Home Tempo LiberoEventi Le “Voci dell’Anima 2021” sono Anna Piscopo e Teatro delle Donne

Le “Voci dell’Anima 2021” sono Anna Piscopo e Teatro delle Donne

da Redazione

Le Voci dell’Anima si è concluso martedì 28 settembre con l’assegnazione dei premi previsti dal festival. Tra i partecipanti sono stati individuati i vincitori, di cui alcuni a pari merito, segno della forza comunicativa degli spettacoli presentati. 

Il premio Voce dell’Anima 2021 è stato assegnato a “Padre d’amore padre di fango” di Teatro delle Donne, di e con Cinzia Pietribiasi (nella foto di Danilo Di Roma), con la seguente motivazione: “Per aver reso fruibile e ‘materica’, attraverso la voce e la tecnologia, una storia personale di dolore e di speranza. Attingendo al baule della memoria, l’artista ‘si spoglia’ per appropriarsi dello spazio, delle parole e delle immagini di un passato italiano mai dimenticato”. 

La compagnia ha ricevuto anche il premio della critica: “Doloroso e quasi invisibile come un ago, lo spettacolo entra nella pelle dell’osservatore per fargli riaprire gli occhi: tempi, luci e oggetti si fondono in un unicum denso di equilibrio e di leggerezza – e che leggerezza! – e riaprono le porte socchiuse del passato”. 

A pari merito con Teatro delle Donne per il premio Voce dell’Anima 2021, “Vai a rubare a San Nicola!” di Anna Piscopo, con motivazione: “Racchiusa in un involucro che dona più forza alla narrazione, l’artista reinventa e modernizza una favola nera dipingendola di ironia, silenzio, colore. Una vicenda apocrifa, in parte, capace di scendere dal palcoscenico e arrivare sino all’ultima fila”. 

Piscopo si è aggiudicata anche il premio del pubblico, “per aver ritoccato, aggiungendo un’impronta straordinariamente contemporanea e fresca, un racconto tramandato di generazione in generazione: un uomo che è un’ombra, una donna che è viva, in carne e ossa, un incontro che sul palco fa scintille”.

Tra i più premiati in assoluto “La Vacca” di B.E.A.T. Teatro, spettacolo di e con Gennaro Maresca, assieme a Vincenzo Antonucci e Anna De Stefano, che si è aggiudicato ben quattro premi. 

Il premio della critica, a pari merito con Teatro delle Donne, con questa motivazione: “L’utilizzo del dialetto, qui propedeutico allo svolgimento della vicenda, diventa linfa vitale e macchina della verità: i quadri che compongono lo spettacolo – quadri di luce e quindi oggetti scenici – incorniciano un intreccio sentimentale non recitato ma reale”.

Lo spettacolo è stato premiato anche dalla stampa: “Comicità e caratterizzazione dei personaggi diventano un fatto di cronaca dalle tinte nere e rosa. Tre attori che non si limitano a raccontare ma che portano all’assoluto l’amore più altro, quello per la vita”.

La compagnia ha vinto anche il premio sezione teatro: “Poderoso, amaro e divertente, lo spettacolo allarga una ferita nascosta: quella delle relazioni tra gli uomini, quella delle storie tra familiari. Gli attori danzano sulla corda della perfezione, lavorando con il corpo e con la voce, ‘mungendo’ la storia più terrigna”.

Infine, anche il premio Confine-Corpo è stato assegnato a B.E.A.T. Teatro, “per l’attenzione e la cura nel trovare una chiara e specifica essenza fisica per ciascun personaggio. Per l’attenzione a non cadere nei cliché del ‘teatro contemporaneo e di ricerca’, per la ottima cura del ritmo drammaturgico sempre intonato, tra voci, corpi, parole, luci e scene”.

Il premio sezione danza è stato attribuito a Luan Machado, per la performance “I’m not a robot”. “Una pallina di un flipper che volteggia, segna punti importanti a ritmo di musica. Professionalità, preparazione, irriverenza disegnano, con i trucchi e i parrucchi, l’umana difficoltà dell’accettazione della diversità”. 

Compagnia Fuori Contesto vince il premio dei tecnici con lo spettacolo “Terremoto Dentro”, “per la dimensione onirica ed emozionale che lo spettacolo evoca, per la bellezza della storia narrata, per la bravura dell’attrice e del musicista, per il Vesuvio”.

Infine il premio dell’organizzazione, conferito a “Mono” di Compagnia Kha, con Kea Tonetti e musiche dal vivo di Tivitavi: “Un assolo che ripercorre la fasi della vita, un canto alla durata che segue le sonorità degli strumenti e che sboccia come un fiore orientale. L’artista ha il controllo di ogni movimento e mette in luce, con cura, il processo di alleggerimento dell’anima”.

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