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Innovare è un’arte: già quattro le start up del settore

da Daniele Bartolucci

Innovazione e tecnologia sono driver universali in qualsiasi ambito, a maggior ragione in un mondo – quello dell’arte – dove la creatività e la capacità di anticipare dinamiche future necessitano costantemente di soluzioni inedite.

In questo solco si sviluppano le proposte delle Imprese ad Alto Contenuto Tecnologico nate in questi anni grazie a San Marino Innovation: sono infatti già quattro le realtà imprenditoriali che si occupano di arte, partendo dagli artisti con le loro opere fino  al mercato delle stesse, proponendo soluzioni tecnologiche e modalità operative che stanno già cambiando il settore e –  questo l’auspicio-  lo rivoluzioneranno.

Dalla nuova piattaforma tecnologica per le aste online (Maraja), all’ innovativa modalità di investimento in opere d’arte attraverso l’acquisto di “quote” (Art Shares) o creare il “gemello digitale” dell’opera d’arte (Ars Pixel), fino all’ ideazione di un nuovo metodo di certificazione/quotazione per nuovi artisti tramite token (NAV). Proposte che –  come spiegano gli ideatori – stanno già ottenendo ottimi riscontri sul mercato di riferimento, aprendo nuovi canali sia all’estero che a San Marino, confermando il ruolo dell’Istituto quale perno dell’ecosistema innovativo in Repubblica.

LE ASTE ONLINE: EFFICIENZA E VISIBILITA’

L’evoluzione digitale ha portato nuovi strumenti e facilitazioni nel mondo delle compravendite di opere d’arte: scopriamole assieme a Massimo Bosi e Giacomo Bosi, rispettivamente CEO e CTO di Maraja, la società che sviluppa la piattaforma bid-KIT per la gestione di aste online e live per case d’asta del settore collezionismo.

Le aste di opere d’arte sono un canale “classico” per collezionisti e galleristi: perché non basta metterle online per poter parlare di innovazione?

“Nel 2021 non è certo innovativo per le case d’asta fare semplicemente le aste online. Il moltiplicarsi dei canali di vendita e servizi per la visibilità online richiede una strategia e dei partner specializzati nel settore delle aste online per costruire un sistema online efficiente sotto tutti gli aspetti: visibilità, affidabilità, gestione dei flussi di lavoro. Con bid-KIT forniamo una base solida di software online, con soluzioni all’avanguardia e un servizio di supporto molto efficiente. Abbiamo un approccio personalizzato ai nostri clienti case d’asta a cui forniamo soluzioni sempre su misura. Le nostro soluzioni, conformi alle normative attuali ad esempio sulla privacy, devono essere inoltre il più user-friendly possibile, visto che l’età media dei clienti finali è abbastanza elevata.”

Quali sono target e mercato di riferimento per le aste online?

“Le case d’asta piccole, medie e medio grandi sono il nostro mercato di riferimento: stiamo parlando di circa 100 realtà italiane a cui aggiungere altre migliaia in tutta Europa. I settori potenzialmente interessati spaziano dalla numismatica alla filatelia, l’arte, l’antiquariato e l’archeologia. Ad oggi abbiamo circa 60 clienti italiani ed esteri e contiamo di raddoppiarli nei prossimi 2 anni. Il nostro portale bidinside.com dove pubblichiamo tutte le nostre aste di collezionismo è già il riferimento da qualche anno in Italia per la Numismatica, ora è cresciuto molto il settore Filatelia. Puntiamo a far crescere Arte, Antiquariato, Oggettistica, Orologi e altri settori per crescere nel mercato italiano ed internazionale.”

INVESTIRE IN OPERE ACQUISTANDONE “QUOTE”

Quando si pensa all’acquisto di opere d’arte per investimento, spesso si viene intimoriti da prezzi inarrivabili, ma la soluzione è molto semplice: comprare le “quote” di un’opera. E’ questa l’innovazione apportata da Art Shares, di cui ci parlano i fondatori Claudio Poleschi e Maurizio Fontanini.

Perché comprare una “quota” e non tutta l’opera?

“Quando si parla di investimenti, bisogna scindere tale obiettivo dal possesso del bene su cui si investe: se si riesce a fare questo passaggio, l’idea di acquistare una quota è molto più semplice di quanto si pensi e comporta vantaggi importanti. Innanzitutto, non si devono immobilizzare cifre importanti, ma quelle a disposizione, scegliendo il numero di quote che si intendono acquistare. Il nostro servizio consente infatti l’ingresso di nuovi collezionisti in un mercato normalmente riservato a chi ha disponibilità di una certa consistenza: tanto che si propone l’acquisto di quote di opere d’arte anche di artisti quotati con cifre a partire da 100 euro. L’altro vantaggio è che Art Shares ha già la disponibilità di opere d’arte e questo permette di frazionarle in quote ad un prezzo inferiore a quello di listino dell’opera intera, prezzo a cui viene posta subito in vendita sul mercato. A seguito della vendita dell’opera intera il prezzo realizzato viene diviso tra tutti i comproprietari. In pratica il cliente con l’acquisto delle quote diventa comproprietario e nomina commissionaria alla vendita Art Shares”.

Il target sono quindi nuovi e piccoli collezionisti?

“Nuovi sicuramente, essendo uno strumento innovativo che potrebbe finalmente aprire il mondo dell’arte a più persone e appassionati. L’attività è cominciata il 25 gennaio 2020 e nelle operazioni concluse con i clienti ha dato margini di guadagno dal 10% al 50%. La società sta valutando iniziative per limitare la concentrazione delle quote, così da aumentare il più possibile numero dei piccoli collezionisti o aspiranti tali.”

L’INNOVATIVO ALGORITMO CHE VALUTA GLI ARTISTI

Prima ancora dell’acquisto, però, occorre valutare opere e artisti. In particolare, per quelli non già “quotati”, come molti contemporanei e gli emergenti, la situazione si complica: è da questa necessità che Alberto Rino Chezzi, “Commerciartista” e Art Advisor, ha costituito NAV (New Asset Valuation-Nuove Modalità di Valorizzazione degli Asset Artistici), la startup che ha sviluppato un algoritmo chiamato “KA Carato Artistico” proprio per avere una valutazione degli artisti.

Come siete riusciti ad avvicinare due mondi apparentemente distanti come quello dell’arte e quello delle tecnologie digitali?

“Il vantaggio competitivo dato dal nostro algoritmo si somma al percorso di valorizzazione digitale comprensivo di un’adeguata comunicazione su tutti i mezzi disponibili in rete. Questo permette anche ad artisti non quotati o ad opere non presenti sui mercati, di ottenere la giusta visibilità e una valutazione quanto più oggettiva possibile, intercettando interessi anche diversi rispetto al mercato tradizionale, ovvero i cosiddetti ‘investitori digitali’, che rappresentano oggi un bacino in crescita”.

A chi si rivolgono queste innovazioni?

“Il nostro mercato di riferimento è prevalentemente quello degli artisti e delle collezioni d’arte post-war e contemporary art, che è si stima essere già oggi superiore ai 7 miliardi di dollari a livello globale. Allo stesso tempo, è interessante la sinergia che stiamo sviluppando con tanti settori tecnologici, come ad esempio la blockchain. In tal senso, abbiamo già individuato i partner finanziari nell’ambito della finanza digitale con specifico riferimento ai token”.

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