Home NotizieSan Marino Consiglio Grande e Generale: la solidarietà familiare

Consiglio Grande e Generale: la solidarietà familiare

da Redazione

Si è rivelato il gradino su cui la maggioranza rischia di inciampare. Il report dell’agenzia Della Torre.

 

SAN MARINO – La “solidarietà familiare” si rivela il gradino su cui la maggioranza rischia di inciampare: nel corso della seconda parte dei lavori, incentrata sulla votazione degli emendamenti all’articolo 7 del decreto n.19 “Disciplina applicativa delle prestazioni di lavoro occasionale e accessorio”, non mancano infatti prese di distanza tra le forze alleate, fino alla “non approvazione” per pareggio di un emendamento presentato dalla stessa maggioranza.

Numerosi sono gli emendamenti all’articolo sulla solidarietà familiare, di cui ben 7 della maggioranza stessa, sottoscritti dai rappresentanti di tutti i partiti, ad eccezione dell’emendamento “aggiuntivo di un comma 5 bis”, depositato nel corso della seduta e presentato in Aula da Vladimiro Selva, Psd, da cui si dissocia subito Noi Sammarinesi.

In dettaglio, l’emendamento sottoscritto da consiglieri di Psd, Pdcs e Ap prevede che gli effetti dell’articolo 7 decadano entro un anno. Su questo si apre un dibattito interno alla maggioranza, finché lo stesso capogruppo del Pdcs, Luigi Mazza, si associa alla posizione di Ns e chiede il ritiro dell’emendamento ai colleghi. Il segretario di Stato per il Lavoro Iro Belluzzi raccoglie le diverse posizioni emerse dal confronto tra gli alleati e lancia la sua proposta: in parallelo all’elaborazione della legge di riforma del mercato del lavoro, procederà ad avviare un provvedimento che si occuperà in particolare di normare la solidarietà, il lavoro dei pensionati e quello familiare, entro il 31 gennaio 2016. A fronte di questa rassicurazione, il segretario chiede il ritiro di tutti gli emendamenti proposti dalla maggioranza ad esclusione di quello che lega il lavoro familiare ‘ad affini in linea diretta di primo grado’. Così Vladimiro Selva, Psd, interviene per annunciare il ritiro dell’emendamento della discordia, (quello aggiuntivo del comma 5 bis), mentre Gian Franco Terenzi, Pdcs, annuncia il ritiro di tutti gli altri emendamenti ad eccezione di due, quello che limita la solidarietà familiare a parenti in linea retta e ad ‘affini in linea retta di primo grado’ e quello che aggiunge il comma 5 per dare una definizione di solidarietà familiare.

Al momento del voto degli emendamenti, sono respinti tutti quelli presentati da Cittadinanza attiva e Rete, inclusi quelli totalmente soppressivi dell’articolo, che ottengono 23 voti a favore, 26 contrari e un astenuto. Mentre solo uno dei due emendamenti della maggioranza messi ai voti viene approvato con 25 sì e 24 no, ovvero quello aggiuntivo del comma 5. Non viene infatti approvato, con risultato in pareggio, 24 voti a favore e altrettanti contrari, l’emendamento sugli ‘affini in linea retta di primo grado’.

Concluso l’esame degli emendamenti all’articolo 7, viene interrotta la seduta: domani mattina i lavori consiliari riprenderanno dall’esame dell’articolo 8 “Limiti”.

Di seguito un estratto degli interventi della seconda parte dei lavori.

Comma 15. Ratifica decreti delegati e decreto-legge

Decreto delegato n.19 “Disciplina applicativa delle prestazioni di lavoro occasionale e accessorio”

Dibattito all’articolo 7 “Solidarietà familiare”

Andrea Zafferani,C10: “L’emendamento base è quello che va ad abrogare l’articolo 7 perché a nostro avviso questo articolo introduce il concetto del lavoro gratis. Supera molto il tema della stabilità familiare. Poi abbiamo fatto una serie di proposte in subordine intanto parlando al comma di ‘lavoro’ familiare e non di ‘solidarietà familiare’. Chiediamo anche di togliere la parola ‘gratuito’. Proporremmo anche un aumento del contributo al Fondo degli ammortizzatori sociali: portandolo da 100 euro a 300 euro”. Anche Rete ha presentato un emendamento.

Roberto Ciavatta, Rete: “La nostra proposta è di sopprimere l’articolo. A nostro avviso la sua approvazione doveva essere rimandata al prossimo Consiglio per avere tempo in questo mese di discuterne. Non è stato così e dunque proponiamo l’abrogazione dell’articolo. Anche la maggioranza ha presentato diversi emendamenti”.

Marino Riccardi, Psd: “Siamo disponibili a ritirare diversi emendamenti se prima viene approvato l’emendamento presentato da Vladimiro Selva che stabilisce una data entro il quale decade l’articolo 7. A nostro parere non si può andare oltre il 30 gennaio 2016. Diversamente andiamo avanti con i nostri emendamenti”.

Vladimiro Selva, Psd: “Abbiamo previsto un emendamento in cui aggiungiamo un comma 5 bis: ‘gli effetti del presente articolo decadono al 30 aprile 2016′”.

Massimo Cenci, Ns: “Come Noi Sammarinesi non siamo d’accordo sull’impostazione proposta dal consigliere Selva. La solidarietà familiare è un concetto importante. Non siamo d’accordo a far decadere gli effetti dell’articolo tra un anno. L’emendamento di Selva non porta la nostra firma”. Paride Andreoli, Ps: “Questo Consiglio dà i numeri anzi le date. Qualcuno dice il 31 dicembre 2015, altri il 30 gennaio 2016 ed altri ancora il 30 aprile 2016. Diamo al segretario Belluzzi un tempo maggiore per raggiungere l’obiettivo di riformare il mercato del lavoro”.

Luigi Mazza, Pdcs: “Dico una cosa a tutti i consiglieri di maggioranza: è evidente che la vediamo in maniera diversa sulla solidarietà familiare. Il limite della solidarietà familiare è la linea retta ed ho chiesto ai colleghi di ritirare gli altri emendamenti. Non credo che la solidarietà familiare debba avere limiti temporali, sono d’accordo con il consigliere Cenci”.

Tony Margiotta, Su:” Dopo l’appello del capogruppo di maggioranza per serrare i ranghi e ridimensionare questa situazione rilancio la mia proposta. Prendiamo tempo per una riflessione ulteriore e per una maggiore condivisione del documento. Chiedo nuovamente di sospendere la discussione sull’articolo accettando l’abrogazione dell’articolo”.

Guerrino Zanotti, Psd:” Ho espresso una posizione particolare sull’articolo 7. La mia posizione è nota da tempo. Respingo il fatto che si faccia di questa posizione una battaglia per insinuarsi nelle crepe della maggioranza. Perché? Perché quando votiamo compatti siamo solo ‘pecoroni’, quando invece esprimiamo posizione non in sintonia con il resto della maggioranza a quel punto siamo nel caos. Prendiamo le cose per quelle che sono: è possibile che nelle singole questioni ci siano delle posizioni differenti. E’ questo è quello che è”.

Andrea Zafferani, C10: “Mi dispiace che il dibattito sia iniziato oggi. L’articolo non è stato discusso né con le parti sociali, né con la minoranza, né con la maggioranza. Era doveroso fare un dibattito aperto su quella che è una vera e propria rivoluzione. Oggi succede un pasticcio: la maggioranza è venuta in Consiglio senza sapere che cosa fare”.

Maria Luisa Berti, Ns: “Mi associo alle parole del collega Zanotti. E’ possibile all’interno della maggioranza avere posizioni e idee diverse. Il consigliere Cenci ha espresso la nostra posizione sul comma presentato dagli altri partiti della maggioranza. Riteniamo una contraddizione di fondo approvare quell’emendamento rispetto alla legge che abbiamo presentato nel settembre scorso”. Gian Franco Terenzi, Pdcs: “E’ una seduta importante in quanto si è manifestata una diversa sensibilità da parte dei consiglieri di maggioranza sull’articolo 7. Io propongo che venga esternata la volontà di portare avanti la riforma del lavoro in tempi più brevi e rapidi. E si chieda al segretario di Stato competente di cercare la più ampia condivisione possibile”.

Ivan Foschi, Su: “Il confronto che c’è all’interno della maggioranza mostra che ci sono una serie di aspetti che vanno ancora approfonditi. Come segretario prenderei atto che c’è bisogno di un approfondimento da compiere. Nessuno vuole negare un’esigenza di supporto, ma il quadro deve essere ben circoscritto perché in questo Paese diversamente ci si infila dentro di tutto, finisce in un grimaldello in cui ci troviamo veri e propri abusi”.

Roberto Ciavatta, Rete: “Ho sentito il capogruppo Pdcs chiedere ai membri di maggioranza di essere responsabili e di fidarsi del segretario di Stato. Credo che il loro ruolo non sia di fidarsi, ma di controllare, se è vero che è la maggioranza a dare legittimità all’opera dell’esecutivo. Non credo sia un richiamo ben mirato. Questo decreto non soddisfa nessuno dentro l’Aula e fuori, modificarlo in questa sede, nell’arco dei prossimi pochi minuti, la vedo dura, le posizioni son opposte tra chi vuole ridurre e chi ampliare, credo sarebbe una questione di responsabilità fermare le bocce e lasciare perdere questo articolo”.

Gian Matteo Zeppa, Rete: “Emerge l’estrema confusione generata da una serie di emendamenti di maggioranza e opposizione. Non si è voluta cogliere l’opportunità di non portare a ratifica il decreto. Alla fine chi ha la possibilità di avere numeri più forti vincerà”.

Iro Belluzzi, segretario di Stato per il Lavoro: “Ascoltando le varie problematiche emerse e prendendo come riferimento le considerazioni svolte dai consiglieri Berti e Mazza, il fatto che ancora dall’opposizione si chieda di fermare le bocce non ha un senso.

Le tematiche di lavoro in parallelo rispetto alla riforma mercato del lavoro, che hanno altra valenza, e queste considerazioni, mi pongono a fare una proposta ai consiglieri. Ho valutato che parallelamente al percorso di riforma del mercato del lavoro, la segreteria e il governo si muoveranno per analizzare e dare risposta entro il 31 gennaio 2016 per giungere a normare la solidarietà, il lavoro dei pensionati e quello familiare, in modo tale che le norme così elaborate saranno ricondotte alla riforma del mercato del lavoro. La riforma generale è ormai impostata e analizza le varie situazione, per entrare nel merito rimanda a leggi speciali, molte sono pronte e altre in divenire. Disciplineremo la materia per dare risposta veloce a queste problematiche, l’impegno è che entro il 31 gennaio 2016 siano approvate serie di norme sul lavoro di pensionati e familiari che rientrano nel più grande ambito di riforma del mercato del lavoro. Chiedo quindi siano ritirati tutti gli emendamenti proposti dalla maggioranza ad esclusione di quello legato ‘al lavoro familiare svolto da affini e in linea diretta di primo grado’. Chiedo che l’emendamento presentato da Selva sia ritirato.

Gian Franco Terenzi, Pdcs: “A nome di coloro che hanno sottoscritto gli emendamenti, ritiriamo l’emendamento proposto recentemente (quello sulla valenza dell’articolo 7 fino al 30 aprile 2016) e sentendo anche le dichiarazioni del segretario, che si è impegnato di portare a tempi brevi la riforma e ad esplorare la possibilità da inserire nella riforma del lavoro gli aspetti del lavoro familiare, confermo il ritiro di tutti gli emendamenti della maggioranza ad eccezione di due, al comma 1, quello che specifica il lavoro familiare quale supporto occasionale gratuito di familiari parenti in linea retta, cui si aggiunge “ed affini in linea retta di primo grado’. E l’emendamento che aggiunge il comma 5 ‘Si configura sempre solidarietà familiare ogni attività svolta in ambito domestico da parte di parenti in linea retta e i prendi ed affini di secondo grado'”.

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento