Home NotizieSan Marino Lettera dei precari della scuola media di San Marino: “Perché colpire i più deboli?”

Lettera dei precari della scuola media di San Marino: “Perché colpire i più deboli?”

da Redazione

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di un gruppo di insegnanti precari della Scuola Media sammarinese.

SAN MARINO – Riceviamo e pubblichiamo la lettera di un gruppo di insegnanti precari della Scuola Media sammarinese.

Siamo un gruppo di Insegnanti precari della Scuola Media sammarinese. Precari pur insegnando con passione da sei, sette anni, ma privi degli anni continuativi di incarico richiesti per godere dell’ultima stabilizzazione.

Essere precari significa fare supplenze per anni per ottenere punteggio e salire in graduatoria, e in quegli anni barcamenarsi tra vari lavori part-time pur di non mancare alla chiamata della Scuola che ti farà ottenere qualche punto.

Essere precari significa non sapere quante ore si riuscirà a lavorare in un anno scolastico e, soprattutto, se si lavorerà o no.

Essere precari significa che non si potrà avere accesso ad un finanziamento perché il tuo contratto scade dopo un anno e non dà garanzie sufficienti alla banca.

Essere precari significa svolgere lo stesso lavoro degli insegnanti stabilizzati o di ruolo, percependo uno stipendio di gran lunga inferiore.

Essere precari significa che se si partorisce a ridosso dell’assegnazione degli incarichi non si ha diritto all’intero periodo di maternità.

Essere precari, dopo la Finanziaria approvata in Consiglio Grande e Generale lo scorso dicembre, significa ora anche vedersi tagliati gli stipendi solo perchè si è precari.

La riduzione degli stipendi sarà dell’1,5% in tutta la PA; invece per i precari il taglio sarà complessivamente del 6,5%, tanto per colpire una categoria già penalizzata.

Perché i precari devono subire un ulteriore danno economico? Non sono sufficienti quelli già elencati? Dove sta l’equità? Anche noi precari prendiamo servizio ogni mattina, come i nostri colleghi, svolgiamo le stesse mansioni e abbiamo le stesse responsabilità.

In questo modo il Governo sta creando una separazione sempre più netta tra insegnanti di fascia A, tutelati dallo Stato, e precari di fascia B, con una situazione economica sempre più sfavorevole e incerta.

Se si vuole disincentivare il precariato non lo si dovrebbe fare sulle spalle di professionisti plurilaureati che lavorano da anni nella scuola e di cui lo Stato ha bisogno per garantire il servizio scolastico sammarinese.

La crisi non può giustificare la discriminazione di noi precari, la fascia più debole dei lavoratori e non può essere pagata solo dai giovani senza toccare le caste dei privilegiati.

Contro questo trattamento profondamente iniquo siamo pronti a reagire con la nostra protesta, combattendo anche per tutte le giovani generazioni che si affacciano su un mondo del lavoro che, invece di aiutarli a inserirsi, li penalizza in partenza.

Un gruppo di Insegnanti precari della Scuola Media

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