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San Marino, accoglienza ed immigrazione, “Ero straniero…”: convegno delle Caritas

da Redazione

Domenica 15 maggio alle ore 15:30 presso la Sala Montelupo di Domagnano si terrà l’undicesimo Convegno delle Caritas parrocchiali della Diocesi di San Marino – Montefeltro. Da un decennio ormai il Consiglio direttivo, i volontari e tanti rappresentanti delle realtà ecclesiali e civili si incontrano per riflettere su diversi fenomeni sociali, economici e culturali che colpiscono la nostra società non solo a livello internazionale, ma che hanno effetti su un sempre più importante numero di persone del nostro territorio.

Il tema scelto per questa undicesima edizione vuole offrire l’opportunità di riflettere sulla drammatica situazione di centinaia di migliaia di uomini, donne e bambini, costretti a lasciare la propria terra per salvare la propria vita.

I fenomeni migratori ormai non sono più eventi saltuari, anzi sono in continuo aumento in ogni area del pianeta; la Caritas diocesana, accogliendo l’invito del Papa: “profughi e persone in fuga dalle loro patrie interpellano i singoli e le collettività”, desidera dare il proprio contributo, proponendo riflessioni e avanzando proposte. Già da qualche tempo, infatti, la Chiesa diocesana si è messa in moto e ha teso una mano a chi scappa dalla guerra e dalla povertà: dal giugno del 2014 la Casa di Prima Accoglienza a Secchiano di Novafeltria ha aperto le sue porte a 8 ragazzi fuggiti dal Mali ed alcune parrocchie – come quella di Borgo Maggiore – si stanno adoperando per dare accoglienza e ospitalità, spendendosi con grande impegno per queste persone. Un gesto, quello di accogliere chi bussa alle nostre porte, spesso contestato e contrastato; tuttavia come ci ricorda Papa Francesco: “I migranti sono nostri fratelli e sorelle che cercano una vita migliore lontano dalla povertà, dalla fame, dallo sfruttamento e dall’ingiusta distribuzione delle risorse del pianeta, che equamente dovrebbero essere divise tra tutti. Non è forse desiderio di ciascuno quello di migliorare le proprie condizioni di vita e ottenere un onesto e legittimo benessere da condividere con i propri cari?”. Un desiderio limpidamente giusto, che disarma; disarma perché mette in discussione tutti noi che rischiamo di essere abituati alla sofferenza ‘lontana’, quella che ci viene raccontata e che sempre più in silenzio passa distrattamente in televisione. La paura dell’altro è antropologicamente naturale, ma cade appena si tende la mano e si apre la propria porta; la paura inganna e offusca la realtà, nega opportunità, copre ogni cosa con una coltre di diffidenza; la paura uccide. Occorre perciò trovare, come cristiani e come uomini, strade che trasformino dinamiche di timore in dinamiche di integrazione, volte “alla difesa e alla promozione umana, alla cultura dell’incontro dei popoli e dell’unità, dove il Vangelo della misericordia ispira e incoraggia itinerari che rinnovano e trasformano l’intera umanità” (papa Francesco). È incoraggiante, in questo senso, l’iniziativa dell’ONU di indire, per il 23 e 24 di maggio, ad Istanbul, il primo Vertice Umanitario Mondiale: un appuntamento che vedrà i leaders mondiali rimettere al centro delle loro azioni l’interesse per l’uomo.

Il convegno di domenica 15 sarà proprio un’occasione per ribadire l’importanza dell’uomo sopra ogni cosa, della vita sopra ogni interesse; ci racconteranno le loro esperienze Don Giovanni Nicolini – fondatore delle Famiglie della Visitazione – sacerdote bolognese che da anni si occupa di integrazione, una famiglia della diocesi di Faenza che ha accolto nella propria casa una famiglia di rifugiati ed uno dei ragazzi maliani ospiti della casa a Secchiano. Piccoli passi per un mondo migliore.

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