Debito pubblico, riforma PA, investimenti e occupazione, Smac Card, superamento della monofase, lotta al lavoro nero, stato sociale, pensioni, i temi al centro della missiva CSU all’Esecutivo. Se non arriveranno risposte, la CSU prepara un “autunno caldo”.
SAN MARINO – La CSU, nella convinzione di poter svolgere un’azione propulsiva per la ripresa del sistema paese e il rilancio del lavoro, con una lettera inviata a tutti i membri dell’Esecutivo chiede l’apertura di un “tavolo di confronto” al fine di affrontare gli ormai innumerevoli problemi aperti che ancora non hanno avuto risposta.
Nello specifico, partendo dal “Documento di Programmazione Economica 2015”, la CSU esprime forte apprensione di fronte ad un debito pubblico di grande entità, ad una liquidità dello Stato sempre più in affanno e ad un non meglio specificato proposito di indebitarsi con enti esterni. “Il sindacato non considera l’indebitamento di per sé un’azione negativa, a patto che ciò avvenga attraverso investimenti che rilancino l’occupazione e lo sviluppo, quindi l’economia reale, e non invece allo scopo di far fronte alla spesa corrente. E’ chiaro quindi che è fermo interesse della CSU e dei lavoratori sapere come e dove verranno collocate le risorse frutto dell’indebitamento stesso, oltre che conoscere quali siano gli enti esterni individuati.”
Per la CSU vi è inoltre la preoccupazione di vedere riproposta in finanziaria l’inaccettabile logica dei tagli lineari agli stipendi dei lavoratori della PA, mentre si registrano ritardi sugli impegni presi dal Governo in merito alle riforme strutturali, sui tagli per acquisti ed appalti. È mancata altresì una seria riflessione sui reali benefici economici delle esternalizzazioni e privatizzazioni, nonché sulle loro conseguenze in termini di assorbimento delle persone disoccupate. Altrettanta preoccupazione è rivolta alla protezione dei servizi socio-sanitari.
La CSU chiede di aprire un confronto fattivo anche sulle prospettive di rilancio occupazionale. “Gli annunci sui media, nel periodo feriale, di possibili investitori che approderebbero a breve sul nostro territorio vanno considerati positivamente, purché siano poi seguiti da concrete realtà produttive in grado di dare risposte alla dilagante disoccupazione. È pertanto importante conoscere quali professionalità saranno richieste in modo da preparare il personale necessario attraverso un opportuno percorso formativo così da non dover ricorrere esclusivamente a personale esterno lasciando inalterato il problema dei disoccupati. A tal proposito ci sembra incomprensibile che, in un momento storico colmo di difficoltà come questo, non vi sia stata la volontà di rendere il sindacato parte attiva nei confronti di tali progetti produttivi.”
Circa il completamento del percorso previsto dalla riforma fiscale, è ferma convinzione della CSU che l’elemento preponderante per la sua reale riuscita, sia il totale ed obbligatorio utilizzo della Smac per tutti gli operatori. Si esige quindi che i tempi dettati dal recente Decreto in materia di obbligatorietà, non possano assolutamente slittare ulteriormente, ed a tal fine va fatta chiarezza definitivamente sulle posizioni espresse in merito da alcune associazioni economiche, e sulle linee che il Governo intende seguire in merito. Vanno poi chiariti i termini del cosiddetto “transitorio fiscale” affinché non si trasformi in un vero e proprio condono per evasori.
“A nostro parere – aggiunge la CSU – non è più rinviabile il superamento del sistema monofase, che sta penalizzando in maniera pesante le aziende produttive; tuttavia occorre affrontare la questione ad un tavolo di confronto per evitare che il nuovo sistema produca un aumento generalizzato dei prezzi che ricadrebbe inevitabilmente sui consumatori.”
La CSU ribadisce la necessità di condurre una lotta serrata al lavoro nero, che possa liberare posti di lavoro oggi occupati abusivamente, e la necessità di affermare la cultura della legalità, con una chiara e netta difesa dello stato sociale, in un quadro di ottimizzazione della spesa, ma che non abbassi i livelli di protezione e le tutele delle persone.
In merito allo stato sociale, discorso a sé va fatto sulla questione pensionistica. Per la CSU “si rende necessaria, anche alla luce del risultato del recente referendum in merito al secondo pilastro, una totale revisione di questo istituto, che parta dal presupposto che tale investimento da parte del lavoratore debba rendere allo stesso una pensione dignitosa al termine della propria vita lavorativa, altrimenti lo scopo stesso dell’intera operazione viene a decadere. Per quanto riguarda invece il primo pilastro, è più che mai necessario, anche alla luce del fatto che i fondi sono già, effettivamente, in sofferenza, valutare l’impatto delle recenti decisioni sui pre-pensionamenti introdotti con l’ultima Finanziaria, che hanno spostato sul fondo pensioni le difficoltà di bilancio e di occupazione, così come è necessario avere dei calcoli attuariali con i quali fare le dovute correzioni, al fine di garantirne la tenuta.”
La CSU ha fatto diverse proposte tramite il documenti della campagna “Sviluppo e lavoro adesso”, oltre ad altri argomenti già segnalati con lettere specifiche, che non hanno ricevuto risposte. “Siamo quindi, ancora una volta, a richiedere l’apertura urgente di un tavolo che affronti, singolarmente le criticità sottolineate dal sindacato, e che risolva i problemi, da noi più volte sollecitati.”
“Resta inteso – conclude la lettera – che se anche in questo frangente non vi sarà alcuna risposta, o vi saranno solo risposte parziali ed insoddisfacenti, la CSU porterà le proprie proposte direttamente tra i lavoratori i pensionati ed alla cittadinanza, programmando una forte fase di mobilitazione per il prossimo autunno, in contrapposizione allo stallo politico di cui ci sembra vittima il Governo.”