“E’ un sistema penale che è andato in crisi nel suo elemento centrale e cioè nell’esecuzione penitenziaria. Sono usciti moltissimi boss e ciò dà l’impressione che non tenga il sistema. Questo è il punto”. Così Sebastiano Ardita, consigliere del Csm, a 24Mattino di Simone Spetia e Maria Latella su Radio 24 sulle scarcerazioni degli ultimi mesi. E riferendosi al caso di Massimo Carminati, l’ex Nar scarcerato per decorrenza dei termini di carcerazione preventiva, il magistrato ha aggiunto: “Occorre una riforma che renda più semplice tutto il sistema penale, perché i cittadini comunque non capiranno la circostanza per cui un personaggio ritenuto pericoloso venga scarcerato per motivi di forma. E’ incomprensibile per i cittadini, quindi una riforma va fatta e in modo sostanziale. E’ un sistema penale che è in sofferenza perché ci sono moltissimi reati e si paga per molto poco”.
“BOSS SCARCERATI SANZIONI GIUDICI? ERRORI VANNO PUNITI”
Servono sanzioni per i giudici in caso di scarcerazione di boss o criminali di spicco? “Ci sono responsabilità è ovvio, abbiamo una sezione disciplinare molto rigorosa che si occupa anche di queste cose. L’errore umano va punito senza sconti, ma va tenuto in considerazione l’errore di sistema, perché noi abbiamo un sistema sbilanciato”. Così Sebastiano Ardita, consigliere del Csm a 24Mattino di Simone Spetia e Maria Latella su Radio 24.
“CARCERI, RIVOLTE NON SONO AVVENUTE PER CASO”
“Ho detto che ‘bisogna capire se le carceri sono ancora sotto il controllo dello Stato’ sulla base di dati che denunciano un’impennata dei reati commessi in carcere e un’impennata del disagio in carcere. Di certo il controllo della sicurezza è insufficiente e molto più carente rispetto al passato. Dunque bisogna interrogarsi perché le rivolte non sono avvenute per caso, sono avvenute perché c’erano condizioni che non hanno consentito il controllo delle carceri, altrimenti non sarebbero avvenute”. Così Sebastiano Ardita, consigliere del Csm a 24Mattino di Simone Spetia e Maria Latella su Radio 24 a proposito delle rivolte nei penitenziari.