Adesso è tutto molto più chiaro: la grande rivelazione del concerto di Francesco “De Gregori & Band – Greatest Hits Live”, ospitato all’Arena della Regina di Cattolica (gremitissima) il 20 agosto sta tutta nella scaletta scelta dal Principe, sul palco in t-shirt e jeans bianchi (foto di Lucia Lombardi) per circa due ore. Ora il pubblico sa quali sono, per lui, le sue hits, i suoi pezzi più importanti.
Si parte alle 21.25 in punto, chitarra e armonica a bocca: De Gregori rompe il ghiaccio con “Cose” per poi raccontare qualche aneddoto degli esordi. “Ho cominciato tanti anni fa con la voce e la chitarra, uno strumento facile da trasportare. Antonello Venditti era svantaggiato perché suonava il pianoforte ed era difficile da trasportare”. Poi spazio ad uno dei suoi vertici, “Alice”. Francesco racconta che agli inizi faceva da “apertura” di alcuni gruppi rock, tre o quattro pezzi prima di lasciare il palco agli (allora) più celebri musicisti. Una volta il pubblico gli ha risposto: “Ma se non lo sa Alice, checcazzo ne sappiamo noi?”.
Dal parlato al cantato, De Gregori riabbraccia il suo strumento. E quindi arrivano “L’uccisione di Babbo Natale” e “A Pa’” (dedicata a Pasolini). Poi la band entra sul palco, e ci si rimette in viaggio: “Scacchi e tarocchi”, “La testa nel secchio”, “La storia”, “Caterina”, “Atlantide”, “Titanic”, “Il cuoco di Salò”, “Nero”, “Alice” (che dal vivo, come fa sempre, è stata leggermente cambiata: il passaggio “ha qualcosa nel cappello” diventa “ha un cancro nel cappello”), “Sangue su sangue”, “Generale”, “Pezzi di vetro”, “Rimmel”, “Buonanotte fiorellino”, “La leva calcistica della classe ‘68”, “La donna cannone”, “Cercando un altro Egitto”. Poi i bis, due. Il primo non lo conoscevo (e non lo conosco tuttora), il secondo è un inno, un auspicio alla ripartenza, alla voglia di rimanere in piedi nonostante la pandemia, “Viva l’Italia”.
Viva De Gregori.
(Quindi nella sua personale classifica mancano alcuni pezzi che invece rientrano nella mia: “I muscoli del capitano”, “L’abbigliamento di un fuochista”, “La valigia dell’attore”, “Un guanto” – bellissimo viaggio dentro Max Klinger -, “Il bandito e il campione”, “La casa di Hilde”, “La ragazza e la miniera”, “Souvenir”. E “Bene”. Ma non importa: quello di Cattolica è stato un concertone. E poi sentirgli dire una parolaccia – quando ha ricordato Alice piccola davanti ai fans di un gruppo rock – è qualcosa di unico).