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Produrre a San Marino per creare posti di lavoro

da Redazione

Intervista a Renato Celli, imprenditore che parteciperà anche a Expo 2015: “Non bisogna decentrare ma piuttosto investire in alta formazione”.

 

di Alessandro Carli

 

Fare impresa in tempo di crisi. Con un piede ben piantato a mo’ di compasso nella Repubblica di San Marino e lo sguardo verso l’orizzonte, Renato Celli racconta a Fixing i propri progetti: successi, difficoltà, speranze. “Nel 2009 abbiamo rilevato due attività all’interno del Centro Commerciale Azzurro. Eravamo in cinque risorse umane, oggi, siamo in 30. L’anno successivo abbiamo ritenuto di investire seriamente nell’azienda, creando una macchina dalla possibilità di dare occupazione. Nel 2012, abbiamo creato un’azienda in Italia, al fine di poter far crescere l’azienda sammarinese: siamo riusciti a dar maggiore occupazione con nuove figure lavorative. Ad oggi, anche questa azienda, in meno di due anni, ha portato l’occupazione di ulteriori 30 persone. Complessivamente in meno di cinque anni, da cinque unità siamo stati in grado di occupare 60 persone. Abbiamo sestuplicato il capitale umano, a San Marino, a discapito del nostro portafoglio, con seguenti critiche da parte dei nostri consulenti che ci definiscono ‘non bravi imprenditori’. A noi sembra di aver risposto responsabilmente, nel nostro piccolo e umile operato, alle esigenze del Paese, ma lasciamo agli altri giudicare se il nostro operato – in un momento così critico in cui le aziende chiudono e aumenta la disoccupazione – , sia positivo o meno. Entro un anno saremo in grado di poter dare lavoro ad altre 15 persone. Come dice una brochure che ultimamente ho letto, l’emergenza che sta attraversando i nostri Paesi si chiama educazione”.

 

Fare impresa significa avere rapporti con le banche…


“La realtà è molto diversa, da ciò che si legge, nonostante nel nostro Paese vi sia l’emergenza occupazionale. Un imprenditore che in questi ultimi cinque anni ha solo dato lavoro e viene invece criticato e giudicato – dopo aver dimostrato,tanta buona volontà – si sarebbe aspettato un appoggio e sostegno da parte delle persone competenti a proseguire questo cammino. Noi in questi anni ci siamo impegnati solo a creare posti di lavoro, alcune volte con il dispiacere di aver dato questa opportunità a persone che si sono dimostrate immeritevoli, altre volte con la soddisfazione di esserci attorniati di persone dedite e attaccate all’azienda, che hanno portato risultati positivi, e che hanno fatto crescere l’azienda. Ci piacerebbe sfatare l’idea che l’imprenditore è contro ai propri dipendenti e i dipendenti contro l’imprenditore. L’azienda è di tutti coloro che ci lavorano e dovrebbe essere democratica, meritocratica. Dovrebbero lavorarci solo coloro che lo meritano e si impegnano, ma per far ciò dovrebbero esserci contratti più flessibili e non rigidi come ora. Mi piange il cuore sapere che ci sono a casa persone con tanta voglia di fare e buona volontà e avere in azienda persone che cominciano a guardare 20 minuti prima della fine dell’orario di lavoro l’orologio, non vedendo il momento di andarsene a casa. Vorrei che si riuscisse a trovare un modo che permetta a chi è a casa e senza lavoro di poter lavorare a discapito di coloro che lavorano contro l’azienda e portano risultati negativi”.

 

Quando ha iniziato a dirigere alcuni marchi, San Marino era già in piena crisi…


“Nel 2009 le aziende italiane erano già in difficoltà. In quell’anno abbiamo rilevato i brand Intimissimi e Calzedonia all’interno del Centro Commerciale Azzurro. Negli anni a venire ci siamo impegnati per portare i seguenti marchi sul Titano, con tutte le difficoltà del caso, visto il periodo e la black list, che anche per noi hanno inciso”.

 

Quali sono i marchi ubicati sempre all’interno del centro commerciale Azzurro?


“Nella stessa compagine societaria ci sono Intimissimi, Calzedonia, Fiorella Rubino, Oltre, Primigi, IGI&CO, Blulovers, Please, Imperial Uomo, Coin casa. A breve sostituiremo il brand con un retail che ha marchi di lusso e quindi un target più alto, Motivi, Okiko, Piada&Champagne. Con quest’ultima realtà abbiamo vinto il bando per rappresentare la ristorazione della Repubblica di San Marino all’Expo 2015 di Milano”.

 

Molti brand e molti marchi. Alcuni sono conosciuti, altri invece sono del tutto nuovi, come ad esempio Okiko. Nello specifico, di cosa si occupa quest’ultima azienda?


“Okiko ha tutta la qualità dell’intimo per l’infanzia, al giusto prezzo. E’ il primo brand specializzato in indumenti intimi per bambini e bambine da 0 a 12 anni. Canotte, mutandine, body, pigiami, pannolini lavabili e accessori fatti interamente a San Marino con tessuti 100% italiani. L’intimo è un prodotto delicato, è la parte più a stretto contatto con la pelle, per questo i prodotti Okiko sono estremamente attenti alla provenienza delle materie prime a beneficio dei bambini allergici e non solo. Che si tratti di cotone organico o filo di scozia, tutti i materiali sono certificati Oeko-Tex, a testimonianza dell’assenza di sostanze nocive, come i coloranti azoici e il nichel. Un altro elemento distintivo sono i filati Ecotec ottenuti da una tecnica di riciclaggio tecnologicamente avanzata che utilizza gli scarti di lavorazione dei capi di maglieria di cotone pretinti. I risultati? Un minore afflusso di questi scarti nelle discariche pubbliche e l’eliminazione dei processi di tintoria tradizionali basati su prodotti chimici inquinanti e ad alto consumo energetico. Lo spirito eco-sostenibile di Okiko si riflette anche nell’allestimento dello store che si trova all’Azzurro: mobili, imballaggi e accessori in carta e cartone sono interamente a km 0”.

 

Produce a San Marino? Una scelta quasi anacronistica…


“Sì, produco sul Titano: ho optato per il filo di scozia, completamente biologico. Produrre sul territorio e non decentrare è l’unico modo per creare posti di lavoro. Visto che si tratta di manodopera di livello – una professionalità davvero difficile da reperire sul Monte -, sarebbe interessante che venissero organizzati nel territorio una serie di stage formativi, anche a livello universitario. Corsi utili per imparare il mestiere”.

 

Per essere competitivi, è necessario puntare sulla qualità dei prodotti.


“Noi crediamo che in futuro si comprerà meno e meglio. Si ricercherà il capo di qualità, soprattutto per i nostri figli. Ma le difficoltà per un imprenditore che deve essere lungimirante, sono montagne da scalare, perché alcune volte, i Paesi non riescono a comprendere per tempo le opportunità, lasciando gli imprenditori in balia di se stessi. Le crisi, sono anche sinonimo di opportunità, per chi le sa cogliere. Noi volevamo avviare una produzione in loco – quando tutti le de localizzano – perché crediamo che solo riportando la produzione nei propri paesi si possa combattere questa crisi. Ma non avendo trovato professionalità adeguate e avendo ricevuto oggettive restrizioni per le assunzioni professionali, se non saremo in grado di trovare soluzioni con le sole uniche nostre forze, saremo costretti ad abbandonare il progetto”.

 

Okiko, come ci ha detto, è un marchio sammarinese.


“Okiko è un marchio sammarinese e ha già avuto una serie di ‘scontri’ con aziende leader per difendere la sua identità. Siamo presenti sul Titano ma anche a Rimini, Reggio Emilia, Parma. A breve apriremo a Milano e a Civitanova Marche. Altri accordi commerciali sono in via di definizione per altri capoluoghi. Tutto ciò perché un vero made in Repubblica di San Marino, un vero made in Italy, deve avere le proprie insegne sul proprio territorio prima di sbarcare all’estero. Estero che, in questo momento è l’unico mercato che risponde positivamente”.

 

Con “Piada&Champagne” si è aggiudicato il bando per rappresentare la ristorazione del Titano.


“Per noi è una buona opportunità per lanciare il nostro brand, nato sul Monte. Siamo convinti che possa essere l’occasione per lanciare e dare una nuova immagine a San Marino e per poter far parlare delle nostre attività e delle nostre eccellenze. Dal nostro punto di vista, l’Expo è solo l’inizio di una collaborazione con i Consorzi di San Marino per poi approdare a una costante collaborazione e promozione dei prodotti tipici del Titano. Una manifestazione così importante non possa essere sprecata: un piccolo Paese deve esprimere al meglio il proprio messaggio. Il brand ‘Piada&Champagne’ è stato registrato più di un anno fa e, quando abbiamo partecipato al bando di concorso per rappresentare la Nazione nella ristorazione, con un mini-ristorante a Milano, nessuno ha fatto opposizione. Si è svegliato il governo francese che ci ha fatto causa accusandoci di accostare prodotti di dubbia qualità (vini di San Marino) al nome ‘Champagne’. Ovviamente niente è perduto: il progetto, dagli addetti ai lavori, è stato accolto con il dovuto piacere e compreso la filosofia che esprimerà. Stiamo lavorando alla ricerca del nome che al meglio possa sostituirlo, dati i divieti. Il nome dovrà essere quindi cambiato, ma non il motore. A Expo impiegheremo complessivamente circa 20 persone”.

 

Qual è la filosofia di “Piada&Champagne”?


“E’ una cucina-laboratorio con bottega in cui le provocazioni culinarie offerte rivelano che la vera ricchezza da riscoprire è l’eccellenza dei prodotti serviti e venduti. Aperto dalla mattina alla sera, offre la libertà di gustare a ogni ora del giorno una selezione internazionale di salumi, formaggi, vini ed oli, frutto di una ricerca appassionata e curiosa. La proposta di prodotti spazia da questi a molti altri, tutti disponibili a tavola o per l’acquisto, potendo fare la spesa proprio come in una vera bottega. Non solo: diventa cucina-laboratorio anche per eventi speciali, aziendali o solo per un brunch tra amici, dove con la brigata di cucina a disposizione sarà possibile decidere il menù, la spesa, cucinare e mangiare insieme. Il progetto fonda le sue radici nella ricerca di prodotti dimenticati o nascosti in cui la lavorazione artigianale di materie prime d’eccellenza, crea veri e propri capolavori del gusto. Il catering da noi organizzato, non si presenta come i tanti e consueti catering, ma è un percorso culinario a tutti gli effetti. Risulta sicuramente meno economico, ma si differenzia per numero di persone impiegato. Perché in ogni postazione dove si potranno assaggiare formaggi o vini, il personale illustrerà le principali qualità, caratteristiche e qualche particolarità di ciò che state degustando. Non una semplice cena a buffet o servita, non un semplice pranzo o aperitivo, ma un percorso degustativo e illustrativo, che potrà regalare agli ospiti, invitati il piacere di avere appreso qualche conoscenza in più. Anche a livello culinario, dobbiamo riappropriarci di quella ‘educazione’ del cibo. Il rispetto per le persone e per il cibo. Conoscere ciò che mangiamo, capirne le fatiche, apprezzarne le qualità. Noi, ricominciamo con le materie prime e vogliamo insieme a voi accrescere le nostre conoscenze e ritrovare quell’educazione che denigra lo spreco e abbonda i bidoni di cibo”.

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