di 4 punti a vantaggio dei lavoratori. Pur essendo per ora solo una tantum, è pur vero che tale beneficio va ad aggiungersi all’attuale taglio di 3 punti per le retribuzioni fino a 25mila euro portando lo “sconto” in totale a 7 punti (6 punti invece per la fascia di retribuzioni compresa tra 25mila e 35mila euro). Si stimano quindi 96 euro al mese di “vantaggio” per un lavoratore con 25mila euro di retribuzione e di 99 euro al mese per quanti hanno 35mila euro di retribuzione. Il confronto, dicevamo: con l’entrata in vigore della riforma pensionistica, San Marino va nella direzione opposta, visto che ha aumentato il carico contributivo dello 0,5% (3,5% totale nei sette anni tra primo e secondo pilastro).

Ma non c’è solo il taglio al cuneo contributivo nel “pacchetto” voluto dalla premier Giorgia Meloni, che va sicuramente in favore dei lavoratori, ma anche delle imprese (a cui guarda espressamente la riforma fiscale, con notevoli semplificazioni e vantaggi economici, così almeno è stato promesso). Se è vero che viene avviata la riforma del Reddito di Cittadinanza (sostituito dall’Assegno di inclusione e sostenuto dal nuovo Strumento di attivazione destinato agli “occupabili” per rimborsare la frequenza ai corsi di formazione o riqualificazione professionale), viene ripristinato il tetto di 3mila euro per i fringe benefit per la platea dei dipendenti con figli. Cosa significa? Che sono esentasse fino a 3mila euro tutte le somme erogate come fringe benefit, ma anche quelle erogate o rimborsate per il pagamento delle utenze domestiche del servizio idrico integrato, dell’energia elettrica e del gas naturale. Un intervento che alimenta la crescita e l’utilizzo dei sistemi di welfare aziendale, che a San Marino non è ancora normato e di cui si inizia a discutere solo ora.

Per le imprese, inoltre, viene allentata la stretta sui contratti a termine operata dal cosiddetto decreto Dignità del Governo Conte, introducendo nuove causali, alle quali occorre far riferimento in caso di proroga o rinnovo dopo i primi 12 mesi di durata. Ma soprattutto il Governo Meloni ha messo mano anche al decreto Trasparenza del Governo Draghi. Inoltre, in tema di lavoro, previsti anche nuovi incentivi per chi assume i percettori dell’Assegno di inclusione (esonero contributivo del 100%, fino cioè a 8mila euro l’anno, per 12 mesi. L’esonero sale a 24 mesi in caso di trasformazione di un contratto a termine) e per i “Neet”, ovvero gli under 30 che non lavorano e non sono inseriti in corsi di studi o di formazione, registrati al programma “Iniziativa Occupazione Giovani” (pari al 60% della retribuzione mensile lorda imponibile ai fini previdenziali per 12 mesi).

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