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Editoriale: Una goccia di speranza per il futuro

da Daniele Bartolucci

La storia si ripete: arriva l’estate ed esplode il problema siccità. Il cambiamento climatico sì, ma il punto è un altro: sull’acqua si è investito poco, pochissimo. E chi lo ha fatto, oggi guarda all’ennesima torrida estate con un po’ di tranquillità. Discorso opposto per San Marino, dove si attende, immancabile come ogni anno, una decretazione d’urgenza per ridurre i consumi d’acqua. Sicuramente utile, sicuramente necessaria, ma appunto, ripetitiva. Sintomo di un problema più grande, che è quello della mancata programmazione, degli investimenti mai fatti e anche, perché fondamentale, di una cultura purtroppo ancora molto radicata secondo cui l’acqua alla fine si può anche sprecare, che tanto la compriamo. Come tutti gli energetici in effetti, almeno per quanto riguarda il sistema San Marino, incapace di autoprodurre almeno una parte di quanto consuma. Anche se una parte della società, a partire dalle imprese private, vorrebbe e potrebbe fare il contrario, ma non gli viene permesso (la cogenerazione industriale è un esempio palese, senza scomodare termovalorizzatori e altre tipologie di impianti che altri Paesi hanno e San Marino considera tabu). Ma sull’acqua è diverso, perché la sensibilità verso “l’oro blu” è aumentata parecchio, anche nelle case, nelle scuole e nelle imprese, dove ormai non circola più una bottiglietta di plastica ma dispenser e borracce la fanno da padrone. Non nel Paese, però. La svolta è che ora lo sanno tutti. Se non d’acqua, almeno arrivi una “goccia” di speranza nel vedere finalmente un piano realistico che permetta a San Marino di uscire da questa emergenza idrica permanente.

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