Nella serata di martedì, in occasione di una conviviale del Rotary Club, la Dante Alighieri di San Marino ha presentato il suo progetto editoriale , quello dell’Annuario “Identità Sammarinese”, giunto con l’edizione 2015 alla sua settima edizione e distribuito nelle edicole e nelle librerie sammarinesi. Alla partecipatissima riunione, presieduta dal dott. Marino Edgardo Angeli, sono intervenuti l’ing. Franco Capicchioni e l’avv. Luigi Lonfernini, rispettivamente Presidente e Vice-Presidente della “Dante”, nonché il Commissario Lamberto Emiliani, che del progetto è stato ideatore e primo coordinatore.
Nel corso della serata il Commissario Emiliani ha tenuto un rigoroso intervento che, partendo dall’analisi dei valori fondanti e del progetto civile che sottostanno alla genesi dell’annuario della Dante Alighieri San Marino, ha affrontato – con cristallina brevitas e trascinante tensione morale – il densissimo nucleo tematico identificato dal sottotitolo delle pubblicazione: Riflessioni sulla libertà e sulla democrazia tra cultura, storia e politica.
Riflessioni, ha rimarcato Emiliani, non “lezioni più o meno accademiche, prediche e ammaestramenti”, ma “riflessioni”, “discussioni”, “provocazioni” se necessario: sono queste le scintille che ha voluto e vuole innescare Identità sammarinese. Riflessioni scatenate dalla convinzione “che sia necessario cono-scere per deliberare, conoscere per discutere, secondo la massima di Luigi Ei-naudi”, dunque volte a “fornire l’occasione e gli strumenti essenziali per conoscere meglio i problemi della nostra comunità”. Riflessioni, ovviamente, sulla libertà e la democrazia, “perché sono questi le componenti essenziali dell’identità sammarinese: il principio logico di questa Repubblica come stato, come patria, come paese”, ovvero “quella che possiamo chiamare legalità democratica, le basi giuridiche e le basi popolari della democrazia; la legittimazione democratica del Consiglio Grande e Generale e del governo”.
Questo binomio si declina negli innumerevoli sottotemi affrontati nei contributi che plasmano Identità sammarinese: territorio, ambiente e urbanistica (“uno degli aspetti più significativi della identità sammarinese, ed anche uno dei più esposti al rischio di degrado”); stampa, radio e televisione (“con la solenne affermazione della libertà di stampa e di opinione” unita però al “diritto di avere una stampa libera, di essere informati in modo corretto e qualificato”); economia, sanità, scuola; diritto sammarinese (visto “nell’ottica del progresso graduale e continuo e della originalità del nostro ordinamento, componente insopprimibile della statualità della Repubblica”), con particolare attenzione al diritto della famiglia, dei minori, delle pari opportunità, a quello successorio, al principio di costituzionalità, agli accordi internazionali, insomma a tutti quei diritti espressi dalla Dichiarazione dei diritti – “e dei doveri” aggiunge Emiliani, del ’74 “delle facoltà e degli obblighi, tanto dei cittadini quanto dello Stato, del parlamento, del governo, della magistratura, della pubblica amministrazione”.
Tracciando questo nutrito panorama, il Commissario ha nuovamente sottoli-neato la necessità di concretare il principio-cardine della sovranità della Re-pubblica tramite una riforma elettorale che, ispirandosi alla tradizione sammarinese (in primis quella arengaria), “realizzi compiutamente la demo-crazia rappresentativa attraverso la quale il popolo esercita perché gli appar-tiene, la sovranità di questa repubblica”. Una riforma che, incarnando il go-verno “del popolo, dal popolo, per il popolo” auspicato da Lincoln nel Discorso di Gettysburg, rifondi – ritornando alle origini – la democrazia sammarinese.
Infine Emiliani, richiamando ancora il sottotitolo dell’annuario: “Riflessioni […] fra politica, storia e cultura” ha sottolineato come “l’emarginazione della cultura” sia “espressione della stessa malattia morale che porta al declino delle coscienze”; che “la storia nutre e governa il corretto esercizio della memoria” rendendoci “cittadini consapevoli e responsabili” e che dunque sia necessario interrogare la politica, di cui “non dobbiamo avere paura”, e – affinché essa si liberi della “logica di occupazione del potere” per tornare a “governare” e smettere di “comandare” – chiedere che essa voglia “conoscere, discutere, poi deliberare con tutto il coraggio che ci vuole ciò che è necessario per conservare la dignità del nostro Paese”. Esortando i cittadini a mettere a frutto “con orgoglio e modestia” le esperienze maturate “per non lasciare ai giovani soltanto i nostri ricordi e i rimpianti, ma anche qualcosa che vale”, il Commissario ha chiuso affermando che “bisogna ritornare all’equilibrio del potere, alle cose semplici”. “Sono illusioni?” si chiede. “Può essere, ma si vive anche di questo”.