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Pensioni, mercato del lavoro e contratti: sarà sciopero

da Daniele Bartolucci

Alla fine sarà sciopero generale: i sindacati non si accontentano delle modifiche alle riforme e alle concessioni ottenute in sede di Commissione sia sulle pensioni che sul Mercato del Lavoro e proseguono la mobilitazione, alzando il livello dello scontro e cercando – allargando a tante e diverse istanze – di coinvolgere e portare quante più persone possibile sul Pianello a partire dal 14 novembre, in concomitanza con la sessione del Consiglio che approverà la riforma pensionistica. Tanti i temi sul piatto, come detto, che si sommano alle richieste di modifica ai due progetti di riforma, a partire dal rinnovo di diversi contratti scaduti, tra cui quello del settore Pubblico, ovviamente.

LA DECISIONE

“Davanti a una platea gremitissima”, annunciano i sindacati in una nota congiunta, “i tre Segretari Generali, Enzo Merlini (CSdL), Gianluca Montanari (CDLS) e Francesca Busignani (USL), sottolineando le continue difficoltà di confronto con il Governo, hanno fatto il punto sulle riforme in discussione in Consiglio, sul rinnovo dei contratti scaduti e delineato la strategia sindacale in vista della prossima seduta del Consiglio Grande e Generale di metà novembre. In primo piano il nodo pensioni. Domani verrà inviato al Congresso di Stato e a tutti i gruppi Consigliari un documento che elenca i punti critici del progetto di riforma approdata in seconda lettura. Tre su tutti: il prelievo forzoso dal fondo di riserva, senza prevedere un accordo tra le parti; l’oneroso piano di disincentivi per le pensioni anticipate che colpisce soprattutto le donne; il rinvio della riforma del secondo pilastro complementare (Fondiss). “Chiediamo a tutte le forze consigliari – affermano i Segretari di CSdL, CDLS, USL – che le nostre proposte di modifica vengano discusse e trasformate in emendamenti da presentare unitariamente in seconda lettura”.

L’altra riforma, quella del mercato del lavoro, registra invece uno sviluppo positivo: i punti più controversi, dal lavoro interinale ai distacchi, vengono sostituiti da articoli programmatici che rimandano ad una decretazione successiva, dando così spazio al confronto tra le parti”. In aggiunta, anche il tema spinoso del tempo determinato, inizialmente limitato a 12 mesi, sarà discusso successivamente ed entro il 30 giugno 2023.

Contratti scaduti fermi al palo ed esponenziale rincaro delle bollette sono per i tre Segretari Generali un “binomio preoccupante” che provoca l’erosione dei salari e delle pensioni: “Solo per i settori dell’industria-artigianato e assicurazioni si sono firmati i rinnovi, mentre per il resto del mondo del lavoro sammarinese è tutto fermo. Una paralisi contrattuale che va superata al più presto perché in questo quadro di prezzi fuori controllo rappresenta una minaccia per i redditi di migliaia di lavoratori”.

 Stigmatizzata anche la decisione del Governo di procedere, anche in questo caso senza alcun confronto con le parti sociali, all’aumento di oltre il 100% delle bollette di luce e gas. “È urgente sospendere gli aumenti – sostengono Enzo Merlini, Gianluca Montanari e Francesca Busignani – e aprire un tavolo di confronto sulla politica dei redditi per definire una strategia di contrasto al caro vita, soprattutto con aiuti rivolti alle famiglie più in difficoltà”.

Infine, “un forte appello ai lavoratori di tutti i settori e ai pensionati, esteso ai cittadini, a partecipare allo sciopero generale e a manifestare in Piazza della Libertà, è stato rivolto dall’intera platea dei delegati sindacali. Uno sciopero per riaffermare in primo luogo la dignità delle persone e l’importanza del ruolo del sindacato, e – sul nodo pensioni – per tutelare i diritti di tutti; chi in pensione c’è già, chi è prossimo ad andarci e le future generazioni. Anche per i giovani si decide, fin da ora, il loro diritto ad una futura pensione adeguata e dignitosa”.

LA POSIZIONE DEL GOVERNO

Sollecitati sullo sciopero generale durante la conferenza stampa settimanale, i Segretari di Stato Elena Tonnini e Andrea Belluzzi hanno esplicitato la posizione del Governo in tal senso: “La manifestazione dei sindacati di contrarietà ad alcune scelte va rispettata e ascoltata. E noi li ascolteremo”, garantisce Belluzzi, “confermando che il confronto prosegue ancora. Confidiamo inoltre nello svolgimento civile di questa manifestazione, proprio perché dia modo a tutti di proseguire quel dialogo tra le parti che riteniamo indispensabile in queste riforme”. Dello stesso avviso la collega Tonnini: “Si tratta di riforme strutturali, quindi serve la massima condivisione. Non a caso sono mesi che i tavoli di confronto sono stati aperti e continueranno fino alla seconda lettura. Ma”, ha avvertito, “certe riforme sono attese da tempo e fanno parte del programma di governo dall’inizio. Chiaramente ci sono impatti, perché si tratta di cambiamenti, ma l’obiettivo è la sostenibilità e su questo crediamo vada ricercata la condivisione”. Tonnini è poi presa in causa anche per via del contratto del settore Pubblico, che è scaduto da anni: “Su questo punto il tavolo della trattativa è pronto, anzi, è stato formalizzato anche in una recente disposizione e ci sono tutti i presupposti che possa essere aperto già all’inizio del 2023. Ovviamente c’è la parte riguardante il rinnovo contrattuale, ma anche la revisione dell’impianto retributivo e normativo. Su questi temi siamo pronti a confrontarci con il sindacato”.

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