“E’ stato un grande dono del Signore aver avuto la possibilità di conoscere Monsignor Pietro Sambi” afferma infine Cinzia Casali a nome dell’associazione “Progetto Sorriso”.
SAN MARINO – Il 27 luglio 2011 si spegneva a Baltimora (USA) Monsignor Pietro Sambi, arcivescovo e nunzio apostolico a Washington, già nunzio apostolico in Terra Santa. Il funerale celebrato, per sua volontà, a Sogliano al Rubicone: il lutto cittadino e l’abbraccio di oltre duemila persone che l’hanno accompagnato nell’ultimo tratto del pellegrinaggio terreno. Tra la folla i soglianesi, tante autorità, ma anche gruppi di amici dall’Indonesia, da Israele e dalla Palestina, alcune suore arrivate dagli Usa. Le condoglianze di Barack Obama e Papa Benedetto XVI che ricordava “la zelante vita sacerdotale” di mons. Pietro Sambi, “fedele servitore del Vangelo”, ed il suo “generoso servizio alla Santa Sede in diversi Paesi”, specialmente la “sua solerte attività diplomatica e pastorale in Terra Santa, e da ultimo, negli Stati Uniti, dove ha sapientemente operato”.
Nel terzo anno della scomparsa, l’associazione Progetto Sorriso, in collaborazione con i famigliari e con il Comune di Sogliano al Rubicone, commemora Pietro Sambi “servo di Cristo” ed organizza in sua memoria, dal 22 al 29 giugno prossimi, un pellegrinaggio biblico in Terra Santa: Giordania, Israele e Palestina. L’itinerario, nella complessità della terra attraversata da Gesù, prevede soste e approfondimenti, storici e culturali, ma si distingue poiché l’elemento essenziale sarà la lettura della Bibbia nei luoghi dell’Antico e del Nuovo Testamento. Nel corso del pellegrinaggio, in memoria di Monsignore, saranno consegnate quattro borse di studio all’università di Madaba (Giordania) e inaugurato l’organo della Concattedrale del Patriarcato Latino di Gerusalemme donato dai fratelli e dalle sorelle.
Un sacerdote partito da Sogliano al Rubicone, nel cuore della Romagna, che ha percorso le strade del mondo seguendo la luce del Vangelo. “Vescovo della Chiesa nell’esercizio delle delicatissime funzioni che sono necessarie per la difesa della libertà della Chiesa e per l’incremento del popolo cristiano, egli ha continuato a vivere un’appartenenza profonda e lieta a questa nostra Chiesa particolare nella quale era stato generato ed educato nella fede ed aveva ricevuto l’Ordinazione Sacerdotale.”. Così lo descriveva Mons. Luigi Negri nel periodo del suo mandato di Vescovo della diocesi San-Marino Montefeltro.
Monsignor Pietro Sambi si definiva “prete per vocazione, storico di formazione e diplomatico per obbedienza”. In queste parole, c’è tutto il suo amore per la Chiesa che servì, negli scenari più diversi del mondo, contribuendo a pacificare e gettare ponti di dialogo. C’è l’Africa nel suo destino: il Camerun è il suo primo incarico e poi più tardi il Burundi, sconvolto allora dagli scontri tribali. Era “un Nunzio della riconciliazione” secondo il cardinale Angelo Sodano, segretario di Stato emerito, che ricorda anche la grande esperienza di Monsignor Pietro Sambi in Terra Santa: “Era molto lieto di essere rappresentante pontificio nella terra di Gesù, nella terra degli Apostoli, nella terra dei primi Martiri. Le difficoltà non erano poche, ma una sua caratteristica era quella di non indietreggiare di fronte agli ostacoli. Quindi, anche là portò il suo mattone per la costruzione della riconciliazione, seguendo il metodo del dialogo e ricordando da buon italiano l’antico detto dei romani: Gutta cavat lapidem ovvero – la goccia scava la roccia”. Tre le parole usate per far delineare “il testamento spirituale” e il “segreto della vita” di Monsignor Sambi. La prima è “misericordia”. “Sperimentare la misericordia del Signore significa contemplare la propria vita come una miseria abbracciata dalla compassione, come un niente avvolto dal mantello del tutto, come un vuoto colmato da una grazia smisurata, traboccante”. La seconda parola è “fede”. “Ecco l’altro miracolo avvenuto nella storia di Monsignor Sambi. E’ il miracolo che ora egli prega che avvenga ogni giorno fino all’ultimo giorno della nostra vita: credere. Credere come fidarsi e affidarsi; come abbandonarsi. Se si riconosce che c’era qualcuno prima di noi, si riconosce anche l’amore e l’attenzione di chi ci ha fatto; allora si abbandona il proprio piccolo progetto e ci si lascia condurre”. E infine nella vita di Monsignor Sambi c’è la parola “missione”: nel suo testamento spirituale: “Per tutta la vita, Signore, vorrei cantare la tua bontà”. L’incipit del suo testamento descrive al meglio chi è stato o ancor meglio chi è Monsignor Pietro Sambi in quanto è forte e viva la sua presenza in mezzo a noi: “Signore, mi affido alla tua infinita misericordia, chiedo perdono per i miei innumerevoli peccati; per tutta l’eternità vorrei cantare la tua bontà. Accolgo la morte come, dove, quando a Dio piacerà, in unione con Cristo sulla croce, come atto di totale obbedienza al Padre, per la mia salvezza, per il santo Padre, per la santificazione della Chiesa e dei sacerdoti; per la redenzione dei popoli che la Provvidenza mi ha dato di servire”.
A distanza di tre anni dalla sua scomparsa, ci troviamo oggi a ricordare Monsignor Sambi e desideriamo farlo anche con le parole di padre Ibrahim Faltas (attuale Economo della Custodia francescana in Terra Santa): “Credo che Mons. Pietro Sambi abbia lasciato nel cuore di ogni persona che lo ha conosciuto il sapore vero della vita e dell’amore gratuito verso il prossimo, poiché era un uomo che ha costruito la sua vita a immagine di Dio come servo umile, ha donato se stesso per annunciare al mondo la verità del Vangelo che rende libero ogni uomo.”
E’ stato un grande dono del Signore aver avuto la possibilità di conoscere Monsignor Pietro Sambi” – afferma infine Cinzia Casali a nome dell’associazione – “Il pellegrinaggio che Progetto Sorriso organizza, in collaborazione con i famigliari e con il Comune di Sogliano al Rubicone, è un omaggio alla sua memoria, all’insegna dell’umiltà che ha sempre contraddistinto questo grande uomo, testimone di Gesù « fino agli estremi confini della terra», protagonista di quella pagina di storia, relativa alla Basilica della Natività di Betlemme, che ha segnato il corso della cristianità.”