Home Dal giornale Le parole d’ordine dell’ISS: “Riprogettare e riorganizzare”

Le parole d’ordine dell’ISS: “Riprogettare e riorganizzare”

da Daniele Bartolucci

La pandemia ha messo a dura prova tutto San Marino, ma la gestione dell’emergenza e la reazione con cui si è riusciti a dare sicurezza a tutto il sistema – dalla popolazione all’economia che vive di spostamenti e di lavoro – hanno dimostrato quanto valore abbia oggi l’Istituto per la Sicurezza Sociale. “Un valore che il Comitato Esecutivo, rinnovato e completato meno di un anno fa”, spiega il Direttore Generale Alessandra Bruschi, “non solo riconosce, ma è impegnato a preservare e aumentare in futuro”.

LA PANDEMIA E LE AZIONI MESSE IN CAMPO

“Ovviamente fino a pochi mesi fa le nostre priorità erano la salute e la sicurezza delle persone. Dopo la prima ondata pandemica, nella primavera del 2020, non ci siamo limitati a riattivare le attività sospese a causa della fase emergenziale, intervenendo in primis sulle liste d’attesa che si erano nel frattempo create, ma ci siamo messi da subito al lavoro per affrontare una probabile seconda ondata. Il virus, come tutti hanno purtroppo constatato, non era stato affatto sconfitto e con l’autunno siamo rientrati di nuovo in emergenza, questa volta però eravamo preparati: l’esperienza maturata nella prima fase si è unita ad una serie di azioni preventive che ci hanno permesso di limitare gli effetti più negativi della pandemia da Sars-CoV-2. Per prima cosa abbiamo messo a punto un piano di emergenza – successivamente attivato – e iniziato a costruire il piano vaccinale in previsione dell’arrivo dei vaccini. Questa programmazione si è rivelata vincente. San Marino è uscito prima di tanti altri Paesi dall’emergenza ed è diventato uno dei primi Stati Covid-free, raggiungendo un’elevata percentuale di popolazione vaccinata in pochi mesi di campagna vaccinale. Siamo certi che questo è un messaggio estremamente positivo che la Repubblica di San Marino può rivolgere anche all’esterno e siamo orgogliosi di avervi contribuito insieme alle altre Istituzioni. Il nostro impegno resta comunque rivolto all’interno, per quanto riguarda l’attività ospedaliera, quella socio sanitaria e ovviamente anche quella amministrativa. Il lavoro portato avanti su questi fronti, nonostante la pandemia e l’impegno profuso per affrontarla, non si è mai interrotto e siamo in procinto di presentare diversi progetti che dovranno aumentare la qualità dei servizi, mantenendo alta l’attenzione sulla sostenibilità, che sarà una delle parole chiave insieme a riprogettazione e riorganizzazione”.

IL NUOVO PIANO SANITARIO E SOCIO-SANITARIO

“Poco più di un anno fa quando sono arrivata a San Marino”, spiega il Direttore Generale, “una delle prime questioni che mi sono state presentate è stata la mancanza di un Piano Sanitario e Socio-Sanitario aggiornato. L’ultimo era stato approvato nel 2015 e sostanzialmente era rimasto invariato. Il mio primo obiettivo, insieme al nuovo Comitato Esecutivo, è stato quello di promuovere il confronto fra tutti i soggetti preposti per formalizzarne uno nuovo con obiettivi chiari e realizzabili. Come ci insegnano i medici, prima della cura occorre fare un’accurata diagnosi”, avverte. “Il nostro contributo si è concentrato nel completare una accurata analisi di tutte le attività, i cui risultati sono stati presentati nelle scorse settimane nella Commissione Consiliare preposta. Non ci siamo limitati ad una mera fotografia dell’esistente, vorrei sottolineare, ma abbiamo analizzato l’evoluzione di certe dinamiche, in particolare quella della spesa corrente, rilevandone un aumento di circa il 21% negli ultimi dieci anni. L’incremento complessivo ha due grandi componenti: la previdenza che passa da 218 milioni a 258 milioni di euro dal 2010 al 2020; insieme alla parte sanitaria e socio sanitaria che passa da 83 a 107 milioni di euro nell’arco dello stesso decennio. L’intervento su diversi capitoli, come ad esempio le pensioni, non è prerogativa dell’ISS, se non come contributo tecnico che possiamo fornire, ma su altri ambiti è nostro dovere formulare delle possibili soluzioni e ovviamente realizzarle. Ed è su queste che ci stiamo confrontando in maniera sinergica con l’Authority Sanitaria e la Segreteria di Stato alla Sanità per costruire il nuovo Piano, che contiamo sia presentato a breve anche alle parti politiche, sociali e datoriali. Si tratta per sua natura di uno strumento che definisce le linee programmatiche e politiche che indicano cosa vogliamo essere da qui ai prossimi 3 anni. A questo poi dovranno seguire il Nuovo Atto organizzativo e i Fabbisogni, che invece sono più operativi e una prerogativa del CE. Ci siamo impegnati affinché entro l’anno siano completati tutti e tre i piani e siamo fiduciosi di portare il lavoro a termine”.

LE STRATEGIE E GLI INVESTIMENTI

“Le parole chiave, come detto, saranno riprogettazione e riorganizzazione. Parole che potrebbero spaventare, soprattutto se pronunciate da una manager, ma voglio spazzare via dal campo ogni dubbio: non si parla di tagli al personale o di riduzione di servizi, bensì di opportunità. L’impostazione che daremo a queste attività sarà quella di un governo clinico che ponga al centro della programmazione e della gestione dei servizi sanitari i bisogni dei cittadini e che valorizzi al tempo stesso il ruolo e la responsabilità degli operatori sanitari. Porre i servizi al centro significa analizzare ogni singola attività e valutare il grado di qualità che vogliamo raggiungere. In tal senso, come ho sempre dichiarato, il nostro obiettivo è l’accreditamento che comporta il raggiungimento di standard molto elevati e di criteri organizzativi e tempistiche a cui allinearsi. L’analisi effettuata in questi mesi ci dice che l’ISS ha già molte delle risorse interne per garantire queste attività”. Occorre però riorganizzarle, dislocando professionalità là dove ne sono state dedicate poche, ad esempio nell’assistenza territoriale e nella prevenzione.

“Tutti i dipartimenti saranno valorizzati, affinché possano portare benefici alle persone malate, evitare che altre si ammalino e allo stesso tempo attrarre nuove risorse. La riorganizzazione dei servizi”, prosegue la DG Bruschi, “può infatti generare nuove entrate, attraverso i servizi erogati a utenti stranieri, in particolare cittadini italiani residenti nelle Regioni limitrofe. La stessa riorganizzazione interna può migliorare spazi e servizi da mettere a disposizione. Un esempio sono le sale operatorie: gestite in maniera più efficiente possono essere utilizzate per l’attività libero professionale”.

Nella riprogettazione dell’attività ospedaliera, invece, un capitolo fondamentale è proprio l’Ospedale: “L’attuale complesso, oltre a presentare le note criticità strutturali, ha evidenti carenze logistiche non rispondenti ai criteri che invece caratterizzano un ospedale moderno. La realizzazione del nuovo ospedale, il cui percorso progettuale è iniziato anni addietro, è quindi una grande opportunità, sia come rinascita dopo la pandemia, sia come rilancio degli investimenti strategici a vantaggio del Paese. Il gruppo di lavoro che coordino, a cui partecipano tre Segreterie di Stato (Sanità, Territorio e Finanze ndr), sta concludendo la predisposizione di un progetto preliminare valutato sotto il profilo strutturale, economico-finanziario e giuridico. Auspichiamo che il bando – conclude il DG Bruschi – sia emesso entro l’autunno”.

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