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Quello che vediamo non è diverso da come siamo

da Simona Bisacchi

Guarda fuori dalla finestra e dimmi cosa vedi.

Il cielo.

Il mare.

Il nulla.

E se chiudi gli occhi cosa vedi?

Gli ulivi.

Un fumetto.

Il nulla.

Un ragazzo che vive in una casa immersa nel verde ha risposto “la mia macchina”.

Una bambina che vive in un palazzo in città dice “i fiori” che sono sul davanzale della vicina. Quello che vediamo non è lontano da quello che siamo. Da come viviamo. Da cosa vogliamo. E la bambina che ama il colore farà vagare il suo sguardo finché non lo incontrerà. E il ragazzo che riconosce la felicità in quello che possiede, non è tanto interessato a quello che la natura gli dà. Nessuno dei due mente. Come non mente Giacomo Leopardi che coglie “interminati spazi” e “sovrumani silenzi” davanti a una siepe, dimostrandoci che “L’infinito” lui ce l’aveva dentro prima che in punta di penna. Dimostrandoci, anche, che chi insiste a guardare solo con gli occhi è un osservatore su cui non si può contare tanto.

Per vedere bene bisogna ascoltare, immaginare, collegare, intuire. Bisogna ammettere di essere imprecisi, limitati. Bisogna ammettere che ci troviamo sempre in una posizione svantaggiata, perché il bene che vogliamo a una persona o l’antipatia che proviamo per un’altra ci oscura la visuale.

Il filosofo Kierkegaard scrisse che “Ciò che si vede dipende da come si guarda. Poiché l’osservare non è solo un ricevere, uno svelare, ma al tempo stesso un atto creativo”.

Bisogna creare. Creare una nuova prospettiva, per vedere finalmente le imponenti risorse che – inaspettatamente – esistono in noi e nella vita che conduciamo, ma a cui mai abbiamo dedicato del tempo per guardarle veramente, per prenderle davvero in considerazione. Creare una nuova mentalità, per vedere le potenzialità di una realtà che sembra sempre più insoddisfacente e decadente, ma che inevitabilmente porta con sé panorami nuovi e inattesi.

Il saggista Enzo Bianchi scrive “Gli occhi sono capaci di guardare ma non bastano per vedere: Plinio scriveva che si vede con la mente non con l’occhio; e Saint Exupery diceva che si vede bene solo con il cuore. Guardare è facile, vedere è un’arte”.

Vedere il motivo per cui corriamo continuamente sulla giostra delle giornate, vedere che non siamo cavallucci di legno sbiaditi che girano intorno, ma che c’è un valore in quello che facciamo, c’è vita nelle azioni che compiamo: questo è l’orizzonte su cui non dobbiamo mai staccare lo sguardo.

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