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Progetto di legge sullo sviluppo, il Governo non accetta il confronto

da Redazione

SAN MARINO – Dopo due mesi di assoluto silenzio, il Segretario di Stato per il Lavoro lo scorso venerdì ha convocato un incontro, che si è svolto nel pomeriggio di ieri, avente per oggetto il progetto di legge sullo sviluppo. Tale incontro è stato convocato senza inviare preventivamente al sindacato la nuova stesura del progetto di legge, impedendo così alla CSU di venire a conoscenza dei contenuti e delle eventuali modifiche o integrazioni rispetto alla prima versione, su cui la CSU, nell’unico incontro di due mesi fa, aveva sollevato numerose obiezioni.

Da una prima lettura della nuova versione, consegnata nello stesso incontro di ieri, emerge che nel merito o non ci sono stati cambiamenti sostanziali, o quelli apportati sono di fatto ininfluenti rispetto alle numerose richieste di modifica avanzate dalla CSU.

Premesso che i contenuti generali del progetto di legge sono in una fase di studio e approfondimento all’interno della CSU, su uno dei punti maggiormente contestati la situazione è addirittura peggiorata. In primo luogo il progetto ribadisce la completa liberalizzazione dell’assunzione di lavoratori frontalieri, quando invece per la CSU è necessario conservare una forma di “filtro” nelle assunzioni per tutelare l’occupazione dei lavoratori sammarinesi e residenti.

Rispetto invece alla stabilizzazione dei lavoratori frontalieri già occupati a San Marino, rivendicazione che la CSU porta avanti da anni, questa viene subordinata alla non meglio precisata entrata in vigore di accordi internazionali con i paesi di residenza. Un modo evidentemente per eludere la questione e rimandarla ad una eventuale data da destinarsi…

Su quella che abbiamo ribattezzato come una nuova edizione della “tassa etnica” sui frontalieri, che nella prima versione era del 7% per le aziende che assumono lavoratori non residenti, la nuova versione prevede l’applicazione a tutte le aziende di una tassa del 7,5%, per poi toglierla a quelle imprese che rientrano in una determinata percentuale nel rapporto numerico tra lavoratori forensi e lavoratori residenti all’interno della stessa azienda.

Si tratta di una norma che, in modo contorto e addirittura provocatorio, mantiene nella sostanza inalterata la “tassa etnica” a carico delle aziende per l’assunzione dei lavoratori non residenti!

Circa l’iter del progetto di legge, il Segretario di Stato ha comunicato che verrà presentato lunedì prossimo all’Ufficio di Presidenza per poi essere iscritto alla prima lettura consiliare nella sessione del Consiglio Grande e Generale in programma la prossima settimana.

È del tutto evidente che il Governo non ha nessuna intenzione di confrontarsi con il Sindacato. Non è mai successo, neanche con i governi con cui il sindacato ha incontrato maggiori difficoltà, che un Esecutivo non consentisse il confronto e non consegnasse per tempo il testo dei progetti di legge in materia di lavoro. Un comportamento che la CSU stigmatizza con forza.

Se il Governo intende continuare a procedere con questo metodo autoreferenziale, metterà in discussione i rapporti con le organizzazioni sindacali; se così sarà, l’unica strada sarà quella, per i lavoratori, di ricorrere alla mobilitazione.

 

CSU

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