“Un convegno dal quale sono emerse, come speravamo, numerose prospettive, di cui quattro molto concrete”. Questo il commento con cui il ricercatore Francesco Tamagnini traccia un bilancio della conferenza internazionale “Bridging the minds”, che venerdì scorso ha raccolto all’Ospedale di Stato del Titano matematici, medici, neuroscienziati e non solo nella cornice di un più ampio studio sull’individuazione di metodologie innovative per la diagnosi precoce del morbo di Alzheimer, avviato nel 2016 dall’Università degli Studi della Repubblica di San Marino insieme all’Istituto per la Sicurezza Sociale (ISS) e a tre Atenei inglesi.
“Raccogliendo esperti di diverse discipline attorno alla nostra ricerca, che si sviluppa grazie a dati raccolti sul Titano, abbiamo posto innanzitutto le basi per uno scambio fra Ospedale di Stato e University of Reading, dove lavoro, per incontrare fra le altre cose lo staff inglese e proseguire nel percorso che ci ha coinvolto negli ultimi sei anni”.
Proprio nella realtà britannica, partner della ricerca insieme agli Atenei di Exeter e Birmingham, Tamagnini conduce analisi di laboratorio che potrebbero trovare un’evoluzione nella penisola: “Durante il convegno – spiega – abbiamo individuato una struttura della zona adriatica attraverso la quale potrei fare evolvere i miei studi, concentrati sul cervello, dedicandomi a nuovi materiali”.
Fra gli orizzonti tratteggiati durante il convegno patrocinato dalla Segreteria di Stato per la Sanità, infine, uno scambio di scienziati fra San Marino e il Regno Unito, oltre alle prospettive offerte da studi che riguardano le differenze nei cervelli di uomini e donne, che svilupperebbero a livello neurologico patologie diverse.