“Il problema del debito pubblico è un problema che esiste, che non si può negare e che diventa ancora più evidente adesso quando la Germania è ormai su un percorso di riduzione del proprio rapporto su debito/Pil. Altri paesi come l’Italia non sono ancora riusciti, speriamo che quest’anno si possa avere una piccola riduzione del debito”. Così Carlo Cottarelli, Direttore Esecutivo per il Sud Europa del FMI, è intervenuto al Forum “Speciale Brexit – L’Estate dell’incertezza” organizzato dal Sole 24 Ore.
“Spesso si accusa l’Europa dei vincoli che vengono imposti sul comportamento fiscale dei Paesi – ha aggiunto Cottarelli – Io non sono convinto che se l’Italia non fosse parte dell’Euro, quindi non fosse soggetta all’Europa, attualmente potrebbe gestire una politica fiscale molto più espansiva, perché il problema rimane il fatto che il debito è elevato. C’è un problema di debito pubblico in Europa, come c’è un problema di debito pubblico nel mondo, che va gestito però in maniera non brutale e con un aggiustamento graduale. Che è quello che in parte sta succedendo anche adesso”.
Sempre in tema di debito pubblico, il Direttore Esecutivo per il Sud Europa del FMI Carlo Cottarelli, nel corso del Forum “Speciale Brexit – L’Estate dell’incertezza” organizzato dal Sole 24 Ore è intervenuto sull’idea di un automatismo nella ristrutturazione del debito dei Paesi in difficoltà: “Concordo sulla necessità di un bilancio europeo molto più grosso di quello attuale che è intorno all’1% del Pil – ha affermato Cottarelli – Una moneta unica deve avere un bilancio centrale, diciamo federale di una certa dimensione. La cosa fondamentale da capire è che bisogna evitare in modo assoluto l’idea di un automatismo di una ristrutturazione del debito pubblico qualora ci fosse un intervento verso un Paese. Ho sempre pensato che questi tipi di automatismi sono sbagliati e causano più problemi che aiutare a risolvere la situazione. Non è questo l’approccio del Fondo Monetario. Il Fondo Monetario valuta caso per caso se quando un Paese viene a chiedere aiuti al Fondo Monetario il debito debba essere ristrutturato o meno e se il debito è sostenibile o meno, ma non si può pensare a nessuna forma di automatismo. Non ho mai capito in realtà questa posizione tedesca che sembra allargarsi a questo bail in a tutti i costi che viene applicato sia alle banche che allo Stato. Non ho mai capito a cosa sia dovuta questa cosa, ma credo che sia una cosa estremamente pericolosa perché va a rigare completamente la fiducia delle relazioni finanziarie. Che poi non si pensi che queste forme di ristrutturazioni siano un’alternativa all’austerità fiscale. Perché se un Paese ristruttura il proprio debito non fa altro che imporre una tassa su cui ha comprato titoli di Stato. Per cui non è un’alternativa alle tasse, ma è una forma particolare di tasse”.