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Speciale Cultura: San Marino nella letteratura italiana

da Alessandro Carli

“I Meridionali sono facili e pronti e frequenti a muoversi, rivoltosi, poco tolleranti della tirannide, poco amici dell’ubbidire, ma facilissimi ancora a racquietare, facilissimi a ritornare in riposo; mobili, volubili, instabili, vaghi di novità politiche, incapaci di mantenerle; vaghi di libertà, incapaci di conservarla; al contrario de’ settentrionali che di rado la cercano, poco se ne curano; cercata o comunque acquistata, lunghissimamente la conservano. Infatti essi, e in particolare i tedeschi o teutoni, sono i soli in Europa che serbino qualche vestigio di libertà, qualche immagine delle antiche repubbliche; i soli appo cui le repubbliche si veggano per esperienza poter durare anche a’ tempi moderni. Verbigrazia gli Svizzeri, le città libere di Germania, le repubblichette de’ Fratelli Moravi ec. Nel mezzogiorno d’Europa non esiste più neppure un’ombra di repubblica in alcun luogo, fuori di San-Marino. In Germania ve n’ha non poche, ed alcuni piccoli principati di colà si governano oggi, o per volontà del principe (come Saxe-Gotha) o per costituzione, quasi a maniera di repubblica e stato franco”.

È un estratto dello “Zibaldone” di Giacomo Leopardi datato 3 settembre 1823, 200 anni fa, nelle pagine dedicate al carattere dei popoli europei.

Oltre ai celebri Giovanni Pascoli e Giosuè Carducci quindi anche altri “famosi” scrittori italiani hanno trattato la Repubblica di San Marino: il poeta di Recanati, come detto, e Vincenzo Monti che in una missiva inviata a Pietro Giordani su una questione letteraria scrisse di essersi confrontato con gli “alti potenti della letteratura” e afferma di reputarsi “meno che fra i signori del mondo la repubblica di S. Marino”.

L’unico romanzo italiano ambientato a San Marino invece è “Il trono dei poveri” di Marino Moretti, pubblicato nel 1928. Sull’opera ne ha scritto il professor Giuseppe Macina: al centro della storia le vicende di Marino Fogliani, nato sul Monte Titano, educato all’amore degli studi umanistici, abbandona le comodità del suo status di proprietario terriero per seguire ambizioni letterarie che lo portano al di fuori del suo quieto vivere famigliare. La tentazione porterà il Fogliani a Roma, nella grande città, ad inseguire la gloria letteraria, ad abbandonarsi senza eccessi peccaminosi ai turbamenti della suggestione femminile. La vita cittadina lo avvolgerà nelle sue spire senza però traviarlo, rendendolo più responsabile. Si aprirà al mondo, l’intenzione di partecipare alla vita in maniera più consapevole lo porterà ad andare al fronte come volontario nelle file della Croce Rossa. Non uomo di guerra ma di pace, non protagonista ma presente, maturato grazie all’esperienza della guerra, dimenticherà le tentazioni della grande città e farà ritorno al suo paese, alle tradizioni degli avi, alla donna modesta che lo ha atteso. Pur desiderando vivere nell’ombra, non potrà sottrarsi agli impegni di un giovane di buona nascita e benestante. Sarà Reggente come era stato il padre, com’era nei voti della madre, questo il traguardo di una vita che, consumate le esperienze giovanili, era approdata aduna formazione adulta e consapevole.

“Cuor di Titano” è il romanzo scritto dal giornalista romano Simone Sperduto, pubblicato da Il Cerchio nel 2016, è diviso in quattro capitoli: il primo è il racconto del viaggio realmente realizzato dall’autore in treno alla vigilia del 3 settembre del 2013 da Roma a San Marino, passando prima per Bologna e poi per Rimini. Nel capitolo si descrivono brevemente anche i maggiori monumenti di queste due città italiane.

Il secondo capitolo tratta della storia della fondazione di San Marino partendo dalle persecuzioni dei cristiani ai tempi di Diocleziano, con tutto il retroscena e il contesto storico di profonda crisi istituzionale in cui versava l’Impero Romano. Nel terzo capitolo si sviluppa quindi il romanzo vero e proprio con i dialoghi tra i due protagonisti: un giovane giornalista romano, il signor Esse (alter ego dell’autore), e Felicissima che richiama il personaggio della leggenda. I due parlano per le contrade cittadine nel girono della festa nazionale scambiandosi idee ed opinioni sulla storia sammarinese che viene sviscerata nei suoi particolari. Nell’ultimo capitolo, c’è una rivisitazione della “Vita Sancti Marini”, riadattata al romanzo.

Tocca, o meglio, sfiora il Titano anche “Sono un po’ infastidito”, il primo romanzo di Filippo Cesari, uscito una manciata di anni fa. Il libro, un giallo-comedy politicamente scorretto, è ambientato principalmente a Rimini (ma non è felliniano quindi non si incontra il realismo magico del regista) ma, in alcune pagine, la scena si sposta anche a San Marino. Nel volume c’è, ovviamente, il morto (è pur sempre un giallo), ci sono le donne (che per il protagonista sono causa di gioia ma soprattutto di grandi dolori e di profonde delusioni), ma anche la comicità del quotidiano vivere, la malinconia degli incontri finiti, la musica degli anni Novanta, qualche incidente stradale, diverse parolacce, molti personaggi bizzarri e autentici, litri di birra e numerosi pacchetti di sigarette. E un cane. Chiamato l’Eletto.

IL FANTASY DEL TITANO

Il primo volume della trilogia di Greta Hamilton di Angela Rossi, in arte Lara Swan – dal titolo “Greta Hamilton e il segreto delle pietre di luce” – è ambientato nella Repubblica di San Marino. Il lettore viene accompagnato attraverso le stradine del centro storico e fatto salire sulla funivia. Scopre il trenino bianco e azzurro, assapora la magnificenza delle Torri, della Statua della Libertà e del Palazzo del Governo. Qui si fa travolgere dalla magia e sprofonda in una feroce battaglia al centro della terra. Cenni storici impreziosiscono il romanzo affinché il lettore possa conoscere o ricordare, la storia del nostro paese, vedere con occhi nuovi luoghi familiari che diventano un portale per un altro mondo. Ha così inizio la crescita interiore della protagonista Greta Hamilton, alla quale vengono elargiti alcuni importanti valori che le permetteranno di superare le proprie paure.

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