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Visto per voi al Verucchio Festival: “Viaggio al termine della notte” di Germano e Teardo

da Redazione

Per 60 minuti esatti il concerto-spettacolo (uno spettacolo di concerto) entra nelle vene per scorrere veloce nella disperazione di Louis-Ferdinand Céline.

TehoTeardo ElioGermano 120 PH ELIA FALASCHI

 

di Alessandro Carli

 

VERUCCHIO (RN) – Il riscatto al dubbioso monologo “Thom Pain” è un viaggio meraviglioso che supera l’oscurità celeste dell’entroterra romagnolo. Che il “Thom Pain” fosse stato un garbato inciampo che può accadere non c’erano dubbi ma il “Viaggio al termine della notte” di Louis-Ferdinand Céline portata in scena al Verucchio Festival 2020 il 19 luglio in una versione completamente rinnovata nelle musiche e nei testi rispetto al “primo assaggio” ospitato oltre 10 anni fa nel Lapidario di Rimini per “Assalti al cuore” è qualcosa di semplicemente assoluto.

Per 60 minuti esatti il concerto-spettacolo (uno spettacolo di concerto) entra nelle vene per scorrere veloce nella disperazione di Céline. Irrobustito dagli archi di Laura Bisceglia (violoncello), Ambra Chiara Michelangeli (viola) ed Elena De Stabile (violino), il “Viaggio al termine della notte” porta lontano: la voce di Elio Germano, morbida e gracchiante a seconda del pathos, dialoga con l’energia talentuosa della chitarra di Teho Teardo per “spingere” la storia verso orizzonti di grande effetto. La misantropia e il cinismo, così come il nichilismo del testo, qui sciolgono gli ormeggi: le parole del giovane milite Bardamu, impegnato a combattere durante la Prima Guerra Mondiale, diventano fonemi universali resi ancora più cristallini dalla scelta registica che vede Germano sempre seduto, così come Teardo nell’abbraccio al suo strumento. A muoversi è la fantasia percettiva del buon pubblico che ha seguito lo spettacolo (ad occhio e croce almeno 350 persone) quasi in apnea. La voce “graffiata” dai microfoni (uno per la voce naturale e uno per quella distorta) su un quadro sonoro che aggiunge tutto quello che manca nel racconto di Louis-Ferdinand Céline: la capacità di superare i limiti della scrittura. Un viaggio che si vive e si compie a occhi chiusi: solo così si riesce a catturare la forza dei due, individuare le intercapedini, gli interstizi, i confini tra il verbo e la musica. Perché al temine della notte c’è sempre il sole, una nuova vita. E la meraviglia sfavillante di due pietre focaie – Elio Germano e Teho Teardo (foto Elia Falaschi) – che quando si incontrano accendono scintille.

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