Il contratto di lavoro per il settore Industria di ANIS si rinnova ancora una volta, dopo gli accordi siglati nel 2015, nel 2017 e nel 2020, proseguendo nel solco avviato già nel 2012 che garantisce ai lavoratori il mantenimento del potere d’acquisto in cambio della necessaria flessibilità che le aziende richiedono nell’organizzazione del lavoro per affrontare le varie situazioni del mercato. Anche in questo caso, quindi, sono stati concordati degli aumenti per i lavoratori, tenendo conto dell’inflazione, che in questi ultimi mesi ha raggiunto livelli più alti del previsto a causa del doppio effetto creato dalla pandemia e dal conflitto in Ucraina. Effetti che, però, sono per loro natura eccezionali e forse estemporanei, per cui ANIS insieme ai sindacati (per la prima volta tutte e tre le sigle sindacali: CDLS, CSDL e USL) hanno convenuto di non vincolare gli aumenti alla sola inflazione, ma anche al contesto generale in cui non solo i lavoratori subiscono questi aumenti di costi, ma anche le stesse imprese.
Da questi ragionamenti è emersa quindi la proposta (già approvata dai direttivi e attivi dei sindacati nei giorni scorsi) di concedere un aumento del 5,4% nei prossimi due anni, destinando la parte più importante (il 3%) già da quest’anno, mentre il restante 2,4% verrà erogato dal primo gennaio 2023. Una soluzione di equilibrio, quindi, tra le esigenze di ambo le parti, “frutto di grande responsabilità da parte di tutti”, commentano gli Industriali, ma anche della consapevolezza di come queste dinamiche abbiano impattato sui redditi familiari dei loro dipendenti e collaboratori. Ai quali hanno voluto dare una risposta importante, sia per quanto riguarda gli aumenti erogati – che sono significativi, soprattutto rispetto agli ultimi accordi – sia per quanto riguarda il rinnovo contrattuale stesso, visto che il contratto Industria di ANIS era scaduto da appena quattro mesi ed è stato rinnovato come sempre è stato fatto anche in passato, mentre tanti altri sono scaduti e molti anche da diversi anni.
Non bastasse questo a rendere questo rinnovo particolarmente importante perché riguarda circa 6.500 lavoratori impiegati nel settore manifatturiero, c’è anche un elemento di prospettiva molto interessante: nell’accordo siglato tra ANIS e i sindacati, infatti, c’è anche l’impegno a lavorare ad un nuovo contratto, in linea con le previsioni della nuova legge sulla rappresentatività, che recuperi e ricostruisca in un testo unico anche tutti i rinnovi che si sono concordati dal 1998 ad oggi. Un contratto che vedrà quindi lavorare insieme, finalmente, l’associazione più rappresentativa del settore industriale e tutte e tre le sigle sindacali sammarinesi.