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“Energia, ora servono azioni rivoluzionarie”

da Daniele Bartolucci

Servono “misure emergenziali rivoluzionarie sull’energia e politiche efficaci mirate a rafforzare la competitività, la crescita e l’occupazione”. A chiederlo i Presidenti delle 40 Federazioni confindustriali che fanno parte di BusinessEurope, in occasione del Consiglio di Presidenza dell’Associazione svoltosi nei giorni scorsi a Stoccolma. Tra loro anche Stefano Ceccato, Past President di ANIS e referente di BusinessEurope per l’Associazione.

La dichiarazione finale firmata dai rappresentanti del settore manifatturiero indica infatti chiaramente le priorità che, secondo le imprese, dovranno essere in cima all’agenda politica della futura Presidenza dell’Unione Europea, che a breve sarà assunta dalla Svezia. Per questo il documento è stato presentato al Primo Ministro svedese, Ulf Kristersson e al Ministro degli Affari Europei, Jessika Rosswall.

“L’attenzione degli imprenditori sugli energetici è massima”, spiega Ceccato, “le dinamiche dei prezzi che abbiamo visto in questi mesi hanno effetti estremamente negativi per l’operatività delle aziende, ma soprattutto c’è grande preoccupazione per l’approccio con cui vengono affrontate a livello politico certe problematiche. Manca purtroppo quella compattezza e unitarietà che è invece è un valore fondante nonché la forza stessa dell’Europa intesa come Unione Europea e mercato unico”. Ancora più esplicita la dichiarazione finale, nel passaggio che recita: “Evitare che forze divisive ed individualismi minino la solidarietà, uno dei valori fondanti dell’Unione Europea”. Ma soprattutto le imprese “esortano l’Europa a focalizzare urgentemente la propria azione sull’attuale crisi energetica, che sta seriamente aggravando il rischio di una deindustrializzazione a livello europeo”.

LE PRIORITÀ

“Il pilastro della nostra competitività è un mercato unico che funzioni bene”, si legge nella dichiarazione finale. “Le imprese europee devono poter far circolare liberamente i beni, i servizi, le persone, il capitale e i dati all’interno dell’Unione Europea e dello Spazio Economico Europeo. Sono necessarie azioni immediate per rimuovere le barriere normative e alleggerire il fardello che grava sulle imprese all’interno del mercato unico, che rappresenta il loro mercato domestico”. Anche nelle questioni più pratiche, come ha ricordato Confindustria, che ha chiesto e ottenuto di inserire un riferimento esplicito alla direttiva sugli imballaggi, che pregiudica il riciclo e i prodotti sostenibili su cui le imprese hanno investito miliardi di euro e rischia di scardinare i modelli di economia circolare virtuosi, come ad esempio quello italiano (ma anche quello sammarinese, ndr), che rappresenta un’eccellenza da valorizzare.

“Insieme al Commissario Thierry Breton”, spiega quindi Ceccato, “abbiamo svolto alcune riflessioni sulla necessità di sostenere l’industria durante la crisi energetica e non solo quella, salvaguardando, al contempo, il mercato unico, che rappresenta il mercato di riferimento per tutti, anche per le imprese di San Marino nonostante la Repubblica sia ancora un paese terzo. Anche per questo la trattativa in corso per giungere all’Accordo di Associazione all’Unione Europea assume un valore sempre maggiore, perché è in questo contesto che dobbiamo muoverci e soprattutto è questo il contesto in cui possiamo sviluppare”. Il riferimento è anche alle dinamiche, virtuose, che BusinessEurope stimola ogni volta all’indirizzo della politica: “Un migliore quadro normativo”, si legge nella dichiarazione sottoscritta dai 40 Presidenti confindustriali dell’area europea, “la riduzione di costi per le imprese e una valutazione degli impatti delle politiche sulla competitività internazionale sono più importanti che mai. Dobbiamo rafforzare il nostro concetto di ‘norme migliori’, regolamentare di meno ed allontanarci dalla solita agenda di lavori dell’UE. Preservare la competitività delle Pmi e delle grandi aziende dovrebbe essere una riflessione chiave”.

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