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Carcere da rinnovare e misure alternative da potenziare

da Daniele Bartolucci

“Da una parte l‘esigenza di potenziare le misure alternative al carcere, che è la linea condivisa in Europa e soprattutto dall‘Italia, dall‘altra l‘esigenza di allinearsi agli standard internazionali riguardanti comunque la detenzione, e quindi dotarsi di una struttura ideone e moderna. E‘ questa la doppia sfida che impegna in questo momento San Marino e in particolare la Segreteria alla Giustizia (ma anche le altre, perché sono diversi gli ambiti toccati e coinvolti in queste materie), soprattutto alla luce dell‘accordo siglato con la ministra della Giustizia Marta Cartabia durante la visita ufficiale a San Marino, in qualità anche di oratore della cerimonia del 1 aprile.

“NO A UN NUOVO CARCERE, RINNOVIAMO L’ATTUALE”

Come noto, ci sono diverse questioni da risolvere per riallineare l‘attuale carcere nell‘immobile dei Cappuccini agli standard richiesti anche dagli organismi internazionali, tra cui il Comitato per la Prevenzione della tortura del Consiglio d’Europa. Anche per questo da tempo si ipotizza un trasferimento in una nuova sede, tanto che nella passata legislatura era stata pianificata la realizzazione di una nuova struttura a Murata. “Quel progetto è stato abbandonato”, ha ricordato però il Segretario alla Giustizia, Massimo Andrea Ugolini, “mentre abbiamo deciso di intervenire, riqualificandola, sull‘attuale struttura, adeguandola agli standard richiesti”.

“IL CARCERE NON È L‘UNICA RISPOSTA AL REATO”

Sullo stesso tema, come detto, è stato firmato un accordo fra Italia e San Marino sulle misure alternative alla detenzione, sulle sanzioni sostitutive delle pene detentive e sul reinserimento sociale dei condannati Tale accordo riguarda anche “il reciproco riconoscimento ed esecuzione delle decisioni giudiziarie in materia di misure alternative alla detenzione, sanzioni sostitutive di pene detentive, liberazione condizionale e sospensione condizionale della pena”. Si tratta, spiega una nota congiunta tra Ministero e Segreteria, “del primo accordo sottoscritto dall’Italia, in tema di esecuzione di pene non detentive con un Paese extra Ue. L’accordo tra le due Repubbliche è volto a favorire il reinserimento sociale delle persone condannate, attraverso misure che – come è ormai consolidato – favoriscono la riduzione del tasso di recidiva, contribuendo così ad una società più sicura. Consentirà, nei casi in cui sia concessa la sospensione condizionale della pena o siano state applicate misure alternative alla detenzione o sanzioni sostitutive da eseguirsi nella comunità di scontare la pena nel proprio Stato di cittadinanza o residenza e non in quello nel quale la sentenza è stata pronunciata”. La firma di questo accordo”, chiosa la nota, “unitamente a quello già sottoscritto nel maggio 2021 in materia di confisca dei beni di illecita provenienza, sugella l’ottimo rapporto di amicizia tra l’Italia e la Repubblica di San Marino”. Da questo accordo all‘addio definitivo del carcere come pena, il passaggio non è però automatico: “E‘ difficile pensare ad una San Marino senza carcere”, ammette Ugolini, che punta però ad una integrazione al testo già work in progress della revisione dell‘ordinamento penitenziario, introducendo il concetto di misure di giustizia riparativa, “ambito nel quale San Marino può divenire esempio e precursore”.

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