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Gli insegnamenti del fisico Stephen Hawking sulla relatività

da Simona Bisacchi

Tutti abbiamo un passato. E un presente.

Abbiamo ricordi meravigliosi. E tremendi.

Ci possono essere anni che costituiscono per noi una sorta di età dell’oro.

E ci sono tunnel che non si vorrebbe più attraversare.

Il passato è importante per imparare a leggere bene tutte le clausole prima di firmare un contratto, per ridere con gli amici del liceo, per ricordare da dove veniamo. Non per viverci.

Il tempo è continua evoluzione. Cambiano i gusti. Cambiano le abitudini. Cambia il modo di vedere e affrontare le situazioni.

Gandhi scriveva che “Il passato ci appartiene, ma noi non apparteniamo al passato: noi siamo del presente. Costruiamo il futuro, ma non siamo del futuro”.

Il ragazzo che ieri era in ritardo perenne a scuola, è l’uomo che oggi si sveglia all’alba innamorato del suo lavoro.

Stesso nome, stesso colore degli occhi, ma una persona molto diversa. Parla di argomenti che anni fa non lo interessavano. È capace di sacrifici per gioie che prima nemmeno considerava. E tenta di costruirsi un futuro scansando paure e accumulando esperienza. Quel ragazzo, questo uomo, ci insegna che non possiamo pretendere di crescere rimanendo sempre gli stessi. Non possiamo diventare migliori, compiere azioni migliori, se consideriamo “migliore” ciò che siamo stati e non ciò che potremmo essere.

È il presente a darci la possibilità di guardarci allo specchio e decidere quali priorità seguire.

Decidere chi vogliamo essere comporta una serie continua di scelte su come comportarci, su come rapportarci con gli altri.

Su come affrontare i cambiamenti che il mondo e le circostanze ci impongono.

E mentre il rosa è passato di moda. Con la plastica si fanno televisori e smartphone, ma non più le cannucce. La bolletta del gas è troppo alta. Lo stipendio fisso per pochi. Uno stato d’emergenza finisce. Una guerra scardina una miriade di certezze.

A noi rimane il nostro presente, da non trascurare, da riorganizzare, non per confezionare il futuro ma per non demoralizzarsi quando lo avremo di fronte.

Il fisico Stephen Hawking spiegava che “Nella teoria della relatività non esiste un unico tempo assoluto, ma ogni singolo individuo ha una propria personale misura del tempo, che dipende da dove si trova e come si sta muovendo”.

Non c’è un’unica direzione possibile, non ce n’è una di cui si conosca con certezza assoluta la meta, ma c’è un presente che parla, ogni giorno, e ascoltarlo non è difficile se si riesce a non rimanere ancorati al passato o a un’immagine ormai vecchia di futuro.

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