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PA: tagliate le spese per le consulenze

da Alessandro Carli

In dieci anni gli importi liquidati per le consulenze delle Segreterie di Stato e Pubblica Amministrazione (con esclusione degli Enti e delle società partecipate) della Repubblica di San Marino è stato ridotto di circa 2/3, passando da 1 milione e 486 mila euro (2012) a poco più di 616 mila nel 2020.

“Il tema delle consulenze ha sempre rappresentato un aspetto di significativo interesse per la politica e la cittadinanza, anche a causa di una normativa in materia alquanto frammentata e di un utilizzo eccessivo di contratti e convenzioni” spiega in una nota il Congresso di Stato che si è attivato per “introdurre adeguate ed efficaci linee guida al fine di un corretto impiego di tali strumenti a beneficio dello Stato”.

Obiettivo che si è concretizzato specificatamente mediante l’adozione delle delibere numero 8 del 29 giugno 2020 e numero 7 del 22 marzo 2021 nonché tramite l’individuazione di un modello di disciplinare di incarico valevole per tutti, con lo scopo di eliminare le molteplicità di contratti, spesso dal contenuto più variegato e uniformare il trattamento normativo agli stessi applicabile.

È stato inoltre effettuato un riordino dei capitoli di spesa su cui far confluire i costi relativi alle consulenze, al fine di operare un maggiore controllo sulle stesse, dando contestualmente un apposito mandato alla Direzione della Finanza Pubblica di elaborare e trasmettere alle Segreterie di Stato Affari Interni e Finanze e Bilancio, ogni sei mesi, un prospetto riepilogativo di tutte le consulenze e collaborazioni vigenti nel Settore Pubblico Allargato, negli Enti e Società partecipate.

LA “FOTOGRAFIA”

L’andamento delle consulenze solo nella Pubblica Amministrazione in senso stretto ha registrato una importante crescita nei primi anni Duemila (il boom si è registrato nel 2007, poco prima del crollo di Lehman Brothers quindi, con un “assegnone” da 2 milioni e 700 mila euro) per poi scendere – per poco più di dieci anni – oscillando sempre nella forbice “1 milione e 800” e “1 milione” (tra il 2008 e il 2018). Nel 2019 il cambio di passo, con la “discesa” (anche psicologica)sotto quota 1 milione (748 mila euro), proseguita anche nel 2020 (616 mila euro). 

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