Home Dal giornale ANIS al FMI: “Vogliamo competere alla pari degli altri”

ANIS al FMI: “Vogliamo competere alla pari degli altri”

da Daniele Bartolucci

La visita del FMI a San Marino di questi giorni ha fatto tappa anche nel settore che più di ogni altro sta trainando l’economia del Paese, quel manifatturiero che per fatturati, investimenti e occupazione sta sfornando numeri importanti già dal 2021. Proprio del post pandemia hanno voluto parlare gli esperti di Washington con i vertici di ANIS, alla luce degli ottimi risultati raccolti nell’ultimo biennio. “Come dimostrato dai dati e come già certificato anche dall’agenzia di rating Fitch nelle scorse settimane”, spiegano da ANIS, “le nostre imprese associate hanno dimostrato una grande resilienza alla pandemia e alle crisi conseguenti. Questo perché sono molto ben strutturate e ben patrimonializzate, da una parte, e perché hanno continuato a investire in tecnologia e capitale umano, come dimostrano anche le analisi del nostro Osservatorio. Il non aver attuato, come sistema sammarinese, un lockdown totale, ha permesso a molte di queste imprese di sfruttare la ripresa economica fin dall’inizio, arrivando a numeri straordinari nel corso del 2022, come appunto dimostrano ora le statistiche. Per il 2023 le previsioni pessimistiche sono state in parte superate e possiamo guardare con moderato ottimismo a questo anno, pur avendo grande attenzione verso le principali dinamiche in corso, soprattutto sugli energetici”. Questo un aspetto molto importante per il FMI, su cui si sono concentrate molte domande: “Per gli esperti del FMI”, spiegano da ANIS, “le dinamiche dei prezzi degli energetici potrebbero provocare dei problemi a livello globale e questo lo abbiamo già visto nei mesi scorsi. A San Marino questo fattore di incertezza si somma alle differenze che abbiamo e che abbiamo già evidenziato nei mesi scorsi al Governo: il regime di monopolio non ci permette di seguire le dinamiche in maniera puntuale, dato il meccanismo troppo rigido di adeguamento tariffario, mentre i nostri competitor possono sfruttare l’accesso al mercato libero e questo ci penalizza molto in questa fase. Così come ci penalizza comunque l’avere una tariffa fissa per il gas, ad esempio: è vero che con il recente decreto è stato sospeso l’aumento, ma è anche vero che il prezzo attuale è sceso sotto quella tariffa e le nostre imprese sono costrette a pagare un prezzo più alto che quelle di altri Paesi”. Da qui la richiesta, più generale, “di avere un piano energetico per il Paese che contempli sia il superamento del regime di monopolio, sia le nuove norme e i nuovi investimenti per dotare San Marino di maggiore autonomia”. Gli incentivi, in pratica, sono opportuni nell’urgenza, ma non risolvono i problemi: “Non chiediamo aiuti e risorse, ma regole chiare, riforme che diano maggiore flessibilità alle imprese in particolare sul mercato del lavoro. In sostanza, chiediamo di poter competere alle stesse condizioni dei nostri competitor in Italia e in Europa”. La preoccupazione, in effetti, non è tanto sul fronte dei mercati, ma piuttosto sulla competitività del sistema sammarinese: “Il comparto industriale ha registrato numeri straordinari che si sono trasformati in investimenti in territorio e nuova occupazione nel corso del 2022, ora c’è stato un rallentamento, ma non così forte. Il rischio, però, che si riduca ulteriormente la nostra marginalità e aumentino divari come ad esempio sui costi degli energetici, esiste e occorre fare in modo che venga azzerato. Allo stesso tempo vanno attuati quegli interventi, attesi da anni ormai, per dare al sistema sammarinese le stesse regole e quindi le stesse opportunità date negli altri Paesi europei, a partire dall’introduzione dell’IVA”.

Dopo l’incontro di martedì, giovedì il FMI ha avuto un secondo colloquio con ANIS, direttamente con una delegazione di imprenditori rappresentanti dei vari settori.

L’ULTIMO REPORT: PLAUSI E RIFORME

Nell’ambito della consultazione Article IV che il Comitato esecutivo del Fondo Monetario Internazionale ha concluso lo scorso autunno, come noto, erano stati riconosciuti i risultati economici degli ultimi due anni i quali, insieme al contratto di copertura finanziaria sul gas nel momento dei rincari maggiori, hanno garantito una notevole resilienza di tutto il sistema. Non di sicurezza, però, come si evinceva dal report ufficiale, visto che persistevano dei rischi per il 2023, legati sia agli alti prezzi dell’energia e ad eventuali difficoltà di approvvigionamento, ma anche all’inasprimento delle condizioni finanziarie in particolare per l’operazione di roll over dei titoli di debito pubblico, e alla crescente incertezza globale che potrebbe rallentare anche alcuni settori strategici sammarinesi. Anche per questo il Fondo Monetario Internazionale aveva consigliato al Governo di creare le riserve necessarie attraverso le riforme. In primis quella delle pensioni, che è già entrata in vigore dal 1° gennaio, ma anche e soprattutto quella fiscale, con la revisione annunciata dell’IGR.  Indispensabile, però, resta anche addivenire ad una maggiore redditività e capitalizzazione delle banche, che dovrà passare dalla riduzione degli NPL – ancora estremamente elevati – con l’avvio delle cartolarizzazioni. Senza dimenticare gli altri due passaggi fondamentali previsti per questo 2023: il completamento del percorso verso l’Accordo di Associazione con l’UE e il completamento della riforma del mercato del lavoro. C’è dunque attesa per gli altri incontri con Banca Centrale e soprattutto con le varie Segreterie di Stato impegnate in questo processo di riforma del sistema economico e sociale dell’antica Repubblica, anche in chiave “sostegno” da parte del FMI sia per il rifinanziamento del debito sui mercati, sia per le altre importanti sfide che San Marino sta affrontando.

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