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Il Papa a Lampedusa contro la “globalizzazione dell’indifferenza”

da Redazione

 

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Papa Francesco porta all’attenzione del mondo la tragedia dei migranti provenienti dall’Africa nel suo primo viaggio ufficiale oggi a Lampedusa. Il Papa si è caricato sulle sue spalle la croce di questa tragedia a nome dell’occidente per non aver impedito la morte di 20mila immigrati nel Mediterraneo. “Cercavano di uscire da situazioni difficili per trovare un po’ di serenita’ e di pace; cercavano un posto migliore per se’ e per le loro famiglie, ma hanno trovato la morte. Chi e’ il responsabile del sangue di questi fratelli e sorelle? Nessuno! Tutti noi rispondiamo cosi’: ‘non sono io, io non c’entro, saranno altri, non certo io'”, ha gridato nell’omelia della messa al campo sportivo gremito, da 10mila fedeli, condannando quella che ha chiamato “la globalizzazione dell’indifferenza”, una chiusura all’altro che, ha denunciato, “ci rende incapaci perfino di piangere”.

“Tanti di noi, mi includo anch’io – ha ammesso il Pontefice – siamo disorientati, non siamo piu’ attenti al mondo in cui viviamo, non curiamo, non custodiamo quello che Dio ha creato per tutti e non siamo piu’ capaci neppure di custodirci gli uni gli altri. E quando questo disorientamento assume le dimensioni del mondo, si giunge a tragedie come quella a cui abbiamo assistito”. “Ti chiediamo perdono – ha allora invocato Francesco rivolgendosi direttamente a Dio – per chi si e’ accomodato, si e’ chiuso nel proprio benessere che porta all’anestesia del cuore, ti chiediamo perdono per coloro che con le loro decisioni a livello mondiale hanno creato situazioni che conducono a questi drammi”.

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