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Teatro Italia di Rocca San Casciano: “Mi chiamo Andrea, faccio fumetti”

da Redazione

È un monologo disegnato. È un omaggio che non vuole omaggiare nessuno.

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di Francesca Garavini

 

FORLI’ – Mi sono sempre piaciuti i tipi sciroccati e fuori dagli schemi. Come Giancarlo Dini, che è in cima alla classifica per una serie di motivi che non sto qui a elencare. I suoi spettacoli stralunati, come lui del resto, sempre in bilico fra l’onirico, il divertito e la nicchia, mi hanno sempre invogliato a prendere qualunque mezzo di locomozione (mani, piedi, bici, motorino, autobus, macchina, autostop) per coprire la distanza che c’è fra Forlì e le vallate che anticipano gli Appennini.

C’è una ragione per cui stavolta ne parlo qui. Ed è che in questo immacolato sabato 8, per la stagione teatrale di Rocca San Casciano, porta in scena un mio mito personale.

Andrea Pazienza, in arte Paz.

Per chi come la sottoscritta è cresciuta con una matita in mano, non c’è più bel modo di ricordarlo. Una leggenda. Ci ha lasciato per una overdose nel giugno di 20 anni fa. Una storia bellissima, la sua, che s’incrocia con quella del nostro Paese.

“Mi chiamo Andrea, faccio fumetti” è una biografia, ma non è una biografia.

È un monologo disegnato.

È un omaggio che non vuole omaggiare nessuno.

È una dichiarazione di resa di fronte alle sentenze perentorie del destino.

È l’ennesima constatazione di un Salieri di fronte ad un Mozart.

Andrea Santonastaso, attore oggi, disegnatore di fumetti una volta, racconta, attraverso le parole scritte da Christian Poli, l’Arte di uno dei più grandi fumettisti (e non solo, anche pittore, autore, poeta e chi più ne ha…) che il nostro Paese abbia avuto: Andrea Pazienza.

Lo fa dichiarando la sua impotenza di fronte al talento immenso di questo istrione dei pennelli (ma anche dei pennarelli, delle matite, dei gessetti e chi più ne ha…).

Lo fa dichiarando la sua inferiorità, ma anche la sua incazzatura di fronte allo spreco cosciente e quasi premeditato di tanta Arte pura in nome della follia di “un buco”.

Lo fa raccontando Pentothal, Zanardi eccetera…

Lo fa entrando “dentro” agli “Ultimi giorni di Pompeo” soprattutto.

E, infine, lo fa disegnando in scena ed onorando indegnamente (o tentando di farlo) colui che è stato “il più grande disegnatore vivente”.

Viva Paz.

Viva Andrea, Michele, Ciro.

Andrea Santonastaso è nato a Bologna, vive a Vignola, ha studiato con Igort, Iori, Cavazzano, poi ha deciso di fare l’attore. Recita dal ’93.

Christian Poli è nato a Bologna dove vive. Scrive, scrive, scrive. Per il Cinema, per la pubblicità, per la Fiction. Collabora con la Bottega di Narrazione Finzioni fondata da Carlo Lucarelli.

Entrambi hanno amato, amano ed ameranno per sempre follemente, come me del resto, l’Arte di Andrea Pazienza.

Venite a vederlo.

Biglietti intero: 12 euro ridotto: 10 euro

Informazioni e prenotazioni : 338 3169741

Teatro Italia – Rocca San Casciano (FC)

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