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Incontro con i gruppi consiliari sul decreto lavoro occasionale

da Redazione

La delegazione CSU ha ribadito la richiesta di ritirare il provvedimento.

 

La maggioranza ha comunicato alla CSU che intende tirare diritto sul decreto relativo al lavoro occasionale e accessorio, che all’articolo 7 consente il lavoro anche ai familiari dei titolari delle attività economiche.

Nessuna disponibilità dunque è emersa da parte dei partiti che sostengono il Governo ad ascoltare le richieste ribadite dalla delegazione della CSU nell’incontro svoltosi questa mattina con tutti i gruppi consiliari a Palazzo Pubblico durante i lavori del Consiglio Grande e Generale.

Anzi, rispetto al decreto sono stati presentati due emendamenti da parte della stessa maggioranza che addirittura andrebbero ad aumentare ulteriormente le possibilità di beneficiare del lavoro dei familiari, estendo tale possibilità anche ai parenti di secondo grado.

La CSU ha ribadito le proprie richieste, in primo luogo di ritirare il decreto per dare spazio al confronto. In subordine la CSU ha chiesto di non votare l’articolo 7, scorporandolo dal decreto.

Vista l’indisponibilità manifestata dalle forze di maggioranza al ritiro del provvedimento, la CSU ha sottolineato la necessità di porre almeno dei limiti temporanei al lavoro dei familiari, come avviene ad esempio per i lavori socialmente utili.

Oltre a ciò, la CSU ha sostenuto che a fronte del lavoro dei familiari, per questi va necessariamente previsto, se pensionati, una corrispondente decurtazione della pensione, in quanto si tratta pur sempre di una attività lavorativa, che è generatrice di reddito.

Se i familiari invece sono lavoratori, occorre verificare come si può compatibilizzare tale attività con il lavoro svolto, quali sono i vincoli assicurativi, qual è il trattamento in caso di infortunio, ecc.

La CSU sottolinea con forza che per le categorie che beneficiano di questo intervento, tra cui vi sono artigiani e commercianti, vengono pagate le prensioni con un forte esborso dal bilancio dello Stato; per loro vengono destinati annualmente, da tantissimi anni a questa parte, 12 milioni di euro annui. Che senso ha fare solidarietà ad una categoria che assorbe così tante risorse dalla collettività!!!

Con questo decreto, se dovesse essere approvato, si verranno così a creare pensionati o persone che lavorano che hanno due o più redditi, mentre ci sono quasi duemila persone che il lavoro rischiano di non vederlo. Se questa è giustizia, lasciamo ai cittadini la risposta…

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