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San Marino, Consiglio Grande e Generale: Reggenti, Terenzi e Zanotti

da Redazione

Eletti i candidati designati dal Pdcs e dal Psd alla Reggenza,. Il report dettagliato dell’agenzia Della Torre.

 

SAN MARINO – Nel pomeriggio il dibattito sulle politiche economiche, proseguito con le repliche, è stato interrotto per consentire l’elezione dei Capitani Reggenti per il semestre I ottobre 2014- I aprile 2015. Il Consiglio Grande e Generale ha quindi eletto i candidati designati dal Pdcs e dal Psd alla Reggenza, Gian Franco Terenzi e Guerrino Zanotti.

I lavori consiliari riprenderanno in seduta notturna.

Di seguito una sintesi degli interventi:

Pier Marino Mularoni, Upr: “Non si vedono segnali di inversione di tendenza, il programma economico è una buona fotografia dell’esistente. Al di là di slogan e idee lanciate a random, non abbiamo progetti. Si parla da anni di parco scientifico, di aeroporto, di cui non si vedono ricadute sul mercato del lavoro, mentre aumentano i disoccupati, soprattutto giovani. La liquidità dello Stato è in calo, preoccupa e in questo contesto si inserisce un’azione timida del governo, poco concludente. C’è stata una lotta inefficace negli sprechi, poca efficacia nella riorganizzazione della Pa. Si sente parlare di accordi su misura con aziende che intendono insediarsi in questo Paese. Sono sempre stato in favore di queste iniziative,affinché si prevedano opportunità per aziende che arrivino a San Marino, ma non condivido la poca chiarezza. Abbiamo fatto una legge che prevede incentivi e opportunità e in deroga a quella legge andiamo a fare degli accordi? Riterrei che ci debbano essere condizioni già fissate, con opportunità uguali per tutti e non con la possibilità di negoziarle, creeremmo altrimenti delle distorsioni e azioni discrezionali.

Sul transitorio: nel momento in cui si va a un cambiamento del sistema fiscale ci sta che si proponga una normativa transitoria che passi il testimone a una nuova legge e a un ufficio tributario riorganizzato. Questo provvedimento non è un segnale di rinuncia dello Stato, ma di equità. Noi proporremo degli emendamenti che andranno a far sì che siano riequilibrate le cifre. Crediamo che, se fatto nella giusta misura, permetta di avere un’elevata adesione del transitorio, soprattutto rispetto all’inasprimento delle pene per chi non si metta in regola e dall’altro permetta allo Stato di avere un giusto introito”.

Paride Andreoli, Ps: “In questo comma non procediamo al dibattito solo sul bilancio, ma anche sul programma economico, per poter affrontare con cognizione di causa la programmazione economica legata allo sviluppo futuro del paese. Mi auguro che oggi possa rappresentare lo stop a un immobilismo che esiste da anni e che il governo possa e voglia uscire da questa situazione di stallo che vige da due/tre legislature. E concordo con chi dice che, se governo e maggioranza non sanno aprire una nuova stagione, devono andare a casa. Ma indipendentemente dal governo, mi auguro ci possano essere le condizioni per un rapporto civile tra maggioranza e opposizione, per poter aprire quella stagione di dialogo che possa portare a proposte e obiettivi.

Si avverte la necessità di improntare una nuova politica per dare una svolta al Paese che passi attraverso un’analisi puntuale degli interventi, anche strutturali, per portare alla riduzione del deficit pubblico, passando anche al risanamento del bilancio e contenendo la liquidità. Per arrivare a questi risultati ci vorranno però degli anni e si dovrà passare nel frattempo all’indebitamento. Ci si augura però che il debito non sia per la spesa corrente, ma per investimenti.

Sul transitorio fiscale condividiamo lo spirito, ma non condividiamo a pieno l’articolato, di qui il nostro emendamento. Sul fondo straordinario di solidarietà riteniamo che dovevano intervenire altri attori quali la Csu e gli imprenditori”.

Stefano Macina, Psd: “Ho cercato di ascoltare il dibattito e devo dire che emerge una certa delusione. Mi aspettavo un confronto più approfondito sulle scelte economiche che il Paese deve fare, invece ho assistito a una parte dell’opposizione che ha voluto mettere in evidenza che siamo fermi e delegittimati ad andare avanti. Mentre un’altra parte ha fatto osservazioni più pertinenti, solo che mi aspettavo un messaggio forte al Paese per mostrare che qui dentro c’è consapevolezza sul da farsi, che ci sono proposte condivise e progetti per dare possibilità di sviluppo e lavoro al Paese.

Anche io penso che non dobbiamo fare debito pubblico per coprire l’ordinaria amministrazione, ma che si circoscriva in modo compiuto i progetti su cui investire. Non c’è nessuna proposta di nuove tasse e non intendiamo fare proposte di nuove tasse, il superamento della monofase non è nuove tasse. Sono d’accordo con chi dice che non si può continuare nella Pa con tagli lineari, occorre intervenire con accorpamenti di uffici e servizi e con la professionalizzazione. Credo sia necessario presentare una relazione in Consiglio grande e generale per capire a che punto siamo arrivati rispetto agli obiettivi prefissati.

Sul transitorio fiscale, continuare a dire che è un colpo di spugna e un condono non è il modo corretto di confrontarsi in Aula, è un intervento esclusivamente sull’Igr e i reati restano. E’ un provvedimento che avviene in tutti i Paesi quando si passa da un regime a un altro.

Per dare posti di lavoro, il Paese deve ricorrere anche a investimenti esterni, la ricerca di investitori seri sul nostro territorio deve essere una priorità da portare avanti”.

Luigi Mazza, Pdcs: “Nel luglio 2013 ricordo un dibattito più complesso su programma economico, riforma tributaria e spending review. Il dibattito che si sta sviluppando in questi giorni su questi temi, dopo un anno, ci indica la capacità di porci in una linea di confronto. Il che non significa poter avere convergenze, ma poter trovare una linea di confronto nella diversità di opinioni. E non includo in questo solo Ps e Upr ma anche, per esempio, l’intervento di Michelotti.

Da questo dobbiamo partire, il 25 luglio 2013 ci siamo posti l’obiettivo della tenuta del bilancio, attraverso nuove entrate e la riduzione delle spese, e questo assestamento dà dei primi segnali di ripresa. Quando vedo che il gettito monofase è cresciuto, significa che abbiamo tenuto sui consumi.

Rispetto la riduzione delle spese, sta calando la soglia dei 4 mila dipendenti pubblici. Altri impegni presi: arrivare al pareggio di bilancio e ridurre l’incidenza della spesa corrente. In buona parte dell’opposizione sento interventi più costruttivi e credo che sia una fattore favorevole per la crescita del confronto su come fare uscire il Paese dalle difficoltà.

Capitolo liquidità, certo è un elemento importante. Un investimento infrastrutturale, come per la strada da Fondovalle, consigliere Tonnini, da 14 mln di euro può essere finanziato a breve con la liquidità poi è normare che si ricorra a un mutuo.

Sul transitorio fiscale, non devo tornarci sopra, è stato ben spiegato. Non è un colpo di spugna assoluto, la tematica della riforma tributaria è stata lunga e complessa, a lungo abbiamo discusso sui nuovi parametri di accertamenti perché con la vecchia tributaria aveva aliquote non eque.

Si chiude un sistema e si apre il prossimo con una serie di sbarramenti. Per chi ha problemi di frode, il transitorio non si applica. Il resto serve per la piazza.

Non si indebita il Paese per fare investimenti, ma il costo degli ammortizzatori è attualmente elevatissimo e 200 posti di lavoro sono necessari. Bisogna essere seri.

Se non avete argomenti e volete continuare il comma comunicazione, Ciavatta e Lazzari, fate voi”.

Repliche

Claudio Felici, segretario di Stato alle Finanze: “L’idea era quella di sviluppare un dibattito di politica economica ma in molti toni ho sentito un ritornello un po’ stanco: non si volevano proporre buone idee per consentire il rilancio e lo sviluppo del nostro Paese, ma solo mettere da una parte i ‘buoni’ e dall’altra i ‘cattivi’. Qualcuno ha detto ‘il potenziale di San Marino è San Marino’ e altri ‘il problema è quello di ricostruire la fiducia a San Marino’. Due interventi che condivido pienamente. San Marino e i sammarinesi sono una comunità in grado di ragionare: sono venuti meno alcuni canali di finanziamento che derivavano dal segreto bancario e da un certo tipo di interscambio commerciale, canali che oggi non esistono più. Ecco perché dobbiamo rivedere il nostro modello economico e finanziario perché oggi la ricchezza dei sammarinesi dipende dalla loro capacità di produrla. Non arrivano più risorse da fuori Paese. Ragioniamo sul fatto che se il nostro sistema ha bisogno oggi di verificare lo sviluppo nel mettere in moto i moltiplicatori economici prima di tutto questo meccanismo va innestato dallo Stato. Il bilancio sarà caratterizzato da un forte impegno del Governo nello studio e la proposta di un finanziamento capace di alimentare gli investimenti: è un impegno serio. Un Paese che crede in sé stesso deve trovare al suo interno le forze e le risorse per garantire la crescita. Noi non proporremo altre tasse. Proseguiremo invece nella revisione della spesa. Le consulenze? Solo un dato: il tetto massimo utilizzato per le famigerate consulenze è di 500 mila euro a fronte di un bilancio di 500 milioni di euro: l’1 per mille. Ecco perché gli interventi fanno solo demagogia sulla questione delle consulenze, ma i sammarinesi non ci credono”.

Roberto Ciavatta, Rete: “Alcuni in maggioranza hanno capito quello che ho detto, mentre altri si sono limitati a polemizzare. Dal mio punto di vista non ci sono le condizioni di serenità per metterci al tavolo a confronto con esponenti della maggioranza che per anni hanno lavorato con chi adesso va in galera. Non siamo l’opposizione degli urlatori. Mazza non ha ascoltato bene il mio intervento: non era in Aula probabilmente perché lui viene solo quando deve intervenire. Capisco la tensione di Mazza perché ovunque si gira vede amici che vengono arrestati e magari pensa che un giorno potrebbero arrivare anche lui. C’è un sentimento di sfiducia verso la classe politica. Non è sfiducia generalizzata perché c’è chi ha saputo prendere le distanze e chi invece è stato al gioco. Le persone che hanno perso la faccia attraverso decenni di fiancheggiamento di certi personaggi devono lasciare spazio a persone di cui la gente si fida”.

Marco Podeschi, Upr: “Noi proponiamo soluzioni diverse dalla maggioranza. Ma non è che per questo non facciamo niente per il bene del Paese. Noi facciamo il nostro lavoro e avanziamo idee che, a nostro avviso, potrebbero contribuire al rilancio economico del Paese. Non è bello essere sbeffeggiati ogni giorno dal Segretario Felici. Vogliamo tutti il bene di San Marino. Il report della Fitch nei confronti del nostro Paese nel medio-lungo termine non esprime giudizi propriamente positivi. Il Segretario dovrebbe avere l’umiltà e la voglia di venire incontro anche alle idee dell’opposizione, ma purtroppo Felici è ostaggio della maggioranza. E questo è limitativo delle idee”.

Franco Santi, C10: “Oggi le vacche grasse sono state mangiate insieme a tante certezze e a tante occasioni buttate al vento. Ma la maggioranza oggi parla di rigore e sobrietà nella gestione delle risorse pubbliche. In realtà, ha solo fatto un taglio lineare degli stipendi dei dipendenti. Il debito pubblico supera già il 30% del Pil ed è in costante aumento. Se, ora che non ci sono soldi, non mettiamo a posto i disastri fatti dalla politica negli ultimi 20/30 anni significa che non lo faremo mai”.

Ivan Foschi, Su: “Abbiamo detto che il paese deve essere più attrattivo ma per fare tutte queste cose servono degli investimenti. E’ chiaro che per farlo occorre ricorrere anche all’indebitamento. Non concordiamo assolutamente sugli importi del transitorio. Con 250 euro anche i grandi evasori possono sanare la propria posizione: non siamo d’accordo. Perlomeno chi non aderisce al condono abbia un accertamento automatico”.

Federico Pedini Amati, Ps: “Rispetto al programma economico che stiamo trattando mi sarei aspettato molto più coraggio da parte della maggioranza e del governo. Questo, a dire loro, sarebbe dovuto essere ‘l’anno del fare’. Ma di rilancio economico concreto non si vede neppure l’ombra. Abbiamo settori completamente bloccati. Con il transitorio si continuano a fare regali agli amici degli amici. Si continuano a fare le porcate. Il modo più sbagliato di gestire un Paese. Come hanno detto altri colleghi si è persa rispetto alla politica in generale una credibilità sostanziale della cittadinanza. Non si fida più di noi. I programmi economici sono tutti uguali negli anni. La cittadinanza oggi avrebbe voluto sapere i beneficiari del sistema bancario e finanziario rispetto a tutto quello che sta succedendo in questi giorni. Quello sarebbe stato uno scatto d’orgoglio e una risposta seria per la cittadinanza che oggi più che mai deve avere chiarezza e trasparenza. In questa maniera il Governo invece dimostra l’opposto. Non è con questo programma economico che si rilancerà San Marino. Uno Stato che non è uno Stato di diritto fino in fondo non può pretendere di avvicinare imprenditori seri”.

Luigi Mazza, Pdcs: “Io credo che abbiamo iniziato a dare risultati. Si sono recuperati posti di lavoro negli ultimi 6 mesi. I problemi ovviamente non sono stati risolti tutti però piccoli segnali sono arrivati. Sono convinto che ci sono spazi per crescere e confrontarsi. L’assestamento ci indica la strada positiva intrapresa”.

Luca Lazzari, Su: “Il mandato ricevuto in Consiglio è politico non tecnico, e politica è distinguere ciò che è giusto e sbagliato. Le parole che la maggioranza rivolge all’opposizione suonano più come un invito alla complicità. Foschi dice che Stolfi e Podeschi non si sono preoccupati di mettere a norma il carcere e ora se ne sono pentiti, è una battuta che la dice lunga sul fatto che il carcere è stato pensato sempre come un elemento accessorio.

L’aneddoto delle telefonate di Clara Boscaglia agli imprenditori che avevano passato il segno ci rimanda alla nostalgia di un passato in cui vigeva il buon senso. Oggi il ricorso al buon senso è andato perduto e quello al tribunale è diventata una condizione sine qua non. Non dividiamo la politica tra buoni e cattivi, il problema è nel regolamentare in modo corretto l’agire politico”.

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