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Si è concluso con successo Futuro Fantastico, primo atto di Santarcangelo Festival 2050

da Redazione

FUTURO FANTASTICO

 

SANTARCANGELO (RN) – Più di 5.000 presenze in 5 giorni: si è concluso domenica 19 luglio Futuro Fantastico, primo atto del cinquantennale di Santarcangelo Festival 2050, manifestazione fra le più longeve del settore che si svolge ogni anno a Santarcangelo di Romagna (RN), registrando il tutto esaurito, con i biglietti sold out in pochi giorni dall’apertura delle vendite online (1 luglio) e l’aggiunta di alcune repliche straordinarie.

Un Festival ridimensionato nella sua durata (e nelle capienze), oltre che condizionato nella programmazione, tra lockdown e norme anti-covid, ma per nulla ridotto nella sua dimensione comunitaria. In questo anno difficile, doloroso e ancora così incerto, non sono infatti i numeri a poter adeguatamente restituire l’impatto del Festival, il suo valore artistico, sociale e culturale. Per raccontare questa edizione ostinata, mai così desiderata e necessaria, per il pubblico, le artiste e gli artisti, gli operatori del settore, Daniela Nicolò e Enrico Casagrande, alla direzione artistica del cinquantennale del Festival fino a luglio 2021, desiderano ringraziare chi ha reso possibile che questo fantastico riavvicinamento di corpi, cuori e menti accadesse, in sicurezza e in bellezza: “A pochi giorni dall’apertura eravamo stanchi ma stranamente rilassati, con l’intima certezza che comunque tutto sarebbe andato per il meglio, forse perché nel lavoro comune e d’urgenza di costruzione del programma – e ri-definizione degli spazi – tutta l’equipe ha collaborato con una passione e una dedizione a dir poco commoventi. La natura ibrida del Festival, nei soli 5 giorni di programmazione, ha poi ancor più amplificato il potenziale fantastico della contaminazione fra le forme artistiche e fra i corpi. C’è stata una magnifica confluenza di comunità di spettatrici e spettatori (e addetti ai lavori) da tutta Italia, e sorprendentemente in parte anche dall’estero, che si sono fluidamente mescolate alla popolazione locale, creando una flora variopinta di presenze. Ed è proprio al pubblico che ci ha raggiunto con entusiasmo e spirito di collaborazione che va il ringraziamento più grande e caloroso!”

Dopo quasi 4 mesi di stop per le attività di spettacolo dal vivo, è grazie a tutte e tutti coloro che hanno partecipato a diverso titolo a questo Futuro Fantastico che il Festival è riuscito a riportare in scena per il cinquantesimo anno di fila a Santarcangelo di Romagna alcune delle esperienze e dei progetti più interessanti nell’ambito del teatro, della danza, della musica e della performance, dal pomeriggio (e a volte dalla mattina) fino a notte fonda, raccogliendo ancora una volta una comunità entusiasta, vivace, vitale, che non ha rinunciato al futuro, anzi.

Un grande ringraziamento va anche alle quasi cinquanta volontarie e volontari del territorio che hanno contribuito alla logistica di questi complessi 5 giorni, oltre che alle istituzioni e agli sponsor che hanno sostenuto l’organizzazione del Festival, credendo nelle sue inesauste potenzialità, in particolare i main sponsor Gruppo Hera, Gruppo Maggioli, Anthea Futura e Amir OF, in costante dialogo con il Festival, a cui hanno dedicato una preziosa attenzione.

E all’orizzonte infatti si staglia già il secondo atto di questo cinquantennale: Winter is coming porterà al Teatro Il Lavatoio di Santarcangelo di Romagna e in alcune altre sale del territorio da giovedì 3 a domenica 6 dicembre 2020 la seconda tappa di Santarcangelo Festival 2050, con alcune opere prime o “nuovi cominciamenti” di giovani artiste e artisti che in questi mesi riprenderanno le prove interrotte dei loro spettacoli, anche in residenza creativa a Santarcangelo, o al Teatro Dimora dell’Arboreto di Mondaino e al Teatro Petrella di Longiano, spazi che da anni agiscono in sinergia.

Santarcangelo Festival è realizzato grazie al Comune di Santarcangelo di Romagna e Comuni di Rimini, Longiano, Poggio Torriana, San Mauro Pascoli e sostenuto da Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, Regione Emilia-Romagna, Camera di Commercio della Romagna, Visit Romagna. Il Festival è partner di BE PART e Create to Connect → Create to Impact, progetti sostenuti dal programma Europa Creativa della Commissione Europea.

 

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IMMAGINARE MONDI

 

È scesa un’astronave amica e gentile sulla piazza di Santarcangelo, una grande creatura ctonia con tentacoli esploratori che si spingono ad indagare e annusare il territorio, che si connettono ariosamente con l’ambiente circostante. Delle piccole creature bianche prendono per mano gli spettatori per accompagnarli verso… l’ignoto? Altri mondi? Verso un “futuro fantastico”?

È questo il Festival che sognavamo, è questo il Festival che si è appena concluso. Un’epifania serena e intensa attraversata da parole e immagini che si sono sedimentate nella retina di un pubblico paziente e amico e delle artiste e artisti ospiti che non hanno cercato, come ha scritto Roberto Ciccarelli, “di fare guarire lo spettatore dalle illusioni che lo rendono un subalterno. Al contrario sono stati questi artisti a mettersi in gioco al fine di aprire un campo percettivo nel quale invitare gli spettatori a sperimentare la traduzione in pensiero e in azione di ciò che si vive senza conoscere, di ciò che si conosce senza sapere, di ciò che si sa ma non si agisce.”

Abbiamo già scritto tanto su questa edizione prima del suo realizzarsi, come ne abbiamo per lungo tempo discusso e ipotizzato le problematicità e i potenziali… Ci siamo sempre mossi in un contesto di incertezza e grande trepidante attesa. L’obiettivo era rendere il festival più accogliente possibile, nei suoi spazi e nelle modalità con cui il numeroso personale volontario (che non finiremo mai di ringraziare!) avrebbe accolto l’ipotetico pubblico, che con impazienza attendavamo riveder riunito a Santarcangelo.

A pochi giorni dall’apertura eravamo stanchi ma… stranamente rilassati, con l’intima certezza che comunque tutto sarebbe andato per il meglio, forse perché nel lavoro comune e d’urgenza di costruzione del programma – e di ri-definizione degli spazi – tutta l’equipe ha collaborato con passione e dedizione a dir poco commoventi. Nonostante le enormi complessità legate soprattutto a come regolare l’accesso ai luoghi secondo le norme anti-covid, abbiamo tentato di reinterpretare creativamente il decreto – inevitabilmente freddo e respingente – per trasformare la regola in una modalità morbida e comunque inesplorata di utilizzo degli spazi pubblici. È sorprendente dirlo, ma in effetti proprio la mutata situazione pandemica ci ha permesso rendere Santarcangelo tutto un luogo da riscoprire anche per il pubblico che lo frequenta abitualmente. Gli interventi obbligatori di ri/delimitazione degli spazi hanno infatti creato una nuova mappatura, in cui gli spettatori si muovevano con dolcezza e stupore. Per questo immenso lavoro ringraziamo tutta l’equipe tecnica che in poco più di un mese ha costruito nuove sedute, palcoscenici, originali sistemi di segnalazione e delimitazione… Così come i grafici che, con l’ufficio comunicazione, hanno prodotto fluorescenti strumenti cartacei e digitali per orientarsi nella intensa programmazione. Anche l’area produzione e logistica ha dovuto reimpostare tutte le modalità di gestione degli spazi e del pubblico, per affiancare gli artisti nella eclettica variabilità dei formati delle opere situate fra ambienti enormi e piccoli palcoscenici, negozi o parcheggi, in una selva intricata di performance, installazioni, concerti, e proiezioni cinematografiche. La natura ibrida del Festival nei soli 5 giorni di programmazione ha ancor più amplificato il potenziale “fantastico” della contaminazione fra le forme artistiche e… fra i corpi. C’è stata una magnifica confluenza di comunità di spettatori (e addetti ai lavori) da tutta Italia, così come sorprendentemente anche dall’estero, che si sono fluidamente mescolate alla popolazione locale, creando una flora variopinta di presenze: proprio al pubblico che ci ha raggiunto con entusiasmo e spirito di collaborazione va il ringraziamento più grande e caloroso!

Abbiamo cercato con sforzi sostanziosi di rendere questa celebrazione il più inclusiva possibile, facendo emergere la grande specificità che il teatro come arte ha tatuata sul cuore, ovvero la coralità, ce lo sottolinea Se respira en el jardín como en un bosque di El conde de Torrefiel che, con un semplice meccanismo, riduce al minimo l’essenza del teatro: non c’è spettacolo se non c’è spettatore, il rito non si può consumare da soli ha sempre bisogno dell’altro. Ciò che si è manifestato in modo accecante in questi cinque giorni, è quanto la necessità del NOI, da sostituirsi all’IO, alla solitudine dei corpi che questo tremendo ultimo periodo ci ha imposto, fosse necessaria, quanto le persone avessero desiderio di reincontrarsi e di farlo guardando un’opera o un film nella pubblica piazza. Vincere le scommesse è una sensazione adrenalinica e gioiosa che ci porteremo dentro per sempre, è la conferma che una comunità di persone “anticonformiste, pretenziose di vivere senza regole” e che “raccolgono soldi per sostenere i clandestini” – come siamo stati definiti da un Consigliere Comunale della Lega – esiste… Evviva! Il Teatro è vivo. C’è molto lavoro da fare sia sul piano sociale che politico, ma un sasso nel lago lo abbiamo lanciato e ora ci lasciamo incantare dalla propagazione delle onde concentriche che ha prodotto e che ci auguriamo non smettano mai di allargarsi.

 

Daniela Nicolò, Enrico Casagrande / Motus

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