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Mucchetti a Radio 24: “Scelta singolare la defenestrazione di Caio alle Poste”

da Redazione

“La defenestrazione di Francesco Caio alle Poste è stata una scelta assai singolare, anche in vista del fatto che si vuole cambiare di proprietà al 30 % delle poste, vuoi che lo dai al mercato, vuoi che lo dai a Cassa depositi e Prestiti, è singolare che il governo che ha nominato uno, dopo un anno e mezzo lo cambia, allora si era sbagliato” Cosi Massimo Mucchetti, Presidente della 10ª Commissione permanente Industria, commercio e turismo, si esprime durante il suo intervento a Nessuna è Perfetta di Maria Latella su Radio 24 e sottolinea: “Allora voglio sapere perché Caio non andava bene alle Poste. Perché ha detto di no all’ingresso delle poste nel salvataggio di JP Morgan del Monte dei Paschi di Siena? Perché non ha speso qualsiasi cifra per prendere il gestore di asset management Pioneer? Perché ha impiegato un anno a quotare le Poste, anziché farlo subito, perché voleva quotare una cosa seria e non una cosa raccoglitizia? basta andare a vedere i bilanci per vedere che aveva ragione. Queste erano tre medaglie da appuntare sul petto di Caio non tre ragioni per sostituirlo”.

 

I CRITERI PER LA NOMINA DELLE AZIENDE PARTECIPATE SONO OTTIMI MA APPLICATI MALE


Massimo Mucchetti Presidente della 10ª Commissione permanente Industria, commercio e turismo del Senato durante il suo intervento a Nessuna è Perfetta di Maria Latella su Radio 24 spiega che i “criteri” con cui il Governo nomina o conferma i manager alla guida delle aziende a partecipazione pubblica come Enel, Eni, Poste “sono fissati in alcune direttive del Ministero dell’Economia e finanze. Il problema è come vengono applicati i criteri, che di per sé sono ottimi”.

La Commissione ha ascoltato in audizione i vertici delle principali aziende a partecipazione pubblica per capire i criteri di scelta e Mucchetti a Radio 24 spiega che uno dei problemi è “il riferire al parlamento, che non viene fatto e invece dovrebbe” e chiarisce: “se devo confermare o cambiare un Consiglio d’Amministrazione, un Amministratore Delegato o un Presidente la prima domanda da porsi è se nel triennio o nei sei anni precedenti ha fatto bene o male. Noi come commissione ci abbiamo provato analizzando la documentazione societaria, bilancio, le presentazioni agli analisti e i business plan e sulla base di questo abbiamo ascoltato anche i gerenti delle imprese. Questo è il primo criterio e naturalmente questo criterio non sempre viene osservato come dovrebbe.”

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