La seduta notturna del Consiglio grande e generale riparte dagli ultimi interventi del comma su programma economico 2014, spending review e riforma dell’Igr.
REPORT DELLA TORRE – Il consigliere del Psd, Gerardo Giovagnoli, illustra l’odg con gli impegni della maggioranza che scaturiscono dal comma. Viene accolto con 31 voti favorevoli e 19 contrari.
Andrea Zafferani di C10 presenta, a nome di tutta l’opposizione, un ulteriore odg per il ritiro della riforma dell’Igr e per discutere nella prossima seduta un piano esecutivo in materia di riduzione della spesa. Viene respinto con 20 voti favorevoli e 30 contrari. La seduta viene così conclusa.
Di seguito un sunto dei lavori.
Comma 5. Riferimento del governo sul programma economico 2014 e sulle politiche di bilancio.
Marco Gatti, Pdcs: “Trattiamo un punto importante. Molti interventi si sono basati sul fatto che abbiamo raccontato la verità dei conti per giustificare gli interventi. Nel 2008 in pochi mesi è cambiata l’economia e abbiamo dovuto modificare il bilancio. Di fronte a un calo evidente delle entrate, servono urgenti misure di diminuzione spesa. E’ stata l’attività costante dal 2008 a oggi, assieme alla ricerca di nuove entrate, non solo sfruttando l’imposizione fiscale. Due esempi: l’Ufficio marchi e brevetti, che ha grosse prospettive di crescita di entrata, almeno un milione di euro; l’Ufficio registro Aviazione civile, fortemente criticato, dal prossimo anno non costerà più.
Sulla spending review c’è il documento della maggioranza per interventi diretti sulle anomalie evidenziate dalla relazione.
E’ un passaggio politico importante e spiace vedere agitazione sui prelievi. Le tabelle del sindacato indicano uno scostamento importante, ma le tasse si pagano per i servizi e per la tutela delle fasce deboli. Il prelievo fiscale è in ragione di quanto dà indietro lo Stato. E qui nasce il perché della revisione della spesa. Oggi lo Stato non chiude a pareggio. Oggi su 30 mila euro lordi si tassa circa il 3%, con la riforma circa il 13%. Dobbiamo essere seri sulla revisione della spesa per non pagarlo. La riforma fiscale è conseguenza di ciò che faremo sulla spending review.
L’emersione del reddito è molto importante e la riforma si basa sulla contrapposizione degli interessi. Qui dobbiamo lavorare forte. Chi acquista un servizio deve avere l’interesse a usare strumenti di accertamento del ricavo dell’esercente. E’ una riforma del fisco diversa da quelli di altri Stati. L’Italia con una Gdf efficiente ha il più grande tasso di evasione: lo stato di polizia non funziona. Noi cerchiamo di agire subito, con la Smac.
Il documento presentato segue linee chiare per trasformare lo Stato: ridurre spese superflue e sprechi, e preparare funzionari con senso dello Stato. Il problema sono le strutture create. Serve semplificazione massima. La scelta costa, ma dobbiamo intervenire. Siamo uno Stato molto assistenzialista, aiutiamo il cambio culturale che è in corso con la crisi.
Il problema del lavoro non si può affrontare con gli ammortizzatori sociali, dobbiamo creare occupazione e guidare la ripresa. Siamo un Paese turistico e commerciale, abbiamo imprese produttive di livello. Non dobbiamo più seguire interessi di parte e costruire uno stato sociale forte che costi meno. Maggioranza e governo hanno dimostrato di metterci la faccia. Ora realizziamo le scelte strutturali. Dobbiamo assumere dei laureati. La spesa risparmiata va in parte reinvestita. Chiudo con una proposta: il congresso di Stato congeli i capitoli di spesa a oggi non impegnati: è importante centellinare le risorse”.
Roberto Ciavatta, Rete: “Il documento della maggioranza è l’ennesima lista della spesa e il consigliere Gatti potrebbe trovare la causa dei problemi del Paese nei suoi rami di famiglia. Se da più parti qui non ci sono più appigli ben vengano le piazze, questa è democrazia diretta. Chiedo le mobilitazioni delle piazze. San marino ha bisogno di democrazia diretta. Dite alle persone che sono sul baratro e devono mettere mano alle tasche. Non siamo contrari alla necessità di mettere mano alla spesa pubblica. E nel documento molte cose sono condivisibili.
Abbiamo chiesto di eliminare il raddoppio contributo elettorale, 1,3 mln di euro, avete rifiutato. Gli 8 milioni per Tadao Ando, anche se il segretario di Stato Lonfernini dice che la strada non è giusta. Sembra che il governo vada avanti senza confronto con la maggioranza e senza una visione collegiale. Ancora: avete rifiutato il taglio delle spese diplomatiche, 2,7 mln per affitti, 8 mila a Ginevra; sull’eliminazione delle indennità vi aspetto, 10 mln come la patrimoniale. E gli appalti mandati fuori da San Marino in cui si parla di corruzione. La sostituzione delle caldaie. Altri 640 mila euro. Le auto pubbliche, il contratto Moto Gp, l’aeroporto, l’Expò, la Banca Cis. Non era impossibile sapere ieri dove tagliare, lo sapevamo noi pagliaccia della società civile. Ma non avete fatto nulla. Ora la situazione è drastica e si deve fare sangue. Io non ci sto. Prima di toccare gli stipendi della povera gente, di tagliare gli umili, voglio vedere pagare chi ha rovinato il Paese: Varano, Fingestus, Sopaf. Margini per tagliare la spesa senza toccare le tasche di chi prende meno ci sono. Tagliamo tutte le indennità. C’è un risparmio di 21 mila euro sui costi di progettazione, quando si spendono un sacco di soldi. E poi la minaccia finale. Se non si riesce a risparmiare niente più soldi negli ammortizzatori sociali: è inaccettabile.
Il new deal del segretario di Stato Morganti è una follia. Vorrei un confronto. Al segretario di Stato Felici che sorride ricordo che l’economia sono le regole di come gestire una casa. Se sbagliamo a rilanciare lo sviluppo prendiamo un binario morto. Dobbiamo creare occupazione, ma non a prescindere: occorre investire dove serve per renderci indipendenti energicamente, sui rifiuti, sull’acqua. E tutelare il benessere dei cittadini. Il credito è la morte.
La crisi la deve pagare chi ha avuto parte nel dissesto del Paese. Un buco da 660 mila euro del direttore Lasorella a Smrtv si potrà recuperare. Sulla disoccupazione, sono 1.332 quelli sammarinesi, e in 5 anni abbiamo perso 1.200 frontalieri. Con la Pa, uno su sei a perso lavoro negli ultimi anni”.
Mario Lazzaro Venturini, Ap: “Presentare il documento di lavoro completato ieri era doveroso. E’ un atto politico importante: perché l’ha presentato la maggioranza e per i suoi contenuti. Il governo non sarebbe riuscito a farlo perché di fronte alla spending review ha avuto difficoltà oggettive scusabili, soggettivi, meno scusabile, e di gruppo. Ci sono delle dinamiche negli organismi. La maggioranza si è confrontata con il governo ed è stata aiutata con dati anche molto utili, come quelli del segretario di Stato Mussoni. Un segretario di Stato non ha citato un solo taglio nel suo dicastero, forse due. Non mi è piaciuto, non giustifico chi si tira fuori dai problemi.
La maggioranza ha lavorato in sintonia e ha preso alcune decisioni come maggioranza, senza consultarsi con il governo. Non tutti hanno condiviso l’intervento, senza capire quanto ci si gioca. Con nuove imposte è necessario programmare tagli incisivi. L’intervento di Valeria Ciavatta ha rivendicato il suo lavoro dal 2006 al 2012, che non è stato apprezzato. Tutte le leggi di applicazione della riforma non si sono viste. La Pa è un argomento difficile. Ma c’è un riconoscimento postumo nel documento.
L’odg finale mi soddisfa. C’è un richiamo continuo al lavoro della maggioranza. La bozza precedente non mi piaceva: è strano che scriva questi documenti chi non approva. Misteri della politica. I miei sono richiami alla responsabilità, nessuna presa di distanza.
Sull’opposizione. Il consigliere Zeppa, diverso dagli altri, ha parlato di schizofrenia, un po’ di nervosismo c’è, ma anche la minoranza non scherza. Due Upr, i consiglieri Mancini e Santi, si sono distinti. C’è un’acredine di accuse proporzionale al fastidio con cui il documento è stato accolto. Al consigliere Ciavatta: voterò contro l’abolizione delle indennità; sulle indagini amministrative contro la corruzione massima disponibilità. Sul fatto che nessuno paga, nel passato è stato difficile rispondere di certe azioni, e mi vengono in mente le commissioni d’inchiesta. Su Fincapital tutti hanno preso le distanze, a cominciare dall’Aula. E anche il Paese ha fatto finto di nulla. Non solo la classe politica è stata vergognosamente distante dalla commissione, anche la cittadinanza.
Sul polo museale ci sarà una legge di spesa in Consiglio del segretario di Stato per il Territorio, nessuna iniziativa di imperio.
Sulla riforma fiscale, l’impostazione è quella passata. La condividiamo. Il governo, in pieno diritto, l’ha arricchita di alcune novità su cui riflettere perché ci hanno sconcertato. L’abolizione dello scontrino, la posizione sui pensionati e le aliquote. Il progetto deve essere vicino a chi ha bisogno e mettere al sicuro il bilancio”.
Ivan Foschi, Su: “In questo comma c’è la conferma degli allarmi che lanciavamo da anni. Siamo in emergenza e ognuno deve fare la sua parte, a partire da chi amministra lo Stato. Partiamo da forniture, consulenze, convenzioni, contributi. Ci sono molte economie possibili. L’opposizione ha fatto molte proposte. Basta scegliere criteri e obiettivi. Non servono soluzioni improvvisate o slogan, ma il coraggio. Ora manca. Chi ha sbagliato deve pagare. Occorre responsabilizzare e fissare livelli di qualità nel pubblico. Scegliere solo ditte sammarinesi nelle consulenze non sempre fa risparmiare. Servono controlli come insegna il caso del forno Vallefuoco.
Nel documento della maggioranza ci sono cifre a casaccio. Anche spunti interessanti, ma dubito ci sarò il coraggio di andare fino in fondo. La Pa è stata concepita anche come serbatoio clientelare: ci sono dirigenti competenti e dirigenti inconcludenti, ma inamovibili. La meritocrazia è un passo indispensabile. Così come gli obiettivi da ottenere e i controlli di gestione.
Serve una serie verifica sulle residenze fasulle. La politica del favore ha presentato il conto. Cogliamo i frutti avvelenati della passata stagione politica. Ma si aumenta l’imposizione diretta. E poi nel documento si crea una finestra per cui chi va in pensione entro due anni prende un premio. Invito alla ragionevolezza.
Siamo nell’antica Repubblica dove brulicano i furbetti, se non si mette mano a certi strumenti economici, come il leasing, tutto è possibile. La classe politica che ha fallito non è più credibile e oggi aggrava i problemi. Occorrono misure severe sul’accertamento dei redditi e contro l’evasione fiscale, incrociando i dati. Ora non è possibile.
Sulla riforma fiscale qualcuno ha sbagliato i conti, va ampiamente rivista, lo chiede il Paese. E’ poco felice e molto claudicante”.
Giovanni Lonfernini, Upr: “Dal dibattito potremmo evidenziare le spaccature della maggioranza, ma oggi c’è un unico valore di riferimento: la Repubblica. Nei molti interventi è stato dato per scontato il settore privato. La Pa regge grazie alle imprese, ai lavoratori autonomi, agli artigiani. Gli ammortizzatori sociali costano 23 milioni di euro e c’è un disavanzo di 10 milioni. Sono a rischio, ma se ne parla poco.
Maggioranza e governo bisticciano. Al Paese serve una scossa. Condivido la fotografia del consigliere Maria Luisa Berti che ha evidenziato lo scarico di responsabilità del governo sulla spending review. La maggioranza ha messo in campo una pezza. Il documento è stato presentato alle 18.30 da due consiglieri. Avrà una visione globale, ma è privo di scadenze. Definisce gli obiettivi, ma che saldi garantisce? Non conosciamo l’odg finale. Si parte con un dibattito senza direttrici, tra i mugugni viene presentato il documento e alle 23.15 non conosciamo il documento finale. Spero sia chiaro.
L’opposizione non ha fatto battaglie ideologiche, anche se non aveva gli strumenti per il confronto. La maggioranza ha fatto una prova di forza e la minoranza ha preso le distanze. L’opposizione è eterogenea, ma rappresenta oltre il 49% del Paese. Su questi temi si può arrivare a questo punto? Al bipolarismo muscolare? E’ un grande errore politico, serve coesione. Alcuni interventi della maggioranza hanno messo in evidenza le difficoltà interne, perché forzare la mano? A gennaio il governo ha litigato sui compensi ai dirigenti della Pa. Ora il documento li rimette in discussione. Serve coerenza”.
Paride Andreoli, Ps: “Dibattiamo tre punti fondamentali con poco tempo per capirne i contenuti. Quel volpone del segretario di Stato Felici ha ammesso che il Paese ha finito i denari. La novità di ieri sera è stata la presentazione del documento redatto dalla maggioranza. Perché non alla fine degli interventi? E perché non è stato presentato dal governo? Sono rimasto male. Non ho capito il metodo. Rappresenta le nuove disposizioni per il futuro tra spending review, programma economico e riforma fiscale. Vedo debolezza.
Al collega Gatti ricordo che la Dc è sempre al governo, i socialisti no. Sugli errori del passato può correggere la via del futuro. Al collega Mario Venturini dico che mi mancavano le sue pagelle. Sono fortunato, parlo dopo. Aspetterò le repliche. Lo apprezzo per la sincerità, anche lui è un volpone. Sa che prima di fare cadere un governo ora la maggioranza ci pensa 100 volte. Ci poteva però dire se crede che il suo partito abbia voglia di mettere in campo ciò che ha scritto. Il documento è la legge obiettivo, come l’allegato Zeta. Mi auguro vada in porto, se ne parla da una vita. Si vedrà se il percorso è giusto o meno. Se il governo non è in grado di stilare un documento, spero sia per questioni di tempo e non di intelletto, sono preoccupato. Due segretari di Stato non avrebbero fatto sforzi, ci lascia con il gusto il consigliere Venturini, anche se forse abbiamo capito. Possono comunque aiutarli i colleghi e la maggioranza.
La riforma tributaria colpisce in modo iniquo 18 mila lavoratori e la parola d’ordine sembra assumere. Dobbiamo formare. State creando scontro sociale. Al segretario di Stato Felici chiedo di rimandare il provvedimento e avviare il confronto. La prima lettura a settembre per stemperare gli animi”.
Gerardo Giovagnoli, Psd: “Con la legge obiettivo c’è almeno la differenza dello stato del Paese. Ma è meglio parlare di cosa ci aspetta. L’operazione verità sui conti è stata opportuna, il bilancio è in sofferenza su liquidità e introiti. Circa 50 milioni di euro venivano da un sistema che non c’è più. L’equilibrio era precario e errato. Ora , per evitare il debito pubblico strutturale, dobbiamo ridurre la spesa e aumentare gli introiti. L’obiettivo è riequilibrare i conti pubblici: si stimano 40 milioni da trovare tra fisco e spending review. Vogliamo arrivare alla maggior quota possibile di taglio preservando lo stato sociale.
Da subito interveniamo su indennità, straordinari, pensioni massime, affitti attivi e passivi. Vogliamo migliorare la capacità di fare cassa dello Stato e che non sia preso in giro. La relazione è un insieme di azioni da mettere in campo subito per convertire in realtà ciò che ci siamo sempre detti. Tagli e tasse non bastano, serve un nuovo sviluppo. E su questo la discussione è stata carente. Nella Pa serve una cabina di regia per renderla al passo con i tempi. Ci sono interventi immediati e di prospettiva.
La riforma fiscale fa parte del discorso complessivo. Le tabelle dei sindacati hanno definito un salto forte delle aliquote che ci avvinano alla media europea. E’ difficile parlare di scandali. Da ora parte il confronto con le parti sociali, non capiamo la richiesta di rinvio. Saranno necessarie modifiche per preservare i redditi più bassi, sotto i 30 mila euro, e per rendere chiaro l’impegno contro l’evasione fiscale.
Leggo l’odg con gli impegni della maggioranza:
Il Consiglio grande e generale, a seguito dell’approfondito dibattito […],considerato
che il processo di revisione della spesa pubblica, oltre all’esigenza non rinviabile, di ottenere immediate economie di spesa, deve essere imprescindibilmente implementato parallelamente alla riforma del sistema tributario, affinché il processo di riequilibrio della finanza pubblica nel suo complesso possa avvenire attraverso tutte le leve necessarie a garantire non solo equilibrio economico e finanziario dei conti, ma anche equità e corretta ponderazione delle scelte;
che un’efficace azione di revisione della spesa potrà altresì consentire una minore pressione fiscale;
che l’equilibrio della finanza pubblica, in quanto esigenza non estemporanea, deve essere garantito nel tempo attraverso provvedimenti strutturali ed efficaci, attraverso un continuo presidio di monitoraggio e valutazione;
che la revisione della spesa passa anche attraverso un profondo cambiamento culturale nella gestione pubblica, orientato a promuovere sistemi di maggiore responsabilizzazione e motivazione dei dipendenti, in ragione delle funzioni e delle mansioni svolte, sistemi retributivi sempre più orientati al merito, nonché, il rafforzamento dei presidi di contrasto ai fenomeni di scarsa efficienza ed incapacità di perseguire l’interesse generale;
condivide
la relazione elaborata dalla Maggioranza in merito alle linee di intervento ed alle azioni di riduzione della spesa pubblica da attuarsi nel breve e medio periodo; azioni che devono rappresentare il primo efficace passo di un processo costante e duraturo nel tempo;
impegna il Governo ad adottare
nell’ambito della legge di variazione del bilancio di previsione 2013, i necessari provvedimenti normativi e di assestamento dei capitoli di bilancio, indispensabili all’implementazione di interventi conformi agli orientamenti proposti nel documento;
nell’ambito della legge di bilancio e previsione 2014, gli indirizzi espressi nel Programma Economico, nella Relazione e nella Legge per lo sviluppo economico, e gli ulteriori interventi conformi agli orientamenti proposti nel documento di Maggioranza;
i provvedimenti amministrativi necessari all’attuazione delle politiche di gestione del personale e della spesa, orientati ai criteri di razionalizzazione espressi nel documento, fra i quali, quelli necessari alla nomina del Direttore della Funzione Pubblica e del suo Staff, allo scopo di rendere il prima possibile operativa la “cabina di regia” della futura gestione della Pubblica Amministrazione;
il blocco degli impegni di spesa sui capitoli per le somme che non corrispondono al pagamento di spese obbligatorie o derivanti da obblighi per contratti o impegni già assunti e legittimati sino all’adozione del provvedimento di variazione della legge di bilancio di cui al superiore punto;
impegna altresì il Governo
a garantire il necessario confronto con le parti sociali ed economiche affinché, nell’ambito del processo di riforma tributaria, possa essere massimizzata l’equità fra i contribuenti, sia sotto il profilo della tassazione, che sotto quello della determinazione della base imponibile, in un contesto di regole e presidi di controllo adeguati a contrastare i fenomeni di evasione o elusione fiscale;
a garantire il necessario confronto con le organizzazioni sindacali affinché i provvedimenti per la revisione della spesa possano essere il più possibile condivisi e coerenti rispetto all’evoluzione di una più generale contrattazione dei contratti di lavoro;
a relazionare al Consiglio Grande e Generale entro il 31 marzo 2014 sui provvedimenti adottati in attuazione delle linee guida espresse dal presente ordine del giorno e dalla relazione elaborata dalla maggioranza allo stesso allegata, con il dettaglio del risparmio ottenuto”.
Luigi Mazza, Pdcs: “Dobbiamo affrontare la situazione e dare certezze alle future generazioni. Sapevamo che questa giornata sarebbe arrivata. Lo dimostra l’allegato Zeta. Non siamo certo sorpresi dalla realtà. In mancanza di un accordo preciso nessuna opposizione assume quei provvedimenti. Sono una nostra responsabilità. Sappiamo che certi sono impopolari. Nei prossimi mesi attueremo il documento: quest’anno 10 milioni di euro di risparmio e l’anno prossimo copriremo il defict di bilancio. Sosteniamo i provvedimenti fino in fondo e su quelli siamo pronti a misurarci. Non è in discussione la spesa della Pa, ma la qualità e la sostenibilità, come affrontare la crisi.
Lo stato sociale va mantenuto, senza non esiste né privato, né pubblico. Dalla relazione sulla spending review vengono molti numeri, la consapevolezza di affrontare dei tagli. Rete parla di una relazione che ‘grecizza’ San Marino. Siamo altra cosa. Come rispetto a Portogallo e Spagna. Siamo seri, non smantelliamo il welfare, lo rendiamo sostenibile. Non diciamo boiate. Non siamo piegati dall’indebitamento pubblico. Indichiamo sforzi sostenibili. Fin qui non siano stati bravi abbastanza a bloccare il turn over, dobbiamo in tre anni avere un decremento naturale di 300 persone, 6 milioni di euro. Servono interventi sugli esuberi. E questa è la parte più difficile. Occorre creare le condizioni. Anche per assunzioni mirate. Nessuno ce l’ha con la Pa. Non mi pongo il problema di perdere le elezioni e il consenso, voglio un Paese che tra cinque anni ha un welfare sostenibile di livello. Al consigliere Lazzari dico che non vorrei mai quella società che descrive.
Facciamo un comma complesso perché le tematiche sono queste: taglio alle spese e nuove entrate. La riforma fiscale è in prima lettura perché a novembre va approvata e dal 2014 deve essere in funzione. Sul testo inizia il confronto. Sull’equità: il recupero di fiscalità sui dipendenti è con gradualità. Lo bilanceremo con la spending review. La sfida è difficile, economica e culturale.
Serve un nuovo senso del dovere”.
Repliche
Claudio Felici, segretario di Stato per le Finanze: “Abbiamo voluto un dibattito composito e impegnativo. In questo momento di svolta era doveroso affrontare questo snodo a cui non siamo allenati. Le forze politiche che hanno gestito il Paese fin qui oggi devono dimostrare di avere la capacità di fare uscire il Paese dalla crisi. Servono risorse bilaterali.
Gli ultimi scioperi generali sono stati convocati per equità, socialità. Non sono sorpreso. Questo è il clima. E abbiamo affrontato il passaggio con responsabilità, dicendo come stanno le cose. Quando si fa sul serio, le posizioni e le capacità di decidere hanno valore. Il governo ha affrontato fiscalità, sviluppo e spesa. Abbiamo elaborato proposte per la riduzione della spesa, siamo stati un po’ lunghi sui tempi. Ma con la maggioranza, il governo ha condiviso la necessità di uscire con una proposta programmatica.
Non ci lamentiamo, gli obiettivi sono difficili, ma non abbiamo scuse. La replica è fare le cose sui tre temi. Affronteremo i problemi della riforma tributaria, anche la questione degli scontrini. Serve una tracciabilità efficace, imponendo il pos per esempio. Questo è un punto di partenza. E’ la nostra assunzione di responsabilità. Il problema non sono gli scricchiolii della maggioranza, ma la capacità di uscire dal vicolo cieco”.
Francesca Michelotti, Su: “Il capogruppo Dc ha mostrato l’altra faccia della medaglia. Ma la prossima volta non vi voteranno. Vi aspettavate un Babbo natale, tra Rotschild e Maxdo. La riforma dell’Igr chiede molti soldi ai redditi bassi. Volete bloccare il turnover per nuove assunzioni, non capisco. Poi l’invettiva anticomunista, siamo al massimo tiepidi socialdemocratici”.
Andrea Zafferani, C10: “Non trovo dignitoso per l’Aula la parola detta dal segretario di Stato Felici: vedremo, ne parleremo. Sulla riforma fiscale c’è una proposta ufficiale, che è impresentabile. Ma non potete sconfessarlo. Abbiate la dignità di sostenerlo. Il testo è stato criticato anche da colleghi di maggioranza, il dialogo è scontato. Chiediamo il ritiro della riforma e l’apertura di un dialogo serio, per ripresentarla tra un paio di mesi.
Sul documento sulla spesa, attendevamo il piano del governo che deriva da un odg unanime, ma non c’è. La maggioranza ha fatto uno sforzo tradivo, il governo neanche quello. Il documento non è un piano esecutivo, non ci sono cifre.
Presento un odg a nome delle forze di opposizione:
Il Consiglio Grande e Generale,
preso atto che il progetto di riforma delle imposte dirette è stato avviato all’iter consigliare senza il necessario confronto con le forze politiche di opposizione, con le forze sociali e con le forze economiche, le quali hanno potuto vedere il testo solo pochi giorni prima della sua presentazione;
valutato come il Governo non abbia rispettato la disposizione contenuta in un ordine del giorno approvato all’unanimità dal Consiglio Grande e Generale in data 6 marzo 2013 e non abbia ancora prodotto il Piano Esecutivo in materia di risparmi di spesa, richiesto dal medesimo ordine del giorno;
osservato come sia necessario ragionare su interventi di risparmio e razionalizzazione concreti, dettagliati, precisati nella loro estensione e quantificati nel loro impatto e nei risparmi che possono provocare;
analizzata la carenza di queste caratteristiche nelle proposte elaborate, apprezzabilmente ma con grande ritardo, dalla maggioranza in materia di spending review;
ascoltati gli interventi di diversi consiglieri, anche di maggioranza, miranti a richiedere di anteporre l’attività concreta ed esecutiva di spending review all’approvazione della riforma delle imposte dirette, anche per quantificare più precisamente il peso economico della riforma stessa;
approfonditi i contenuti del progetto di riforma fiscale presentato, che pone a carico di una sola categoria di contribuenti, e, fra questi, di quelli a reddito più basso, la gran parte del peso della riduzione del deficit dello Stato, in assenza di interventi concreti di riduzione della spesa pubblica ed in assenza di concreti strumenti di lotta all’evasione fiscale e di accertamento dei redditi
esprime
forte preoccupazione sui dati contenuti nel Programma Economico in materia di liquidità dello Stato e degli Enti Pubblici, oramai ad un livello pericolosamente basso
invita
il Segretario di Stato per le Finanze a ritirare il progetto di legge di riforma delle imposte dirette, avviando immediatamente un confronto con le forze politiche, sociali ed economiche allo scopo di addivenire ad un testo maggiormente condiviso, da riavviare nella prima seduta utile all’iter consigliare;
delibera
di iscrivere nella prossima seduta del Consiglio Grande e Generale un comma specifico per discutere ed approvare un Piano Esecutivo in materia di spending review, che il Congresso di Stato dovrà predisporre, e che contenga interventi concreti, precisi e dettagliati, con la quantificazione delle cifre dei risparmi previsti per ogni singolo intervento”.
Rossano Fabbri, Ps: “A tempo debito il documento avrebbe cambiato il tenore del mio intervento. Ci sono spunti interessanti. Occorre combattere l’evasione, ma senza scontro tra privato e pubblico. La maggioranza ha commissariato il governo. Gli organismi internazionali vanno seguiti fino in fondo”.
Andrea Belluzzi, Psd: “Questo è il momento più importante, di scelte difficili. Serve un cambio di mentalità e il Psd c’è. La maggioranza ha presentato un documento politico che passa nelle mani del governo che metterà i saldi in tempi ragionevoli. Anche per ragionare sugli investimenti. Sullo sviluppo ci sono dei decreti da fare subito, altrimenti non parte. Serve un solo reddito e una sola imposizione. Serve una piccola imposta sui dividendi societari e potenziare la Smac. Il non fatto va segnalato e mi batterò per questo”.
Franco Santi, C10: “Il capogruppo Dc ha difeso lo stato sociale. Il suo partito avrebbe dovuto farlo negli anni. Sul documento serve per esempio un’analisi sugli straordinari, sulle esternalizzazioni non si specificano i servizi”.
Marco Podeschi, Upr: “Ricordo all’avvocato Mazza che non siamo membri dell’Ue, non abbiamo la Bce che può intervenire. Nel documento ci sono nette incongruenze, alcune contro legge. Su Ente Poste per esempio. I documenti arrivano last minute, ve la cantate e ve la suonate”.
Elena Tonnini, Rete: “Ringrazio il consigliere Mazza per la considerazione. Deve seguire molto il nostro sito. Ci sono esempi che dovrebbero fare riflettere sul riequilibrio delle risorse. A Cuba la sanità è una grande eccellenza, grazie alla prevenzione e alla formazione. San Marino investe sulla cura. Nel Buthan viene usato il Fil, la felicità interna lorda. Uno dei Paesi più poveri ha un alto tasso di benessere. Dobbiamo mirare alle esigenze dei cittadini, al loro benessere”. Per il segretario di Stato Felici gli obiettivi si decidono oggi da qui. Ma non è ciò che vogliono i cittadini. Vogliono il ritiro della riforma fiscale”.
Roberto Ciavatta, Rete: “Condividiamo alcuni tagli. La nostra critica è sulla volontà. Non ci vanno bene altri tagli. Che sono dissennati. Ci sono contraddizioni. Spendiamo più in benzina che in cultura. Si dice Tassitano per la cabina di regia? Sarei contrario, meglio qualcuno già in Pa. Occorre mettere mano agli affitti”.
Paolo Crescentini, Ps: “Il documento testimonia la debolezza del governo. E dalla replica del segretario di stato Felici emerge una sterile difesa. Sono arrivate critiche pesanti dalla maggioranza. L’esecutivo è stato commissariato. I segretari di Stato nominati dal collega Venturini questa notte non dormiranno. Potrebbe esserci un rimpasto. Sono in Aula? La riforma tributaria non è equa”.